“Il fatto non sussiste”. Con questa motivazione, il Tribunale di Marsala ha assolto il 52enne pregiudicato mazarese Nicolò Pipitone dall’accusa di violenza sessuale. Era stata la stessa presunta vittima, una donna maggiorenne, un anno fa, nel corso del processo, ad affermare, in aula, che lei quell’uomo, l’imputato alla sbarra, non l’aveva mai visto prima.
Eppure era stata proprio lei, nel 2011, in Commissariato, a Mazara, dove si recò per sporgere denuncia, a puntare l’indice sulla foto segnaletica del Pipitone. Affermando di riconoscerlo tra le centinaia di foto del corposo album mostratole dalla polizia. Evidentemente, ad abusare sessualmente della donna sarà stato qualcuno che somiglia molto al Pipitone. Dopo quel “mai visto prima”, anche il pm ha chiesto l’assoluzione del Pipitone, che è stato difesa dall’avvocato Simone Bonanno. Rispondendo alle domande del pm Antonella Trainito, la presunta vittima aveva, comunque, confermato in buona parte tutto il resto del racconto fatto a suo tempo.
A toccarla al seno e nelle parti intime, tentando anche di baciarla in bocca, sarebbe stato un uomo con il quale, con altri conoscenti, si era recata in auto, al termine di una serata trascorsa insieme, nella zona di Tonnarella. Qui, i due erano rimasti soli all’interno di un casolare e l’uomo ha tentato subito un approccio, ma la donna si è rifiutata. E per questo sarebbe stata anche picchiata. Alla fine, comunque, sarebbe riuscita a divincolarsi. Adesso, però, insieme ad una testimone, rischia un procedimento penale per falsa testimonianza.
Il Tribunale ha, infatti, disposto l’invio degli atti d’udienza in Procura, affinché questa valuti se ci sono gli estremi per avviare un procedimento a loro carico.