Nuova udienza davanti alla Corte d'Assise di Trapani del processo a carico di Aminta Altamirano Guerrero, la 35enne donna messicana di Alcamo accusata di aver ucciso il figlio, Lorenz Renda, morto a cinque anni dopo un'overdose di farmaci antidepressivi. Un'udienza molto tecnica incentrata sulla natura e la composizione del Laroxyl, l'antidepressivo preso dalla donna e che sarebbe stato la causa della morte del piccolo Lorenz. A porre la questione, in base alla quale il farmaco si rivelasse letale anche per inalazione è stato l'avvocato di parte civile Pietro Maria Vitello dopo la relazione dei due periti nominati Carra e Pullara.
A rispondere in aula è stata Francesca Di Gaudio, chimico e ricercatrice dell'Università di Palermo, secondo la quale nel Laroxyl l’amitriptilina è contenuta in soluzione al 4% e non si tratta di un composto volatile che, se annusato, può produrre gli effetti tossici e anche letali della sostanza allo stato puro che, invece, è una polvere finissima, facile, appunto, da inalare.
Il piccolo Lorenz Renda, deve necessariamente aver assunto per bocca il farmaco antidepressivo prescritto alla madre. Il procedimento giudiziario si avvia alla conclusione e spetterà ai giudici decidere se sia stata la madre volontariamente a somministrare il farmaco al bambino causandone la morte, tesi sostenuta dall'accusa o se autonomamente il bambino lo abbia preso e bevuto, come sostengono gli avvocati della difesa Lauria e Gruppuso. La prossima udienza, fissata per il 2 maggio, vedrà le conclusioni del pubblico ministero Antonio Sgarrella e subito dopo quelle del legale di parte civile.