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16/05/2017 07:57:00

Caso Michele Licata, oggi udienza preliminare per il secondo filone dell'inchiesta

 Caso Michele Licata. Si tiene oggi l'udienza preliminare per il secondo filone dell'inchiesta.  La Procura di Marsala ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per i sette indagati il procedimento penale avviato, per auto-riciclaggio, ricettazione e violazioni finanziarie, da Procura e Guardia di finanza che ha visto coinvolto il nucleo familiare dell'imprendiotore settore ristorazione-alberghiero, travolto da un’indagine per una mega-evasione fiscale e truffa allo Stato. Accuse che a inizio dicembre scorso sono sfociate nella condanna di Michele Licata a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di carcere.

Ricordiamo che il  gruppo imprenditorialed di Licata è  finito sotto sequestro nel 2015 (alberghi, ristoranti, beni mobili e immobili, quote sociali, titoli e denaro per circa 130 milioni di euro), e sono state già condannate, per alcuni capi d’imputazione, anche le figlie Clara Maria e Valentina.

Cercando, poi, il fiume di denaro accumulato negli anni da Michele Licata, la Guardia di finanza, nell’ottobre 2015, trovò e sequestrò denaro contante per 50 mila euro e assegni per circa un milione e 200 mila euro. Fu in quel momento che finì indagato l’intero nucleo familiare di Licata. Dall’inchiesta, infatti, è emerso che Michele Licata, per evitare, secondo l’accusa, di subire ulteriori sequestri, avrebbe tolto somme di denaro dai sui conti correnti per versarli su quelli di suoi familiari (la moglie Maria Vita Abrignani, la madre Maria Pia Li Mandri e la figlia Silvia) fino a quel momento non indagate, ma per questo chiamate a rispondere del reato di ricettazione, come pure la figlia Valentina e il genero Roberto Cordaro. A difendere i sette imputati sono gli avvocati Carlo Ferracane e Stefano Pellegrino.