E’ stata l’ultima super-perizia, dopo una lunga serie di contrastanti consulenze di parte, a decidere l’esito del processo che davanti al giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone ha visto imputati, per omicidio colposi, due medici dell’ospedale di Castelvetrano, Vito Francesco Cuttone e Cataldo Anzalone.
Entrambi, alla fine, sono stati assolti. Per i due medici, il pm Anna Sessa aveva invocato la condanna, chiedendo 2 anni e 9 mesi di reclusione per Cuttone e 2 anni per Anzalone. Il procedimento penale era scattato a seguito della morte della 32enne castelvetranese Girolama Leone, che tre giorni prima aveva partorito una bambina. I due sanitari erano accusati di non avere compreso la reale gravità delle condizioni della donna, il cui decesso avvenne il 13 maggio 2011 al Policlinico di Palermo – dove la paziente fu trasferita in eliambulanza dopo il parto cesareo d’urgenza eseguito all’ospedale Sant’Antonio di Trapani – per la rottura di un vaso sanguigno del cervello a causa della pressione alta dovuta alla gestosi.
A Cuttone e Anzalone si contestava di non aver diagnosticato la patologia e di non essere intervenuti in tempo. Girolama Leone morì dopo avere dato alla luce una bambina. I due medici, secondo l’accusa, non compresero il reale motivo dei forti dolori addominali accusati dalla donna. Nel corso del processo, sono stati ascoltati diversi medici consulenti di parte (difesa, accusa e parte civile), ma i loro contrastanti pareri hanno convinto il giudice Giacalone ad accogliere la richiesta degli avvocati Gianni Caracci e Stefano Pellegrino, difensori di Cuttone, di nominare due super periti. Questi furono individuati dal giudice nel ginecologo Domenico Arduini e nel medico legale Vincenza Liviero, che poi, in aula, hanno sostanzialmente dichiarato che i due medici imputati avrebbero commesso degli errori, ma che Girolama Leone sarebbe morta ugualmente (a causa dell’emorragia cerebrale). Una conclusione che uno dei due avvocati di parte civile, Celestino Cardinale, legale del marito di Mimma Leone, definisce “contraddittoria, illogica e incomprensibile”.