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20/05/2017 22:20:00

Mazara, spacciatore con la videosorveglianza a casa per difendersi dalle forze dell'ordine

  Un ingegnoso sistema per difendersi dalle “incursioni” a sorpresa di polizia e carabinieri. E’ quello messo in atto dal 42enne mazarese Antonino Indelicato, con una sfilza di precedenti penali per detenzione e spaccio di stupefacenti, che nella sua abitazione di via Sacco e Vanzetti, nel quartiere di Mazara Due, aveva installato un impianto di video-sorveglianza in modalità “live” con il quale , attraverso un grosso monitor nel soggiorno, controllava chi si avvicinava alla sua abitazione. Per questo motivo, nonostante sospettato di spacciare eroina e cocaina, polizia e carabinieri, nel corso delle perquisizioni domiciliari, trovavano soltanto un bilancino di precisione e somme di denaro non giustificabili con lo stato di disoccupazione del proprietario dell’abitazione.

La presenza delle telecamere a protezione dell’attività di spaccio emerge dal decreto con cui il giudice delle indagini preliminari Riccardo Alcamo ha disposto, su richiesta della Procura di Marsala, il sequestro preventivo dell’impianto di video-sorveglianza, nonché delle somme di denaro (6.303 euro) e di quattro computer portatili trovati in possesso ad Antonino Indelicato. Questi ultimi, si sospetta, rubati da tossicodipendenti che li hanno ceduti in cambio delle dosi di droga. Antonino Indelicato è fratello maggiore di Giuseppe Indelicato, 39 anni, che lo scorso 12 gennaio è stato arrestato, in flagranza di reato, dagli agenti della Squadra “Pegaso” del Commissariato mazarese mentre cedeva cocaina ed eroina a un tossicodipendente in via Giovanni Bessarione.

Il provvedimento del gip riguarda solo il maggiore dei fratelli Indelicato, indagato per detenzione a fini di spaccio di droga e ricettazione (per i quattro computer di cui non ha saputo spiegare il possesso), anche se l’abitazione super protetta, come si legge nel decreto di sequestro del gip, sarebbe di entrambi i fratelli Indelicato. O, comunque, vi abitano entrambi. Ed entrambi, si legge ancora nel provvedimento del giudice Alcamo, sono “indicati da fonti confidenziali quali gestori di un vasto mercato dello spaccio di sostanza stupefacente, principalmente eroina e cocaina, nel quartiere”.