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29/05/2017 06:00:00

Mafia a Marsala. L'operazione Visir fa luce sul mancato omicidio di un commerciante

Un killer ubriaco che rivela i suoi intenti nei confronti della vittima designata, è saltato in questa maniera l'omicidio di Vincenzo Danilo Pellegrino, un commerciante di prodotti ortofrutticoli. E' questo ciò che emerge dalle carte dell'operazione "Visir" che il 19 maggio scorso ha portato all'arresto di 14 soggetti ritenuti membri della famiglia mafiosa marsalese, tra cui il boss Vito Vincenzo Rallo.

Il teatro di azione dell'organizzazione criminale riguarda il territorio di Marsala, Petrosino e Mazara che, come abbiamo raccontato già altre volte, non sempre tra i vari affiliati ha visto una perfetta sintonia, ed inoltre la famiglia marsalese spesso è stata incapace di portare a termine gli obiettivi fissati a causa dell'incapacità di alcuni suoi componenti.

Ma come sono andati i fatti relativi al tentativo di omicidio di Pellegrino della Primavera del 2015. La vittima, Vincenzo Danilo Pellegrino, è un imprenditore che spesso fa affari con Vincenzo e Alessandro D'Aguanno, padre e figlio arrestati con l'operazione Visir. Da loro comprava meloni e li rivendeva. Un imprenditore che di se stesso diceva: “... io sono ovunque, te ne accorgi? Tipo Dio... non appena ti alzi gli occhi...vedi a Gesù Cristo... io sono come Dio... e allora, qua non esce un melone giallo se non lo decido io, ti dico solo questo...”.

Era anche ex amico di Giovanni Della Chiave, condannato a 26 anni di reclusione per l'omicidio di Antonino Via, commesso in un supermercato di Trapani e ucciso dai rapinatori la sera dell'Epifania del 2007. Un profilo criminale, quello di Pellegrino, ben conosciuto da Vincenzo D'Aguanno, tanto che, addirittura, lo riteneva tra gli uomini fidati di Vito Vincenzo Rallo.

Di ciò che ha commesso il Pellegrino per ricevere una condanna a morte non si sa nulla, ma Alessandro D'Aguanno era al corrente del progetto di eliminarlo. Così lo raccontava al padre: “Gli volevano fare la pelliccia a Pellegrino... per Pasqua... nel frattempo non si ubriaca questo, il figlio dello zio Pietro al night? Ed ha parlato con un mazarese, e sono venuti mazaresi qua per avvertire al Pellegrino”. “Ordine di chi?”, chiedeva il padre. Risposta: “... di quello là sopra... sono i killer loro”. Era tutto pronto, ma una soffiata gli salvò la vita a Pellegrino.

La conversazione intercettata è del 23 aprile del 2015 e Alessandro D'Aguanno comunica al padre anche i componenti del gruppo che avrebbero dovuto fare fuori il Pellegrino. Li indica nel "figlio dello Zio Pietro", chiamato "u picuraru, u longu" che secondo gli inquirenti è Domemico Centonze, arrestato  e successivamente condannato a 20 anni di reclusione assieme ad un cugino, Pietro Centonze, per l'omicidio di due tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi.

Gli altri componenti il gruppo di fuoco sono: Gioacchino Vincenzo Lupo, detto «Giacomo u tarantino», e un certo «figlio dello zio Peppe», l'unico che non è stato identificato.

Del mandante del tentativo di omicidio di Pellegrino, Vincenzo D’Aguanno e il figlio Alessandro hanno una loro idea e da questa cresce la convinzione che a ordinare l’omicidio sia stato il boss ai vertici dell'organizzazione locale Vito Vincenzo Rallo. Lo definiscono così: "Vincenzo, quello di là sopra», afferma uno dei due D'Aguanno. "Là sopra" sarebbe contrada Ciavolotto, la zona posta in una collina di Marsala dove abita Vito Vincenzo Rallo

Le gravi accuse dei D'Aguanno si riferiscono ad alcuni membri della famiglia, come il killer ubricaco  in un night che rivela tutto sul tentativo di omicidio di Pellegrino. Altro componente del gruppo di fuoco che non è riuscito a portare a termine l'omicidio viene definito «mezzo handicappato». Appellativo dato al Lupo, detto Giacomo u tarantino non vedente da un occhio. A completamento di una squadra d'assalto abbastanza sgangherata.