Isabel Liotta contesta il racconto della figlia di Michele Lusseri, secondo la quale tra lei e l’ex presidente della locale Associazione Antiracket e Antiusura ci sarebbe stata una relazione sentimentale nel periodo in cui era dipendente del Gol Bet di via Abele Damiani.
E lo fa sapere tramite il suo legale, l’avvocato Maria Carla Garamella, che l’assiste, come parte civile, nel processo che, in Tribunale, a Marsala, vede accusato di maltrattamenti, violenza sessuale ed estorsione. Reato, quest’ultimo, per il quale il pm Giulia Mucaria, che per Lusseri ha chiesto la condanna a sei anni di carcere, ha chiesto la derubricazione in violenza privata.
Il processo a Michele Lusseri è nato dalla denuncia sporta dalla Liotta, le cui affermazioni sono state sostanzialmente accolte dalla Procura. Altrimenti non sarebbe stata invocata la condanna a sei anni.
In aula, la figlia di Michele Lusseri aveva affermato che il padre fu costretto a licenziare la Liotta dopo che la moglie lo aveva messo “con le spalle al muro”. La giovane ha, infatti, raccontato che alla madre erano arrivate “voci” di una possibile “liason” del padre con la dipendente, che dopo il licenziamento ha denunciato il Lusseri.
“A mia madre – ha dichiarato la figlia di Michele Lusseri - furono riferite voci di una storia tra mio padre e Isabel Liotta e per questo ebbe un crollo psicologico. A casa, davanti a mia madre, mio padre ha confermato la relazione, ma ha detto che c’era stato solo un bacio”. Una versione completamente diversa rispetto a quella dell’accusatrice.
“Tutta la dinamica così come narrata dalla figlia dell’imputato – ribadisce l’avvocato di parte civile, Maria Carla Garamella - lascerebbe intendere che tra i due soggetti coinvolti fosse esistita una relazione. Circostanza questa decisamente negata dalla signora Isabel Liotta, non potendo altrimenti essere contestata la violenza sessuale”.
A difendere Michele Lusseri sono gli avvocati Duilio Piccione e Luisa Calamia.
Ecco la nota dell'avvocato Garamella:
Gent.mo Direttore,
con riferimento all'articolo pubblicato in data 08 Luglio, nello spazio dedicato alla cronaca giudiziaria marsalese, dal titolo "Chiesti sei anni di carcere per l'ex presidente dell'associazione antiracket di Marsala", essendosi rilevate numerose incongruenze nonché riferite circostanze non esatte, si chiede procedere alla rettifica, nell'interesse della mia assistita Sig.ra Isabel Liotta.
In particolare non risponde al vero che i principali capi d'imputazione contestati all'imputato Lusseri (capo a) delitto p.p. dall'art. 572 c.p. maltrattamenti e capo b) delitto p.p. dall'art. 609 bis c.p.violenza sessuale) siano stati derubricati in violenza privata; unico capo derubricato è stato quello, (capo c) delitto p.p. dall'art. 609 c.p.) relativo ad una estorsione derubricato in violenza privata.
Del resto è intuitivo comprendere che se così non fosse, la richiesta di condanna a sei anni di reclusione, sarebbe stata del tutto priva di alcun riscontro normativo.
Inoltre, appare improprio riportare esclusivamente le dichiarazioni di uno dei testi a discarico, non avendo mai fatto alcun cenno alle pesanti dichiarazioni accusatorie rese dai testi del PM e della parte civile.
Invero tutta la dinamica così come narrata dalla figlia dell'imputato, lascerebbe intendere che tra i due soggetti coinvolti fosse esistita una relazione, circostanza questa recisamente negata dalla parte civile, Sig.ra Isabel Liotta, non potendo altrimenti essere contestata la violenza sessuale.
Rimanendo in attesa del cordiale seguito alla presente, che si auspica avvenire nel più breve tempo possibile e con il medesimo rilievo, si porgono cordiali saluti.
Avv. Maria Carla Garamella