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06/07/2017 07:16:00

Partanna, omicidio Lombardo: altre due persone arrestate dopo otto anni. Ecco chi sono

13,20 -  Giuseppe Genna nato a Paceco il 13.05.1960 e Rosario Scalia, nato a Castelvetrano l’11.06.1975 sono i due uomini arrestati questa mattina dagli uomini del RONI dei Carabinieri di Trapani e delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del ROS. I due sono ritenuti gli autori e complici dell'omicidio di Salvatore Lombardo avvenuto a Partanna nel 2009. Qui il comunicato stampa congiunto di Carabinieri e Polizia di Stato:

Il provvedimento è il proseguimento del primo che il 26 novembre 2015, aveva  portato all'arresto dei due esecutori materiali del crimine, i citati Nicolosi e Fogazza (oggi collaboratori di giustizia) e il successivo 15 dicembre all’arresto del mandante Giovanni Domenico Scimonelli, esponente di spicco della famiglia mafiosa di Partanna.

Il gip, infatti, accogliendo le richieste formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nelle persone del Procuratore Aggiunto Dott. Paolo GUIDO e dei Sostituti Procuratori Dr. Carlo MARZELLA e Dr. Francesco GRASSI, ha riconosciuto, in GENNA Giuseppe e SCALIA Rosario gli altri due concorrenti nell’omicidio.
I fatti risalgono al 21 Maggio del 2009, allorquando personale dei Carabinieri di Castelvetrano, a seguito di una segnalazione anonima, si recava nei pressi del bar denominato "Smart Cafè", sito in Partanna, accertando che ivi, LOMBARDO Salvatore, pregiudicato del luogo sopratutto per reati contro il patrimonio, era stato attinto da due colpi di fucile cal. 12 e si trovava esamine proprio all’ingresso del suddetto bar.
Le indagini esperite nell’immediato, permettevano di accertare che il LOMBARDO era sottoposto all’obbligo di firma presso quel Comando alle ore 19.00 di determinati giorni, incombenza che aveva assolto anche quella sera per poi essere mortalmente attinto, dopo essere tornato al noto bar di via XV Gennaio, dall’azione di fuoco posta in essere da due persone sconosciute.
Nell’immediatezza dell’evento venivano anche acquisite le immagini riprese dalle videocamere di due esercizi commerciali, una gioielleria ed un fioraio, dislocati lungo il tragitto compiuto dalla vittima per andare e poi tornare dalla caserma dei Carabinieri.
La visione delle immagini delle telecamere dei due esercizi commerciali consentiva di accertare come il Lombardo, mentre si recava in caserma e mentre vi si allontanava, era stato seguito da vicino da due soggetti a bordo di un’autovettura Volkswagen Polo di colore scuro, ed appurato successivamente compatibile con quella utilizzata dai killer dopo l’azione di fuoco.
L’attività investigativa esperita nei mesi a seguire non consentiva di individuare i responsabili dell’efferato delitto, né far luce sul suo movente ed il caso sembrava essere destinato a rimanere irrisolto.
Le recenti indagini, invece, condotte dalla l’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nell’ambito della ricerca del latitante Matteo MESSINA DENARO, permettevano di chiarire come LOMBARDO Salvatore fosse sospettato di essere l’autore del furto di un camion e di merce ai danni del supermercato DESPAR di Partanna (Tp) gestito, di fatto, da SCIMONELLI Giovanni Domenico e la sua uccisione rappresentava in sostanza una vendetta.
Le nuove indagini del RONI dei Carabinieri di Trapani e della Squadra Mobile di Trapani, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del ROS, hanno permesso un’ulteriore e recente progressione investigativa che, attraverso servizi tecnici e l’escussione di numerosi testimoni, hanno permesso di individuare in FOGAZZA Attilio e NICOLOSI Nicolò i presunti autori dell’omicidio LOMBARDO e in SCIMONELLI Giovanni Domenico il mandante.
In proposito, giova rammentare che SCIMONELLI, NICOLOSI e FOGAZZA erano già legati da uno stretto rapporto di amicizia al momento dell’omicidio, come appurato da pregresse attività d’indagine condotte dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani.
L’attento riascolto delle intercettazioni e la disamina del traffico cellulare dei protagonisti, consentiva di affermare, che vi erano stati più momenti in cui il NICOLOSI ed il FOGAZZA, avevano avuto la possibilità d’incontrare il LOMBARDO il giorno del suo omicidio.
Si riusciva, altresì, a collocare lo SCIMONELLI sulla scena del crimine, con particolare riferimento alle fasi immediatamente antecedenti il delitto quando, grazie a SCALIA Rosario, teneva sotto controllo gli spostamenti della vittima accertandosi che tutto stesse proseguendo nei termini previsti.
Le indagini inoltre, supportate anche dalle dichiarazioni pienamente riscontrate di FOGAZZA e NICOLOSI che nel frattempo hanno deciso di collaborare con la giustizia, hanno permesso di accertare anche la responsabilità di altri due correi: gli odierni arrestati GENNA Giuseppe e SCALIA Rosario.
Il primo aveva messo a disposizione di Nicolosi e Fogazza l’autovettura (WV polo) utilizzata per commettere l’omicidio e successivamente un’altra autovettura per far sì che gli stessi potessero immediatamente far perdere le proprie tracce. Il secondo per avere intrattenuto il LOMBARDO all’interno del bar, comunicando allo Scimonelli, tramite sms, i movimenti della vittima. Infatti, nel momento in cui il LOMBARDO lasciava il bar per recarsi presso la locale Stazione Carabinieri, Scalia notiziava dell’evento lo SCIMONELLI, il quale a sua volta avvisava NICOLOSI e FOGAZZA che avrebbero poi seguito e ucciso il LOMBARDO al suo rientro presso il bar.
Il gruppo d’investigatori dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, costituitosi allo scopo, ha, dunque, analizzato sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ogni dettaglio delle indagini esperite all’epoca dell’accadimento, ricostruendo nella sua interezza l’esecuzione dell’omicidio in parola, la cui pianificazione, alla luce di quanto detto, avveniva sicuramente nel contesto mafioso riconducibile al mandamento di Castelvetrano.

