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02/07/2017 06:20:00

Castelvetrano, rifugi lager per i cani. Il maltrattamento e le sterilizzazioni fai da te

Vanno avanti le udienze del processo nei confronti di Liliana Signorello, presidente dell’associazione Laica, per i rifugi lager sequestrati dai carabinieri del Nas di Palermo nel settembre del 2015. In quell’occasione furono accertate le condizioni di sofferenza di più di 100 cani, presenti in recinti privi delle più elementari norme igienico sanitarie, che furono trasferiti in un rifugio idoneo di Sambuca di Sicilia.

Presso il Tribunale di Marsala, il 26 giugno scorso il giudice ha accettato la riqualificazione del reato, da “abbandono” a “maltrattamento”, proposta dalla Procura di Marsala.

La signora Signorello si era già opposta ad un decreto penale di condanna che prevedeva una pena pecuniaria, emesso nei suoi confronti a causa di “sufficienti elementi di responsabilità” che erano venuti fuori dall’informativa di reato e dagli accertamenti della Polizia Giudiziaria. Un’opposizione che ha portato al rinvio a giudizio e al processo che si sta svolgendo in questi mesi.

 

Nel frattempo, altre vicende particolari hanno riguardato la Laica. Come il ritrovamento dell’8 aprile scorso di 4 cani morti in una fossa comune, nei terreni di via Seggio (oggetto di sequestro nel 2015) dove, ad una delle carcasse è stato rilevato il microchip ed il cane è risultato vivo e presente nel canile municipale di Castelvetrano.

Nello stesso giorno, sempre nei terreni di via Seggio, i Carabinieri, l’Asp, la Guardia Forestale e i vigili urbani del Nopa, avevano rilevato la presenza di una quarantina di cani, la maggior parte cuccioli. Un rifugio abusivo (di nuovo) che però rimase lì, senza ulteriori controlli o sanzioni, ad esclusione di un esposto a firma della presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, che comunque non servì ad impedire che gli animali restassero esattamente dov’erano per due mesi.

 

Fino a quando, l’8 giugno scorso, tra quei recinti scoppiò un pericoloso incendio di vaste proporzioni, proprio mentre i volontari della Laica e la stessa Signorello si trovavano lì a “togliere” le erbacce secche. Dal comando provinciale dei vigili del fuoco, ci hanno detto che all’arrivo della squadra antincendio, la Signorello ha riferito di aver fatto uscire i cani dai recinti, sottraendoli alle fiamme (una trentina, secondo lo stesso comando).

In sostanza, il rifugio abusivo è ancora lì. Ancora nessun controllo e nessun provvedimento, nemmeno quello che nei casi di incendio da sterpaglia di solito viene fatto: la multa in base all’ordinanza sindacale sulla mancata pulizia dei terreni di campagna. I Vigili del Fuoco pare non abbiano avuto personale sufficiente per la comunicazione alla Polizia Municipale. E al comando dei vigili urbani non sapevano nulla, perché nessuno gliel’ha comunicato.

Non sono mancate nemmeno le voci su fantomatiche origini dolose (non confermate dai vigili), avanzate dissennatamente da qualche volontario sui social. E’ infatti difficile immaginare un ipotetico piromane che decide di bruciare tutto davanti ai volontari, proprio mentre questi stanno rimuovendo gli sterpi secchi e senza che nessuno si accorga della sua presenza. E’ un po’ più facile invece ipotizzare che la fatica ed il sudore per l’uso dei decespugliatori alle cinque del pomeriggio in un’area abbastanza vasta, abbia fatto scegliere la “soluzione” del fuoco controllato. Che magari è diventato incontrollabile, facendo sfuggire di mano la situazione. Per carità, ipotesi, certo.

 

Intanto, il provvedimento in cui il comune di Campobello di Mazara le aveva affidato il servizio antirandagismo non è stato ritirato (ne avevamo parlato qui). Al momento pare non sia stata firmata alcuna convenzione, ma il servizio è ancora “promesso” alla Laica: cattura, trasporto, custodia, mantenimento e sterilizzazione di 43 cagne randagie, per 9.500 euro.

