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29/04/2017 06:05:00

Caso Giammarinaro, 28 testimonianze ritenute false. Le contestazioni dei giudici

I giudici del Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Trapani che hanno disposto la confisca dei beni per 15 milioni di euro nei confronti di Pino Giammarinaro, ex re della sanità trapanese, nonché la sua sorveglianza speciale per un ulteriore periodo di cinque anni, hanno trasmesso alla Procura i fascicoli riguardanti 28 testi chiamati a testimoniare dalla difesa dell’ex deputato regionale. I tanti amici, parenti, soci in affari, ma anche politici o dirigenti dell’amministrazione sanitaria avrebbero detto il falso e ci potrebbero essere le condizioni per un rinvio a giudizio. Toccherà adesso alla Procura decidere.

Fra i testi di "spicco" la cui testimonianza è stata inviata alla Procura c’è Totò Cuffaro, l’ex senatore e Presidente della Regione Sicilia che ha scontato sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa; l'ex consigliere comunale di Salemi Fabrizio Gucciardi; l'ex deputato regionale ed ex presidente dell'ordine dei medici Pio Lo Giudice; l'ex sottosegretario Francesco Saverio Romano; l'ex assessore di Salemi della Giunta Sgarbi, Caterina Bivona, i dirigenti della sanità pubblica Giovanni Gentile, Andrea Farina, il responsabile dell’Aias Francesco Lo Trovato, e poi Giuseppe Renda, i familiari di Giammarinaro, Angelo, Bruno e Maria Rosaria Calistro, Pasquale Angelo, Salvatore Scaturro, Giovanna Genco, Salvatore Tumbiolo, Domenico Caradonna, il medico Vincenzo Lo Re, i politici Pietro Cognata e Silvano Bonanno, l'ex sindaco di Trapani Cesare Colbertaldo, ed ancora Giovanni Cusenza, Antonino Orlando, Gaetano Gnoffo, Salvatore Montalbano, Carmelo Giannilivigni, Salvatore Calvaruso, Maria Rosa Perricone.

Le contestazioni - L’ex presidente della Regione Cuffaro ha detto di aver intrattenuto frequenti rapporti con Giammarinaro a partire dalle elezioni regionali del 1991, essendo diventati insieme parlamentari regionali nella medesima legislatura; mentre in precedenza vi era una mera conoscenza legata alla circostanza che entrambi sin dagli anni ’70 erano - in ambiti territoriali e a livelli diversi - segretari giovanili della D.C., Ma c’è da dire però che Cuffaro figura nel libro dei soci del Ginnic Club Alicia s.a.s. di Salemi dall’agosto 1988 al dicembre 1989 e in quel periodo Cuffaro, non solo è stato in società insieme ai familiari di Giamarinaro, con la sorella Giovanna e il suocero Raffaele Calistro, ma in data 5.4.1989 Cuffaro ha anche acquistato le loro quote societarie. I rapporti tra Giammarinaro e Cuffaro sono attestati sin dal 1987, come risulta dal documento denominato “Resoconto” sequestrato a Spanò Giovan Vito e in base alle dichiarazioni rese al P.M. da Antonino Birrittella, i frequenti e familiari rapporti tra Cuffaro e Giammarinaro risalgono addirittura al 1985.

Per i giudici i testi Giuseppe Renda, Maria Rosaria Calistro, Bruno Calistro, Angelo Calistro, Pasquale Angelo, Salvatore Scaturro avrebbero dichiarato il falso, e questo emergerebbe dalla perizia svolta dall’Arch. Costa, relativamente al fatto che hanno tentato di accreditare la versione secondo cui l’intero fabbricato contiguo al corpo principale dell’abitazione della famiglia Giammarinaro, sarebbe stato interamente costruito dal padre di Calistro Giovanna, Calistro Raffaele; viceversa, risulta che l’intero ampliamento è stato realizzato non in una (come affermato da tutti i dichiaranti) bensì in due fasi, di cui la seconda, ben più consistente per dimensione e impegno economico, certamente successiva al 2.9.1997 e antecedente al 13.9.2000.

Le dichiarazioni del consigliere comunale Fabrizio Gucciardi il 23.1.2012  - dicono i giudici - sono del tutto slegate dalla realtà e sono protese a fornire una rappresentazione adamantina del Giammarinaro: ciò emerge a titolo esemplificativo dall’affermazione secondo cui Sgarbi accentrò su di sé ogni decisione e in sua assenza era tutto rimesso alla Favuzza, mentre il tenore complessivo delle intercettazioni e dell’attività d’indagine dimostra che Giammarinaro era un vero e proprio prosindaco di Salemi e che a lui era rimessa anche da Sgarbi la soluzione di questioni politiche e istituzionali in cui il Giammarinaro a rigore non avrebbe avuto alcun titolo per mettere becco.

