Per Nicolò Girgenti, l'uomo già rinviato a giudizio per concorso nell'omicidio del maresciallo Mirarchi, il pm ha chiesto una condanna a 8 anni di carcere e il pagamento di 80 mila euro di multa, per concorso in coltivazione di marijuana. Per il 46enne bracciante e vivaista marsalese, invece, il processo in cui è accusato di concorso nell’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi inizierà avanti la Corte d’assise di Trapani il 14 luglio.
La sera del 31 maggio 2016, il sottufficiale fu ferito a morte con un colpo di pistola, in contrada Ventrischi, nell’entroterra di Marsala, proprio davanti a una sera in cui furono scoperte, subito dopo, circa 6 mila piante di canapa afgana. Girgenti, che gestiva quella serra fino a pochi mesi prima, è accusato di essere stato, comunque, ancora “in affari” con l’uomo cui cedette la gestione dell’impianto serricolo, Francesco D’Arrigo, di 55 anni, di Partinico (Pa), che fu arrestato subito dopo l’omicidio del sottufficiale, con Fabrizio Messina Denaro, 50 anni, pregiudicato per fatti di droga, di Castelvetrano (ma nessuna parentela con l’omonima famiglia mafiosa), e con Francesco Lojacono, genero di D’Arrigo.
Adesso, nel processo con rito abbreviato davanti al gup Riccardo Alcamo, il pm Anna Sessa, oltre che per Girgenti, ha chiesto 8 anni di carcere e 80 mila euro di multa anche per D’Arrigo e Messina Denaro, mentre per Lojacono ha invocato 6 anni e 60 mila euro di multa