Inoltre, una parte dell’opposizione politica della cittadina aveva fatto le ovvie considerazioni di opportunità:

Ci appare alquanto inopportuno affidare il servizio ad un’associazione che, a seguito di un provvedimento della procura della Repubblica, il suo presidente nella qualità, risulta imputata – aveva scritto in una nota del marzo scorso, Mario Giorgi, coordinatore del movimento ‘Io Amo Campobello’ - Riteniamo che non basti la disponibilità di alcuni volontari dell’Associazione Laica, per poterle affidare il servizio, ma si rende indispensabile l’imperativo di una obbligazione morale e di una opportunità etica, a cui in un ente pubblico non può sfuggire”.

 

Ma l’ente pubblico finora “è sfuggito” alla grande. Soprattutto alla luce del fatto che tra i requisiti di idoneità professionale richiesti dal relativo bando, ce n’era uno che diceva testualmente:

Svolgimento, nell’arco dei tre anni precedenti alla pubblicazione del presente avviso (2013, 2014 e 2015), di servizio analogo a quello richiesto, per conto di Amministrazioni ed Enti Pubblici e/o privati, senza che il relativo contratto sia stato risolto per inadempienza o siano state mosse gravi contestazioni e penali”.

Nel caso della Signorello, il servizio analogo a quello richiesto, per conto del comune di Castelvetrano, più che concludersi con “gravi contestazioni e penali” si era concluso con gravi contestazioni di natura penale: il sequestro dei rifugi, il trasferimento degli animali in un canile a norma ed il rinvio a giudizio per maltrattamento di animali.

 

E di domande ne sorgono più di una.

Per esempio, in quali strutture starebbero le cagne nei 10 giorni di osservazione che precedono la sterilizzazione? E nei 7 giorni di degenza post-operatoria?

E poi, ancora: quale veterinario sterilizzerebbe gli animali?

Domande tutt’altro che pretestuose, alla luce di alcune inquietanti fotografie presenti su una pagina Facebook dal titolo Notfall Hunde Sizilien. Pagina prevalentemente rivolta ad un pubblico svizzero, ma direttamente collegata alla signora Signorello a Castelvetrano. Tra le varie immagini di cani adottati, da adottare e casi più o meno pietosi di animali ridotti malissimo che, per salvarli, si chiede un contributo sul conto di un’amica della stessa Signorello che risiede in Svizzera, ce ne sono alcune che forniscono un’idea su come l’associazione potrebbe intendere il concetto di sterilizzazione e di degenza pre e post operatoria.

Si tratta di immagini di cani legati ad un tavolo da cucina in condizioni di sterilità che farebbero rabbrividire qualsiasi veterinario. Come se non bastasse, insieme alle foto degli improvvisati interventi ci sono pure le foto delle fatture di farmaci venduti direttamente alla Laica, tra cui lo Zoletil (utilizzato prevalentemente come anestetico per le sterilizzazioni)

 

La pagina facebook riporta ad un sito dal nome “L.A.I.CA. Notfall-Hunde Sizilien”che, nella sua sezione italiana, propone addirittura vecchi video del 2011, dove sono presenti ancora quei volontari che dal 2013 (un paio di anni prima che le condizioni di gestione peggiorassero, fino ad arrivare ai sequestri del 2015), avevano già lasciato l’associazione.

La sezione svizzera propone invece le adozioni, con un apposito contratto (rigorosamente solo in lingua tedesca), in cui l’adottante è obbligato a corrispondere 500 euro per cuccioli (o cani non sterilizzati) e 600 euro per cani adulti sterilizzati, come “rimborso spese” tra biglietto, vaccini ed altro.

Insomma, per un viaggio di adozione di 5 cani sterilizzati, alla Laica verrebbero rimborsati 3.000 euro. In una nota di replica alle contestazioni mosse dal movimento “Io Amo Campobello”, l’associazione aveva scritto che in 15 mesi aveva fatto adottare circa 350 cani. Nel caso la metà di questi fossero stati affidati in Svizzera, ci troveremmo davanti a più di 90.000 euro di “rimborsi”.

E se l’adottante, non può più tenere il cane? Per contratto deve farlo tornare a proprie spese a Castelvetrano, in via XX Settembre, 14. Ovvero, esattamente nell’appartamento con giardino che nel 2015 era uno dei rifugi lager sequestrati dai Carabinieri del Nas.

 

Egidio Morici