15,00 - Con il recupero dei corpi degli ultimi due pescatori Tunisini ancora dispersi, la Sala operativa della Guardia Costiera di Mazara del Vallo ha dichiarato concluse le operazioni di ricerca e salvataggio in mare iniziate fin dalle prime ore di sabato 27 maggio, subito dopo la notizia della collisione avvenuta a circa 18 miglia dalle coste Siciliane.
Nella mattinata odierna, infatti, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Palermo hanno recuperato nel giro di poche ore i corpi degli ultimi due marittimi Tunisini, rinvenuti incastrati nella parte poppiera del peschereccio HATEM KOUSAI, inabissatosi a seguito dell’impatto con il mercantile Panamense GAZ CENTURY, in navigazione verso il porto di Malta, adagiato su un fondale di circa 37 metri, vicino al luogo della collisione.
Dopo quello di Faisel Laghdifi, i quattro membri dell’equipaggio superstiti ed ancora a bordo della M/N GAZ CENTURY hanno effettuato il riconoscimento anche degli altri due sfortunati pescatori, Chokri Laghdifi e Yassine Laghdifi, identificati a mezzo scambio di immagini in via telematica tra la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo e il Comando del mercantile Panamense. La procura di Marsala ha poi autorizzato la consegna delle salme al Consolato Tunisino in Italia che ne curerà il rientro in Patria.
Le operazioni di recupero di questi giorni sono state particolarmente impegnative a causa delle forti correnti in zona che hanno reso davvero difficile il lavoro dei sommozzatori e degli altri mezzi aeronavali impiegati per l’occasione.
Trattandosi di un sinistro marittimo occorso in acque internazionali, in virtù della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare sottoscritta a Montego Bay nel 1982, spetterà ora alle Amministrazioni di Panama e della Tunisia svolgere le necessarie attività di indagine per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità sull’accaduto.
07,00 - Peschereccio affondato al largo di Mazara, trovati i cadaveri di due dei tre dispersi. Il corpo di uno dei tre dispersi del peschereccio affondato dopo la collisione con un mercantile battente bandiera panamense è stato recuperato, mentre un secondo cadavere è stato individuato a 37 metri di profondità. Il ritrovamento è avvenuto a circa un miglio dalla costa di Tre Fontane (Campobello di Mazara) e a una decina di miglia dalla zona della collisione, verificatasi ieri in acque internazionali, a circa 18 miglia dalla costa di Mazara del Vallo.
Il cadavere ritrovato dagli uomini della Capitaneria di porto di Mazara del Vallo, che sta coordinando le ricerche, è quello di Faisel Laghdifi, cugino di uno dei sopravvissuti e degli altri due dispersi, che sono Shoukri Laghdifi e Jassin Laghdifi. Il corpo di uno degli altri due dispersi, ma non si sa ancora chi sia dei due, è stato individuato dai sommozzatori dei vigili del fuoco incastrato in fondo al peschereccio, che si trova su un fondale di circa 37 metri, vicino al luogo della collisione. Le operazioni di recupero si prevedono lunghe poiché in quest’area di mare ci sono forti correnti che rendono difficile il lavoro dei sommozzatori. Le ricerche del terzo disperso proseguono con un elicottero della Guardia costiera e motovedette della Capitaneria di porto, dei carabinieri, della guardia di finanza e dei vigili del fuoco con i loro sommozzatori.
"L’ennesimo incidente in mare ci pone, ancora una volta, davanti al rischio che i pescatori affrontano, ogni giorno, in mare per mantenere le proprie famiglie. Una condizione di pericolo che, nonostante le continue richieste di attenzione da parte del sindacato, è stata trascurata dalle Istituzioni".
A intervenire dopo la tragedia in mare, avvenuta a circa di 18 miglia dalla costa di Mazara del Vallo, in cui una nave adibita al trasporto di gas e un peschereccio tunisino si sono scontrati provocando l’affondamento del peschereccio con il triste bilancio di tre lavoratori dispersi, è Giovanni Di Dia della segreteria provinciale della Flai Cgil di Trapani che denuncia il grave problema della sicurezza in mare e nella navigazione e auspica che le ricerche dei dispersi si possano concludere con un epilogo positivo.
"Negli anni - dice Di Dia - si sono registrati troppi incidenti in mare per questo è necessario trovare una soluzione tempestiva. Ribadiamo, pertanto, l’esigenza che tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, aprano un serio e operativo tavolo di confronto, allo scopo di condividere nuove regole che consentano agli operatori del mare di navigare in completa sicurezza".