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29/05/2017 07:06:00

Castelvetrano, il candidato sindaco al figlio del pentito Cimarosa: “Ravvediti”

 Un paio di mesi fa scrivevamo come la collaborazione di Lorenzo Cimarosa, cugino di Matteo Messina Denaro, non fosse ancora stata letta dalla città come una scintilla di cambiamento. Il danneggiamento della sua lapide, avvenuto invece un paio di giorni fa, ha riportato Castelvetrano indietro di trent’anni. L’arcaica mentalità che chi si pente sia un infame, non può che essere alla base di questo gesto inquietante, che sembra essere collegato in modo molto diretto con quell’isolamento che il figlio Giuseppe (orgoglioso invece della scelta del padre) percepisce da tempo.

 

Ma forse ancora più inquietante è una registrazione che il candidato sindaco Maurizio Abate di Aria nuova aveva inviato a tanti Castelvetranesi attraverso i social, già dal gennaio scorso, in cui parla proprio di Giuseppe Cimarosa.

Spererei tanto che si ravvedesse – dice Abate – che la scelta di pentirsi, dopo che è arrivata nella sua famiglia la mano della magistratura che ha confiscato, sequestrato e ha messo fine ai loro investimenti criminali, precedentemente svolti dal genitore… Ora, non credo che sia giusto mettere tutto il territorio a repentaglio dalla loro scelta di collaborazione, con la speranza di avere rilasciato qualche bene”.

 

E’ una registrazione in cui i concetti vengono espressi con un eloquio confuso, dove i ruoli tra il pentito (scomparso l’8 gennaio dopo una lunga malattia) ed il figlio vengono confusi in modo platealmente imbarazzante.

Tornando al signor Giuseppe Cimarosa, io non è che non sono d’accordo che lui si è pentito, che lui ha scelto la strada della collaborazione, però perché devi mettere in mezzo tutto il mio territorio, la mia stessa persona e tante altre persone oneste come me, che non hanno a che fare con questo crimine? Sei andato in Rai (ospite da Santoro a “Servizio Pubblico” nel 2015, ndr), spero di andarci anch’io per andare a controbattere questo tuo pensiero personale di pentimento. Io non mi devo pentire di niente, tu sì perché tu l’hai commesso, io no e non mi devo pentire. Anzi, direi di illustrare alla cara magistratura, a quelle care persone che hanno condannato questo territorio grazie ad una irresponsabile organizzazione che in questo momento incombe presso gli uffici della magistratura, perché quando una persona viene subito sbattuta nelle prime pagine dei giornali per mafia, per droga, per atti illeciti che non ha commesso…

 

E giù contro giudici, stampa e magistratura:

Ci sono tanti articoli che sono stati messi dalla procura, dalla stampa, utilizzati dalla procura stessa per infangare delle famiglie, degli imprenditori, delle persone che non hanno a che fare con questo male e si sono trovati dopo anni di lotte, con ricorsi e prove schiaccianti che non c’entrano niente, ad essere assolti”.

Fino a quando arriva la richiesta diretta:

Caro Giuseppe Cimarosa, ti chiedo cortesemente di tenerti la tua scelta di vita precedente tutta per te. E se hai degli eventuali sbocchi di catturare qualche altro criminale, che io ti dico oggi quei criminali che si vorrebbero ravvedere come te, anziché andarli a mettere in galera, si possono cominciare ad additare l’uno dopo l’altro e cominciarli ad educare a cambiare vita”.

Poi, senza mezzi termini (o forse, proprio senza termini):

Per me la mafia non esiste. Non è altro che criminalità organizzata – spiega il candidato sindaco di Aria Nuova – Per me è un mestiere fatto da chi non ha potuto avere la fortuna di farne un altro onesto. Perciò se no diamo la possibilità a qualche persona che ha scelto questo settore disonesto, di dargli un lavoro onesto, sono sicuro che quella persona cambia strada”.

 

Secondo l’Abate pensiero poi, “non serve arrestare le persone e riempire le carceri, serve solo dargli una mano a curarli e portarli nella giusta direzione.”

Evidentemente una cosa a cui nessuno deve aver ancora pensato perché, a suo dire, “questa criminalità organizzata non è stata mai lottata nel modo giusto, o aiutata nel modo giusto.” Il perché, nonostante fosse stato così facile arrivarci, sarebbe da ricercare nell’incapacità di chi a vario titolo si occupa del fenomeno: “Tutte queste lauree di giurisprudenza, di magistrati, di ministri, di professori che io ho visto, sono tante persone adatte a correggere gli errori grammaticali, ma mai a capire quale sia il giusto o la giusta direzione per sconfiggere o aiutare questo male che esiste da sempre”.

 

Un male che lo strano candidato sindaco racconta di avere sfiorato, nell’occasione di un invito a “far parte dell’organizzazione criminale”:

C’è stato qualcuno che si è fatto avanti per cercare di corrompermi ma non c’è riuscito perché io, onestamente parlando, non sono interessato a questo fenomeno illecito che esiste in tutti i territori del mondo”.

Infine un tributo:

Dobbiamo abbassare gli occhi di fronte a quelle persone che hanno dato tanto , tanto, tanto, e poi si sono trovati ad essere distrutti dal bisogno di vivere, di passare all’altra corsia, quella della criminalità, per potere sopravvivere”.

 

Chiaramente, Giuseppe Cimarosa lo ha querelato.

 

Egidio Morici