Dopo Trapani, anche le elezioni a Castelvetrano rischiano di finire nel caos. Potrebbe arrivare in queste ore, infatti, la proposta di commissariamento per inquinamento mafioso del Comune di Castelvetrano dove come per Trapani si dovrebbe votare il prossimo 11 giugno.
La commissione di accesso agli atti, voluta dal Ministero dell'Interno, ha concluso la sua attività ispettiva, e ora tocca al Ministro Minniti portare l'eventuale richiesta di scioglimento sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri.
In caso di scioglimento del Comune di Castelvetrano per mafia saltano le elezioni del prossimo 11 Giugno e la città viene commissariata, con l'invio di tre commissari dal Viminiale, per almeno 18 mesi, prorogabili. La commissione di indagine si è insediata lo scorso Marzo. Il Sindaco Felice Errante si è invece dimesso a fine Aprile. I lavori della commissione di ispettori sono stati molto veloci proprio per evitare un possibile scioglimento ad elezioni già avvenute.
Lo scioglimento sarebbe davvero un brutto colpo per una città, 31 mila abitanti e spesso coinvolta in inchiesta di mafia, dove aleggia il fantasma del superlatitante Matteo Messina Denaro, nella lista dei 50 ricercati più pericolosi stilata dall’Europol, l’agenzia di contrasto dell’Ue che aiuta i paesi membri a combattere la criminalità internazionale e il terrorismo.
Proprio un anno fa, era marzo, fu sciolto il consiglio comunale per effetto delle dimissioni di 28 consiglieri su 30 nel pieno delle polemiche scaturite dal ritorno in aula di Calogero Giambalvo, che era stato arrestato nel novembre del 2014 dai carabinieri nell’ambito dell’operazione antimafia «Eden II» perché considerato tra i fiancheggiatori di Messina Denaro: una volta assolto, nel dicembre 2015, e tornato in libertà dopo 13 mesi di carcere, Giambalvo era stato reintegrato come consigliere comunale a gennaio dell’anno scorso. Sotto pressione da parte delle istituzioni e di parte della politica, 28 consiglieri alzarono bandiera bianca: i poteri del consiglio passarono nelle mani Francesco Messineo, nominato commissario straordinario dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta, anche alla luce del suo passato di capo della procura di Palermo.
A spingere ora la Prefettura di Trapani all’invio degli ispettori sono state le ultime indagini dei carabinieri che hanno svelato un sistema di controllo di alcuni appalti comunali da parte della criminalità organizzata, già emerso in altre indagini che hanno coinvolto dirigenti e funzionari comunali. Il pentito Lorenzo Cimarosa ha parlato anche di uno strano avvicinamento dell’allora candidato, Felice Errante, poi eletto sindaco: «È venuto a chiedermi voti, venne con Enrico Adamo, pure lui è impegnato in politica». Era la campagna elettorale per le amministrative del 2012, Adamo era in corsa per il consiglio comunale con la lista «Futuro e libertà»: nelle scorse settimane lui e suo padre Giovanni sono stati raggiunti da un provvedimento di sequestro di beni. Secondo la Dia di Trapani la loro fortuna imprenditoriale sarebbe avvenuta all’ombra della famiglia Messina Denaro. Questi e altri elementi raccolti dalla polizia e dalla guardia di finanza hanno convinto il prefetto di Trapani Giuseppe Priolo a proporre al ministero degli Interni un accesso ispettivo al comune. Dovrà essere verificato se vi siano «forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità della stessa, nonché il regolare funzionamento dei servizi a essa affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica».