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15/05/2017 06:05:00

Mafia e ortofrutta, la storia dei marsalesi Antonio e Massimo Sfraga

E’ di circa 7 milioni di euro il patrimonio per il quale la settimana scorsa la quinta sezione della Corte d’appello di Palermo per le misure di prevenzione ha confermato il provvedimento di confisca emesso nel luglio 2012 dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani per i fratelli marsalesi Antonio e Massimo Sfraga, di 50 e 43 anni, imprenditori nel comparto dell’ortofrutta i cui affari sono cresciuti fino a tal punto da avere una sorta di monopolio nel trasporto della frutta in tutto il sud Italia, grazie all’ala protettiva della mafia corleonese in accordo con il clan dei Casalesi.

Nel 2012 per i fratelli Sfraga era sta emessa anche la misura della sorveglianza speciale. Quattri anni per il maggiore, Antonio, e due anni e mezzo per Massimo. Sorveglianza speciale che è stata confermata dalla Corte d’appello di Palermo. Tra i beni confiscati ai due, quattro abitazioni tra Marsala e Mazara, cinque terreni, di cui uno con fabbricato rurale, tra Marsala e Castelvetrano.

 L'arresto - I due imprenditori furono arrestati il 10 maggio 2010 nell’ambito di un’operazione condotta dalla Dia di Roma e dalla Squadra mobile di Caserta, che consentì, con 68 arresti, lo smantellamento di un asse criminale camorra-mafia che, secondo l’accusa, imponeva il monopolio dei trasporti su gomma ai commercianti che operano nel settore dei prodotti ortofrutticoli. Con il giudizio di primo grado i fratelli Sfraga sono stati condannati a tre anni di carcere, poi confermata dalla Corte d’appello di Napoli il 7 gennaio 2014. A fine ottobre 2015, però, la Cassazione, accogliendo di fatto la tesi difensiva della “inattendibilità” del pentito Gianluca Costa, ha annullato, con rinvio del processo in appello, la condanna dei fratelli Sfraga a 3 anni di carcere per “illecita concorrenza con minaccia o violenza”.

Il ruolo - Per gli inquirenti, gli Sfraga sarebbero stati, nel settore dell'ortofrutta, il trait d’union tra la camorra e Cosa Nostra. I due fratelli sarebbero stati imprenditori di riferimento dei capimafia Riina e Provenzano, garantendo il monopolio del trasporto verso Fondi (Lt) e altri mercati meridionali a ditte del clan casertano. Il ruolo criminale messo a disposizione di Cosa nostra dai fratelli Sfraga emerge dall’operazione “Sud Pontino”, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli. Sono i referenti del sodalizio mafioso facente capo alle famiglie Riina e Provenzano, per quanto attiene il trasporto di prodotti ortofrutticoli, ed in concorso con altri soggetti, alcuni dei quali appartenenti ad alcuni gruppi camorristici, segnatamente ai casalesi. Questi, infatti, imponevano, sia nei mercati di Catania e Gela e della Sicilia Occidentale, sia nei mercati di Fondi, Aversa e Giugliano e, quindi, ai commercianti che vi operavano, quale ditta che doveva effettuare il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, sulle tratte dalla Sicilia occidentale verso la Campania, il Lazio e altre zone del territorio nazionale, la Paganese Trasporti snc, ovvero altra da questa designata.

Le connessioni con altri gruppi criminali italiani – Nella vicenda degli Sfraga ci sono i collegamenti con personaggi come Costantino Pagano, Luigi Terracciano, Domenico Menna, Salvatore Frontoso, Carlo Del Vecchio, gestori della ‘’Paganese Trasporti snc’’, referenti del clan camorrista dei Casalesi per il trasporto su gomma del settore ortofrutticolo, i catanesi Giuseppe e Vincenzo Ercolano, Nunzio Di Bella, Nunzio Scibilia, Orazio Fichera, elementi di riferimento del clan mafioso Ercolano-Santapaola, nonché Giuseppe Antonio Domicoli e Biagio Cocchiaro, referenti del ‘’clan Madonia’’, famiglia Rinzivillo, di Gela. L’organizzazione avrebbe “condizionato il libero mercato con atti di violenza, minaccia e intimidazione tipici delle organizzazioni di stampo mafioso”.

I beni confiscati - Cinque immobili adibiti ad abitazione, ubicati nei territori di Marsala e Mazara del Vallo; cinque appezzamenti di terreno, di cui uno con annesso fabbricato rurale, ubicati nei territori di Marsala e Castelvetrano, in parte coltivati a vigneto, seminativo e frutteto; le omonime ditte individuali, con il relativo patrimonio aziendale, avente sede in località Strasatti di Marsala, ed operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli; 16 tra autocarri ed autovetture e tra queste c’è la Bmw che da qualche anno è stata assegnata su richiesta dell’amministrazione comunale al Comune di Petrosino; diverse quote societarie; disponibilità finanziarie depositate presso vari istituti di credito.