 

12,30 - I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e gli agenti delle Questure di Trapani e Palermo, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del Ros, coordinati dalla DDA di Palermo, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone accusate dell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto a Partanna il 21 maggio 2009. Si tratta di Giuseppe Genna, 57 anni, e Rosario Scalia, 42 anni, considerati i sicari del delitto. Altre due persone erano già finite in cella nel 2015 insieme al mandante, il fedelissimo del boss Messina Denaro, Domenico Scimonelli.
Il mandante un fedelissimo di Messina Denaro
Secondo gli inquirenti, la vittima sarebbe stata «punita» per aver organizzato il furto di un furgone carico di merce di proprietà di Scimonelli. Titolare di un supermercato a Partanna, Scimonelli aveva un ufficio nel cuore di Milano. Sospetti, per gli inquirenti, i suoi frequenti viaggi in Svizzera, dove la «primula rossa» di Castelvetrano potrebbe nascondere i suoi tesori. Il Tribunale di Trapani gli ha sequestrato beni per 3 milioni di euro. Scimonelli sta scontando in carcere una condanna a 17 anni per associazione mafiosa. Per gli inquirenti sarebbe uno dei più fidati «postini» di Messina Denaro. Legato alla mafia di Partanna, per consegnare i «pizzini» al boss latitante, avrebbe utilizzato una bambina di 5 anni, figlia del pentito Attilio Fogazza.

07,00 - Altre due persone arrestate per il caso dell'omicidio Lombardo. I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e gli Agenti delle Questure di Trapani e Palermo, con il supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e del ROS,coordinati dalla DDA di Palermo hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altri due correi nell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto a Partanna il 21 maggio 2009.

I particolari saranno forniti durante la conferenza stampa che si terrà oggi alle 12.00 presso la Palazzina“M” della Procura di Palermo, presieduta dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido.

Salvatore Lombardo fu ucciso con due fucilate, a Partanna, davanti al bar “Smart Cafè”, il 21 maggio 2009. Lombardo sarebbe stato punito per il furto di un camion carico di merce del supermercato Despar. E all’epoca, gestore “di fatto” del supermercato sarebbe stato un presunto mafioso di Partanna: Giovanni Domenico Scimonelli.

Secondo la Dda, sarebbe stato proprio Scimonelli il mandante dell’omicidio. A sparare, invece, con un fucile calibro 12, sarebbero stati Attilio Fogazza e Nicolò Nicolosi. I due che si sono autoaccusati del delitto sono stati condannati  a 16 anni ciascuno.  Scimonelli ha invece scelto il rito ordinario e il suo processo si sta svolgendo a Trapani.


"Prima lo pigghia cca (alla spalla destra, ndr) e chistu un muriu, u tempo ca chistu scappa verso il bar Nicola ci tira un altro colpo”. Così Fogazza ha ricostruito la drammatica cronaca dell'agguato di sette anni fa.
"Nel 2009 - ha raccontato il pentito - arrubbano a stu supermercato, Scimonelli dice 'a mano veni sempri i dintra' (la mano viene sempre da dentro, ndr), dopo quattro cinque giorni viene e dice io 'u sacciu cu è, Lombardo, funciazza (soprannome con cui la vittima era conosciuta in paese, ndr)”.

Nel processo in corso a difendere Scimonelli è l’avvocato Calogera Falco, che in aula ha evidenziato che la sera dell’omicidio, la moglie di Lombardo, ascoltata dai carabinieri di Partanna, indicò altri possibili sospetti quali autori o mandanti dell’omicidio. Non Scimonelli. “Antonella Chiaramonte – afferma, infatti, l’avvocato Falco – la sera del 21 maggio 2009, riferisce ai carabinieri di Partanna che il marito aveva litigato in quel periodo con i signori Chiofalo e Catalogna. Nella lite era intervenuto Falletta Antonino che qualche giorno prima dell’omicidio si era recato a casa della figlia Cristina Lombardo ed afferrandola per il capelli l’aveva portata fuori dall’abitazione. Poi, abbassandosi i pantaloni, le aveva urinato davanti dicendole: ‘a dru giglio di to pà ti lu scannnu picchì detti lignate a me soru sordomuta’. Sono intervenuti i vicini per fermarlo e lui è andato via”.