Nuova puntata della vicenda sull'abbattimento di alcuni alberi, delle eritrine, nel centro storico di Trapani, che ha attivato un comitato spontaneo di cittadiini contro le intenzioni dell'Amministrazione Comunale.
Oggi le parti coinvolte nella vicenda dell’abbattimento, poi sospeso, delle eritrine dovrebbero incontrarsi. L’amministrazione comunale ha infatti convocato una conferenza di servizi alle 10.30 nel corso della quale - si legge in una nota diffusa dal Comune - saranno esaminati gli elementi e i documenti acquisiti. All’incontro sono stati chiamati a partecipare, oltre al Sindaco, all’Assessore al ramo, al Dirigente del Settore competente, al RUP, al Direttore dei lavori, anche il Presidente dell’Ordine degli Agronomi, il Sovrintendente ai Beni Culturali, il Dirigente dell’Ispettorato Dipartimentale delle foreste, il rappresentante del comitato di cittadini nonché i professionisti delle società che hanno prodotto le relazioni tecniche di verifica di stabilità degli alberi.
La rivolta a Trapani è cominciata all’indomani dell’annuncio del Sindaco Vito Damiano dell’abbattimento di 39 alberi (30 nella via Duca d’Aosta, 6 a piazza Vittorio Veneto e 3 in via Salvatore Calvino) per salvaguardare l’incolumità dei passanti. Un provvedimento preso- come specificato sempre dallo stesso Sindaco- alla luce di un grave incidente verificatosi nel 2015 sullo scorrimento veloce, dove perse la vita una persona a causa della caduta di un albero, e dopo aver incaricato una ditta specializzata che, dalle analisi effettuate, ha individuato una compromissione pressoché totale della sezione portante al livello del fusto, del castello o addirittura della ceppaia.
Un comitato spontaneo di cittadini è così intervenuto per cercare di salvare gli alberi secolari, delle eritrine (si chiamano così perchè provenienti dall’Eritrea) pagando a proprio spese la consulenza di un esperto per verificare lo stato in cui versano le eritrine. Pertanto il loro abbattimento è stato momentaneamente sospeso. L’Amministrazione comunale ha infatti acconsentito ad un’ulteriore analisi delle piante ma la stessa però contesta il responso del professionista incaricato dal Comitato, perché si è limitato all’esame di 9 eritrine, ritenendo necessario l’abbattimento di sole 3 piante.
“Provate ad immaginare – scrive il comitato – il Viale Duca d’Aosta senza le 30 eritrine che si vorrebbero tagliare: quel luogo diventerebbe un deserto surriscaldato! E’ evidente a chiunque che avremmo una grave alterazione del paesaggio e dell’ambiente! La normativa impone l’obbligo di autorizzazione paesaggistica che il Comune non ha chiesto. Ricordiamo peraltro che la Soprintendenza, con propria nota, ha sottolineato che le Eritrine del centro storico <<appaino rappresentative dell’identità storica del centro tutelato>>. Per il comitato si tratta di “piante monumentali”, che non sono ritenute tali soltanto perché l’amministrazione comunale non ha proceduto a definire gli atti formali per dichiararle tali. Da quel momento entrerebbe in gioco il Corpo Forestale che subentrerebbe nella gestione. Il comitato aggiunge che “l’Ordine degli Agronomi ha scritto che la ditta che ha operato sulle piante di via Duca d’Aosta non ha eseguito indagini strumentali e che <<gli interventi di abbattimento prescritti non sono assolutamente attendibili>>. Anche noi abbiamo letto le perizie degli esperti del Comune e condividiamo pienamente il giudizio già espresso dall’Ordine degli agronomi”. Ed ancora: “Peraltro, nella conclusione della perizia della ditta incaricata dal Comune, relativamente alle piante di Via Duca d’Aosta, si prevede la possibilità di <<sostituzione graduale, per settori, con un piano pluriennale di intervento di 3-5 anni>>. E allora perché questa fretta?”. Su un altro punto il comitato prova a fare chiarezza. La vicenda è nata quando il Comune ha deciso di abbattere gli alberi sullo scorrimento veloce dopo l’incidente mortale che era stato causato dalla caduta di un grosso ramo su un furgone che transitava sull’asse viario. Da quel momento scattò una verifica complessiva che ha portato all’abbattimento degli alberi sullo scorrimento veloce. Su questa iniziativa dell’amministrazione Damiano il comitato non ha mai avuto nulla da dire ed ha condiviso la scelta. Ma quei 104 alberi erano pini e di poco pregio. Le eritrine non sono pini, dicono dal comitato e di conseguenza non possono essere trattate allo stesso modo. L’agronomo Filippo Salerno che ha scritto, per nome e per conto del comitato, ha voluto soffermarsi anche sulle verifiche fatte dai tecnici scelti dal comitato. L’incarico è stato affidato a spese dello stesso comitato. “I nostri periti hanno eseguito indagini strumentali su 9 piante scelte, con caratteristiche medie, fra le 39 che il Comune ha deciso di abbattere. Il risultato è stato che 7 su 9, chissà perché il sindaco scrive 6 su 9, hanno bisogno di una potatura e manutenzione adeguata ma possono ancora avere una lunga vita. Pertanto, applicando una semplice proporzione, ne deriva che almeno 30 delle 39 piante condannate potranno essere salvate a condizione di vietare le contestatissime capitozzature”. Il comitato avrebbe voluto incontrare il sindaco ma non è stato possibile.