Caterina Bivona, ex assessore del Comune di Salemi, in riferimento all’utilizzazione del Centro Kim ha offerto una versione totalmente difforme dalla conversazione del 4.12.2009. Ma la testimonianza della Bivona risulta falsa anche per un altro aspetto. Infatti, dal tenore delle stesse parole pronunciate in altra conversazione - scrivono i giudici - è chiaro che lei aveva consegnato a Giammarinaro gli atti amministrativi da far firmare al Sindaco Sgarbi al momento dell’arrivo all’aeroporto.
A fronte di questa evidente emergenza, la Bivona ha falsamente sostenuto di aver consegnato i documenti da far firmare al Sindaco al Comandante della Polizia Municipale Muraca Diego.  La falsità di questa versione della Bivona emerge, oltre che dal tenore di un’altra conversazione anche dalla circostanza secondo la quale la Bivona non avrebbe avuto alcuna ragione per consegnare tali documenti al Muraca prima dell’arrivo del Sindaco a Salemi, visto che Sgarbi stava per fare rientro in città; e quegli atti, inoltre, interessavano proprio il Giammarinaro, come la delega per l’Unione dei Comuni e l’assegnazione all’AIAS del terreno confiscato a Miceli Salvatore; a ciò deve aggiungersi che nella successiva nella conversazione l’assessore Grillo Antonina asseriva espressamente che Giammarinaro aveva gli atti da fare firmare a Sgarbi all’arrivo all’aeroporto (“Manicomio (trattasi di Giammarinaro Giuseppe) si è partito...... per andarlo a prende lui......., che ha tutta una serie di deleghe da firmare, pronte”…“Pino si è partito per andarlo a prendere lui, in aereo........Ha tutte le deleghe pronte per farle firmare...e quello arriva…Ha la riunione dei Comuni, al posto di Antonella.......un......un bordello di deleghe da fargli firmare...Quindi rintraccialo”) e in altra conversazione  il vicesindaco  Antonella Favuzza e l’assessore Antonina Grillo avvisavano il comandante della Polizia Municipale di Salemi, Diego Muraca che Giammarinaro aveva documenti da far firmare al Sindaco (“Diego sta attento vedi che c’è GIAMMARINARO che gli deve fare firmare cose, stai attento”), mentre se i documenti fossero stati in precedenza consegnati al Muraca avrebbero dovuto quantomeno chiedergli se avesse già consegnato al Sindaco i documenti da firmare.

Altro punto contestato alla Bivona riguarda la sua affermazione sulla predisposizione di una delega  che le era stata richiesta da Sgarbi, mentre in altra successiva conversazione risulta che Sgarbi aveva firmato la delega senza neanche sapere cosa avesse firmato (“gliela firmata ma non sapeva cosa firmava, e che ho firmato, ehhh, perche' hai firmato, ma io ho firmato una cosa dove c'era scritto "belice"”…“non sa neanche che cosa firma”), con la conseguenza che non poteva essere stato Sgarbi a chiedere all’assessore Bivona la predisposizione della delega, ma proprio Giammarinaro.

Lo Trovato Francesco all’udienza dell’8.10.2013 ha deliberatamente fatto da sponda alla altrettanto falsa versione in precedenza fornita da Caterina Bivona, all’udienza del 13.11.2012, in ordine ad una loro pregressa conoscenza: tale versione, infatti, serviva a giustificare l’illogica chiave di lettura fornita da Bivona in ordine ad una conversazione dalla quale emerge chiaramente che era stato Giammarinaro a segnalare a Sgarbi l’AIAS di Lo Trovato per l’assegnazione dei terreni confiscati.

Inoltre, nella falsa rappresentazione fornita da Lo Trovato Francesco all’udienza dell’8.10.2013 la presenza di Giammarinaro all’incontro del 18.10.2009 tra lo stesso Lo Trovato e Sgarbi è dipinta in modo casuale; mentre dalle conversazioni successive e dalla relazione di servizio dei Carabinieri di Salemi del 18.10.2009 emerge chiaramente che l’incontro era stato organizzato con la piena partecipazione di Giammarinaro

Il dott. Tumbiolo Salvatore all’udienza del 19.1.2016 ha reso una testimonianza palesemente reticente su ogni aspetto su cui è stato escusso.
A titolo esemplificativo Tumbiolo ha sostenuto che con il dott. Marcello Fondacaro ha intrattenuto rapporti sporadici; ma ciò è contraddetto non solo dalle indicazioni del collaboratore Fondacaro, ma anche dalla moglie dello stesso, Giacalone Rosaria, che ha riferito che tra il marito e il Tumbiolo si è instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia. Tanto più che il Fondacaro e la Giacalone sono stati padrino e madrina di battesimo della figlia di Tumbiolo.

