Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
14/05/2017 17:13:00

Peschereccio di Mazara del Vallo fermato da miliziani libici

  Il motopesca «Ghibli Primo», iscritto al Compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è stato fermato questa mattina in acque internazionali antistanti la Libia. Era a circa 25 miglia nord nord-est dalla zona di Bomba, nell’area di Tobruk. Il natante, di proprietà della società mazarese «Lumifa», è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo miliziani libici armati che hanno intimato al comandante Faro Licavoli e agli altri sei membri dell’equipaggio (tre italiani e tre tunisini) di fermare l’attività di pesca e di seguirli. Le due imbarcazioni sarebbero in navigazione verso un porto ad ovest di Derna, probabilmente Ras al Helal o a Bengasi. «Si tratta di una modalità inusuale - ha detto Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu - in quanto il peschereccio si trovava nelle acque internazionali antistanti il Protettorato di Tobruk le cui autorità prontamente contattate erano all’oscuro dell’episodio».

L’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Antonello Cracolici, sta seguendo direttamente le fasi della vicenda ed ha «chiesto alle Autorità militari di intervenire con mezzi navali ed aerei per scongiurare il pericolo di un sequestro in una zona considerata pericolosa». Cracolici ha anche allertato le autorità diplomatiche italiane mettendosi in contatto con il Sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Amendola.