E’ stata formalizzata, tramite i loro legali, la richiesta del vescovo di Mazara Domenico Mogavero e del suo predecessore Calogero La Piana di essere ascoltati dalla Procura di Marsala.
Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, i due alti prelati sono indagati, con altri (alcuni tecnici e un imprenditore edile) per truffa nell’ambito dei finanziamenti richiesti alla Conferenza Episcopale Italiana (una sorta di Parlamento dei vescovi) e alla Regione per la realizzazione del complesso parrocchiale di San Lorenzo martire.
Al sostituto procuratore Antonella Trainito, che ha coordinato l’indagine svolta dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Trapani, diretti dal colonnello Pasquale Pilerci e dal tenente colonnello Michele Ciarla, dovranno spiegare tante cose. Le contestazioni formulate nell’avviso conclusioni indagini preliminari notificato loro a fine marzo sono, infatti, abbastanza pesanti.
A Mogavero e a La Piana – come pure a Bartolomeo Fontana, progettista e direttore dei lavori, a Francesco Scarpitta, progettista, ad Antonino Gaudente, titolare dell’impresa che si aggiudicò l’appalto, e a Gaetano Stradella, responsabile del procedimento relativo al bando di gara mediante licitazione privata – si contesta, ciascuno per la propria parte, che “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, avanzando alla C.E.I. richiesta di contributo pari a 1.474.000 euro, corrispondente al 75% del valore dell’intera opera, con artifici e raggiri consistiti nel celare di avere già ottenuto dalla Regione Sicilia un finanziamento che comprendeva anche parte delle medesime opere oggetto della succitata richiesta, nonché nella predisposizione e produzione alla C.E.I. di falsa documentazione, inducendo in errore tale ente circa il diritto ad ottenere il contributo nell’ammontare richiesto, si procuravano un ingiusto profitto di euro 500.000,00 circa, pari al contributo artatamente ottenuto per l’opera già finanziata dalla Regione”.
Il 19 luglio 2006, La Piana sottoscriveva il piano finanziario preventivo e il quadro economico, inviandoli, con altre carte, al Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto, “omettendo di comunicare – si legge ancora nell’atto d’accusa – che era stato concesso dalla Regione un finanziamento di 1.363.415,00 euro, destinato alla costruzione di parte delle opere”.
Queste, invece, le contestazioni mosse al vescovo Mogavero: “Dopo che il 27 luglio 2007 – si legge nell’avviso conclusione indagini preliminari - era stata bandita la gara di appalto relativa ai lavori di costruzione della sola ‘Chiesa San Lorenzo’, dell’importo di euro 1.173.067,37, aggiudicato alla ditta Gaudente Antonino per l’importo di euro 1.069.984, il 26 settembre 2007 sottoscriveva il falso contratto di appalto ‘Lavori di costruzione del Complesso parrocchiale di San Lorenzo’ apparentemente concluso tra la Diocesi e la ditta Gaudente, avente ad oggetto l’appalto dell’intero Complesso parrocchiale San Lorenzo dell’importo complessivo base d’asta di euro 2.170.280, 91 (oltre iva)”.
A Mogavero, difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca, la Procura contesta anche un “falso verbale di consegna dei lavori”, falsi stati di avanzamento lavori e di regolare esecuzione, nonché l’omessa comunicazione al delegato regionale per l’Edilizia di Culto che parte delle opere del complesso parrocchiale erano state finanziate dalla Regione e realizzate da un’altra impresa edile. E cioè la Candela Nicolò srl.