Il dott. Giovanni Gentile all’udienza del 19.1.2016 ha detto di non aver mai conosciuto personalmente  Salvatore Capizzo, ma è singolare, però, che il Gentile non abbia conosciuto il Capizzo, non solo perché lo stesso Capizzo è stato dipendente dal 27.9.1988 al 22.3.1990 del Day Hospital s.r.l.  di Mazara di cui era stato socio fondatore in data 15.6.1979 proprio il Gentile Giovanni; ma anche perché il Day Hospital s.r.l.  il 30.6.1990 intentò una causa per concorrenza sleale nei confronti di Capizzo Salvatore, Tusa Luigi e Maniscalco Antonino; e la riconducibilità del Day Hospitale s.r.l. al dott. Giovanni Gentile  fino almeno al 1992 è attestata anche dal dott.  Antonio Palma.

Nell’ambito di una testimonianza quantomeno di solidarietà determinata dalle comuni pregresse vicende giudiziarie, il dott. Giovanni Gentile all’udienza del 28.1.2016 (in prosecuzione dell’escussione iniziata il 19.1.2016) ha comunicato che sia lui, sia il Giammarinaro nel 1993 ricevettero un avviso di garanzia in una indagine concernente l’appalto per i rifiuti dell’USL n. 4 di Mazara del Vallo; ed ha sostenuto che alla fine furono assolti. 

In quell’occasione Gentile ha sostenuto di aver interrotto i rapporti con Pino Giammarinaro in quanto questi non gli fornì le delucidazioni richieste su alcune delibere per la predisposizione della linea difensiva.  Da allora in poi il Gentile, secondo la sua versione, non ebbe più alcun rapporto con Giammarinaro. Ma in realtà è contraddetto quantomeno dal fatto che insieme hanno condiviso le vicende giudiziarie che si sono protratte fino al 2006 (sentenza del Tribunale di Marsala del 20.2.2006 a carico di  Giovanni Gentile, Giuseppe Giammarinaro ed altri). 

Infine, Giovanni Gentile all’udienza del 19.1.2016 e all’udienza del 28.1.2016 ha asserito di aver svolto politica attiva e di essere stato eletto tra il 1983 e il 1985 consigliere comunale del P.S.I. a Favignana, ma ha precisato - contrariamente a quanto attestato dal dott. Cuffaro Salvatore - di aver sempre avuto posizioni politiche opposte a quelle di GIAMMARINARO. 

Ma la comune militanza di Gentile nella Democrazia Cristiana è finanche cristallizzata nella sentenza emessa dal Tribunale di Palermo il 20.6.2000 a carico del Giammarinaro per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. visto che in tale procedimento penale Gentile è stato escusso all’udienza del 13.12.1999 quale teste della difesa indicato come “medico provinciale a Trapani e militante della Democrazia Cristiana”.

Il dott. Lo Re Vincenzo all’udienza dell’11.2.2016 ha asserito di aver conosciuto Pino  Giammarinaro nel 1990 all’epoca in cui era presidente del Comitato di Gestione dell’USL n. 4 di Mazara del Vallo ed ha precisato di non aver mai intrattenuto rapporti di frequentazione con Giammarinaro.
Tuttavia, deve sottolinearsi che il dott. Palma Antonio ha sostenuto che lo studio radiologico denominato “Studio radiologico del dr. Vincenzo Lo Re” era “intestatario di una convenzione rilasciata con decreto assessoriale, appunto per l’esercizio dell’attività di radiologia. Non so se per l’ottenimento di tale convenzione doveva presentarsi richiesta al Comitato di Gestione di Mazara unitamente all’Ufficio del medico Provinciale, sta di fatto che rammento che il dr. LO RE si rivolse all’allora Presidente del Comitato di Gestione dr. Giuseppe Giammarinaro. Il Giammarinaro per il suo interessamento, per quanto è a mia conoscenza, non ha preteso nulla in cambio. Di contro tengo a sottolineare che, dati i rapporti che ho con il dr. LO RE, sicuramente quest’ultimo mi avrebbe messo a parte di eventuali richieste fattegli dal succitato Giammarinaro". 

E lo stesso dott. Lo Re Vincenzo ha dichiarato: “Intorno al 1990 io espletavo la mia attività professionale, che è quella di Radiologo, che peraltro espleto tuttora, a Mazara del Vallo all’interno di uno studio privato congiuntamente al mio collega dott. PALMA Antonio. In tale contesto e nello stesso momento nasceva l’esigenza per la nostra attività professionale di accrescere il lavoro utilizzando un macchinario TAC. Infine, i giudici hanno  trasmessi alla Procura della Corte dei Conti gli atti invece relativi alla testimonianze dell'ex manager dell'Asl di Trapani Gaetano D'Antoni e alcuni atti a firma dello stesso onorevole Giammarinaro nonchè del funzionario dell'Asp Danilo Palazzolo.