Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/07/2017 11:15:00

Caso Spanò, oggi la Cassazione decide se il processo continua a Marsala

 Oggi la Cassazione decie se il processo a carico dell'infermiere Maurizio Spanò continuerà a Marsala o meno.  Il 54enne infermiere marsalese  è accusato di abusi sessuali su pazienti sedati per esami diagnostici nello studio privato del dottor Giuseppe Milazzo.

Oggi la Cassazione deciderà se trasferire il processo abbreviato ad altro tribunale per “legittima suspicione”. Come chiede lo Spanò, per il quale il pm Silvia Facciotti ha già chiesto la condanna a 13 anni di carcere. L’infermiere al centro della vicenda giudiziaria ha motivato la sua richiesta affermando che la rilevanza mediatica del “caso” può influenzare il giudice e i periti. Dopo questa richiesta, avanzata lo scorso 19 aprile, il Gup Alcamo ha subito sospeso il processo e inviato gli atti alla Suprema Corte.

 Dopo l’istanza di legittima suspicione, controfirmata solo da uno dei due avvocati difensori, e cioè Marco Siragusa (l’altro difensore è Stefano Pellegrino), furono piuttosto critiche le prese di posizione dei legali di parte civile. “Per me – dichiarò l’avvocato Vincenzo Forti - l’esito del processo è scontato. Spanò verrà condannato. Con questa richiesta sconterà un po’ più di pena agli arresti domiciliari piuttosto che in carcere. Ma, in ogni modo, il fatto più importante è che la condanna sociale è già stata emessa e non prevedere alcuna forma di appello. Una sentenza socialmente emessa sia nei confronti di Spanò che del dottor Milazzo, soprattutto alla luce delle brillanti dichiarazioni che quest’ultimo ha spontaneamente rilasciato ad alcuni organi di stampa locali”. Insieme a Forti, Francesca Lombardo aggiunse: “Nonostante sia una facoltà legittimamente concessa all’imputato dalla legge, sicuramente è uno strumento inutilmente dilatorio ed infondato, che tende soltanto ad allungare i tempi del processo e differire nel tempo una pronuncia di condanna certa nei confronti di Spanò, così danneggiando maggiormente tutte le parti civili”. Pure per l’avvocato Calogera Falco, la richiesta di Spanò è “un’azione palesemente dilatoria che non consentirà mai all’imputato, qualsiasi Tribunale giudicherà, di sfuggire alle proprie pesanti responsabilità”. E anche Ignazio Bilardello ha parlato di azione “dilatoria”, affermando: “Ritengo che la Cassazione riterrà inammissibile questo ricorso, in quanto non ci sono assolutamente i presupposti. L’articolo 45 del codice di procedura penale prevede delle forme di alterazione abbastanza precise che qui non ricorrono"