Finisce in Tribunale un contenzioso tra il Libero Consorzio Comunale di Trapani (l’ex Provincia) e il Comune del Capoluogo. L'ex provincia aveva fatto un’ingiunzione per il pagamento della complessiva somma di trentamila euro per sanzioni relative a infrazioni accertate negli ultimi cinque anni in ordine al superamento dei valori limite di emissione dello scarico delle acque reflue provenienti dal depuratore di via Libica. La causa è fissata per il 15 maggio. Le violazioni che il Comune contesta erano state rilevate dall’Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Sicilia) a seguito di numerose ispezioni dalle quali, in particolare, sarebbe emerso il superamento dei valori limite di emissione in acque superficiali previsti dalle tabelle in ordine ai parametri “Solidi sospesi totali”, “Azoto nitrico” ed “Alluminio” ed “Escherichia coli” (una specie di batterio).
Il comune tramite i suoi uffici e con una relazione del geometra Zimmardi aveva formulato le osservazioni che sono state rigettate dall'Arpa che ha considerato la reiterazione dell’illecito, fatto che ha comportato l’applicazione della sanzione amministrativa nella misura massima di 30.000 euro, «dato che le violazioni riscontrate sono della stessa indole, riguardano il medesimo impianto, sono state appurate nell’ultimo quinquennio (e specificatamente nell’anno 2012) e riguardano le medesime disposizioni normative». Entro il termine dei trenta giorni previsti dalla notifica dell’ordinanza-ingiunzione, il Comune di Trapani ha quindi proposto opposizione davanti al Tribunale con l’auspicio che possano avere una diversa valutazione ed accoglienza le osservazioni e le argomentazioni dell’audizione che ha avuto luogo presso il Servizio “Prevenzione, Tutela Ambientale e rifiuti” dell’ex Provincia e che, in prima istanza, l’Agenzia regionale per l’ambiente ha ritenuto di non accogliere.
STOP ALLA DIFFERENZIATA - Sono più le spese che i ricavi dalla differenziata e l'amministrazione comunale di Trapani fa marcia indietro sulla raccolta porta a porta. Alla scadenza del periodo di prova effettuato in via Virgilio e traverse, via Giovan Battista Fardella e piazza Martiri d’Ungheria, il Comune decide di tornare indietro e di non proseguire. Il vicesindaco Giuseppe Licata, assessore con delega all’Ambiente oltre che vicesindaco: "Con la raccolta differenziata sostenevamo una spesa di ventiduemila euro. E con il consiglio comunale che non ha provveduto ad adeguare le tariffe della Tari, di fatto non possiamo più proseguire il servizio".
Il 31 marzo scorso il consiglio comunale non ha discusso la delibera relativa alle nuove tariffe della Tari. Bloccando, così gli incrementi che l’amministrazione aveva previsto e che riteneva necessari per coprire gli eccessivi «sgravi» di cui beneficiavano coloro che conferivano i rifiuti nell’isola ecologica del lungomare Dante Alighieri. Le modifiche, infatti, riguardavano anche le percentuali minime per usufruire degli sgravi sulla Tari.
«Fatto incomprensibile - le parole del consigliere Enzo Abbruscato -. Nelle strade dove prima si faceva la differenziata ed adesso non più, stanno ricomparendo anche i cassonetti. Così si torna al punto di partenza. Capisco che la Regione non ha aiutato, ma non è neanche possibile che il nostro pseudovantaggio, quello di avere una società che gestisce il ciclo dei rifiuti e una discarica di proprietà, sia diventato una palla al piede».