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19/05/2017 07:20:00

“San Francesco”: due presidenti a processo per appropriazione indebita, 71 parti civili

  Una folla di viticoltori (71 per adesso, ma potrebbero aumentare) chiede di costituirsi parte civile nel processo che vede imputati, per appropriazione indebita, i marsalesi Silvia Luisa Montalto, di 51 anni, e Biagio Valenti, di 58, rispettivamente ex e attuale presidente della Cantina sociale “San Francesco”. In Tribunale, davanti al giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte, Montalto e Valenti dovranno cercare di spiegare la “scomparsa” dal bilancio 2012 di un milione e 680 mila euro. E’ questa è la cifra contestata da Procura e Guardia di finanza, che hanno indagato dopo l’esposto presentato nel 2014 da oltre cento soci della cantina sociale, stufi di aspettare il pagamento dell’ultima quota per le uve ammassate nella vendemmia 2012. Motivo per il quale si sono rivolti a un legale, l’avvocato Pietro Saladino, che adesso assiste quasi tutte le parti civili insieme al collega Aldo Laudicina.

La contestazione più consistente è mossa alla Montalto, presidente della “San Francesco” dal 30 gennaio 2007 al 7 agosto 2014. A lei si contesta, infatti, un’appropriazione indebita di un milione e 321 mila euro. Valenti, invece, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato di 359 mila euro. La Montalto è difesa dall’avvocato Arianna Rallo, mentre legale di Valenti è Giovanni Galfano. Quest’ultimo, in particolare, sostiene che “dagli stessi atti del fascicolo dell’indagine, ed in particolare dalla relazione del consulente incaricato dalla Procura della Repubblica di Marsala, Dott. Alessandro De Vita, si comprende chiaramente e senza ombra di dubbio che nessuna appropriazione di somme è stata posta in essere dal presidente Biagio Valenti e che i soci hanno incassato una  liquidazione del loro prodotto inferiore rispetto a quanto previsto nel bilancio di previsione per tutta una serie di fattori, incluso il calo dei prezzi del vino avvenuto negli anni 2013-2014”. La Guardia di Finanza, continua Galfano, “non ha rinvenuto alcuna fuoriuscita di somme di danaro dai conti bancari della Cantina San Francesco in favore del Valenti, né di altri, o comunque anomala (ad esempio in contanti)” e “dispiace – dice ancora il legale - aver verificato che alcuni soci della Cantina non hanno compreso cha grazie al grande sforzo  posto in essere dal Valenti e dagli altri componenti del CdA, la Cantina si è salvata dall’oramai prossima Liquidazione Coatta (ossia dal fallimento)”. Nell’esposto presentato da 102 soci viticoltori nell’ottobre 2014, si sottolinea, invece, che già alla fine del 2010 “il risanamento del conto economico promosso dal consulente rag. Bucaria si realizza con grave esborso pecuniario dei soci”. Insomma, anziché intascare denaro per le uve ammassate, i viticoltori hanno dovuto mettere mano al loro portafogli per sanare “una condizione debitoria accumulata negli anni precedenti”. E per questo, si continua nell’esposto, “è difficile capire l’attuale catastrofe finanziaria a partire da quella data; e dunque nel giro di pochissimi anni”. Si continua spiegando che “dopo un anticipo di 25 euro (al quintale, ndr) percepito con notevole ritardo rispetto alle altre cantine del trapanese, il bilancio dell’annata 2012 si chiude approvato nel dicembre 2013 a 40 euro al quintale per l’uva come e a 42 euro per le uve speciali”. Mancano, dunque, ancora dai 15 ai 17 euro al quintale. Finalmente, nel dicembre 2013, vengono erogati altri 10 euro al quintale, ma non gli altri 10 promessi (poi ridotti a 8). Nel frattempo, i soci fanno un’amara scoperta. L’ultimo pagamento sarebbe “frutto dei proventi del vino (annata 2013) venduto alla Cantina Europa” e “dunque non attingendo ai fondi del bilancio chiuso nel 2012, come sarebbe stato naturale”. Che fine hanno fatto quei soldi? Ma c’è anche dell’altro. I soci, infatti, sollevano perplessità anche sull’esborso relativo all’acquisto di una catena di imbottigliamento il cui costo iscritto in bilancio è di ben 800 mila euro. Una cifra che reputano eccessiva.