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18/06/2017 08:34:00

Mazara, dissequestrato impianto di videosorveglianza per difendersi da polizia

 Il Tribunale del Riesame di Trapani (presidente Piero Grillo) ha dissequestrato, su richiesta della difesa, il dissequestro dell’impianto di video-sorveglianza con il quale, in modalità “live” e attraverso un grosso monitor posto nel soggiorno, due presunti spacciatori mazarese, secondo l’accusa, poteva accorgersi in tempo dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine e quindi sbarazzarsi della droga (eroina e cocaina) detenuta in casa. Per il Riesame, però, “non sussiste il rischio che le telecamere potessero essere utilizzate per commettere reati”.

A scoprire l’impianto di video-sorveglianza erano stati polizia e carabinieri nel corso di due diversi controlli nell’abitazione in via Sacco e Vanzetti, Palazzina 2, del quartiere popolare “Mazara Due”, dei fratelli Antonino e Giuseppe Indelicato, rispettivamente di 42 e 39 anni. Quest’ultimo arrestato, in flagranza di reato, dagli agenti della squadra “Pegaso” della polizia lo scorso 12 gennaio mentre cedeva cocaina ed eroina a un tossicodipendente in via Giovanni Bessarione. Ad accogliere la richiesta di sequestro probatorio del “sistema difensivo” avanzata dalla Procura era stato il Gip. La Procura chiese e ottenne anche il sequestro del denaro (6.303 euro in totale) e di quattro computer portatili trovati in possesso ad Antonino Indelicato. Il provvedimento del gip riguardava, infatti, solo il maggiore dei fratelli Indelicato, indagato per detenzione a fini di spaccio di droga e ricettazione, anche se l’abitazione super protetta, come si legge nel decreto di sequestro del gip, sarebbe di entrambi i fratelli Indelicato. O, comunque, vi abitano entrambi. Ed entrambi, si legge ancora nel provvedimento del giudice Alcamo, sono “indicati da fonti confidenziali quali gestori di un vasto mercato dello spaccio di sostanza stupefacente, principalmente eroina e cocaina, nel quartiere”.

Secondo gli investigatori, Antonino Indelicato (“gravato da innumerevoli precedenti penali e di polizia per reati in materia di stupefacenti” scrive il gip) avrebbe istallato le telecamere, puntate sull’unica strada di accesso all’abitazione, proprio per difendere i suoi “affari”. In modo da “eludere – scrive ancora il gip - eventuali controlli a sorpresa da parte delle forze dell’ordine, dandogli il tempo utile per nascondere lo stupefacente o disfarsene”. Prima della decisione del Riesame, era stato il pm, sempre su richiesta della difesa, a disporre la restituzione all’Indelicato delle somme di danaro e dei computer per mancanza di sufficienti indizi.