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20/05/2017 08:02:00

Omicidio Lombardo, Nicolosi: "Sono stato io a sparare"

 Davanti alla Corte d’assise di Trapani, il pentito Nicolò Nicolosi, 45 anni, di Vita, ha confermato di essere stato lui a sparare contro il 47enne Salvatore Lombardo, pastore con precedenti penali, ucciso con due fucilate, a Partanna, davanti a un bar, il 21 maggio 2009. Nicolosi si è autoaccusato nel processo che vede alla sbarra, come mandante, Giovanni Domenico Scimonelli, 49 anni, presunto boss mafioso di Partanna.

Secondo l’accusa, Lombardo sarebbe stato punito per il furto di un furgone carico di merce del supermercato Despar, di cui, all’epoca, il presunto boss partannese sarebbe stato gestore “di fatto”. Sul caso ha fatto luce l’indagine avviata dai carabinieri. Scimonelli sarebbe, tra l’altro, uno dei “colletti bianchi” più fidati del superlatitante Matteo Messina Denaro. Non per nulla, il 2 maggio 2016, è stato condannato a 17 anni di carcere dal gup di Palermo Walter Turturici nell’abbreviato scaturito dall’operazione antimafia “Ermes”.

Del gruppo di fuoco che uccise Lombardo avrebbe fatto parte anche Attilio Fogazza, 45 anni, di Gibellina, che sarebbe stato al volante dell’auto (una Volkswagen Polo scura) con cui la vittima fu raggiunta dopo avere adempiuto all’obbligo di firma presso la caserma dei carabinieri di Partanna. Dopo l’arresto, prima Fogazza e poi Nicolosi, decisero di iniziare a collaborare con la giustizia, autoaccusandosi del dell’omicidio e indicando Scimonelli come mandante. Sia Fogazza che Nicolosi (lo scorso 21 aprile, condannati, con rito abbreviato, a 16 anni di carcere ciascuno dal gup di Palermo Filippo Anfuso), davanti alla Corte d’Assise, due settimane fa, hanno cercato quasi di giustificarsi affermando che non potevano rifiutarsi di eseguire l’ordine di morte che sarebbe stato impartito da Scimonelli. “Se non l’avessimo fatto – hanno spiegato - saremmo stati noi a rischiare la pelle…”. A difendere Scimonelli è l’avvocato Calogera Falco, che ieri ha evidenziato “incongruenze” nel racconto dei due pentiti e “divergenze” nelle versioni dei fatti.