“Un vino per Borsellino”, ovvero un’etichetta speciale realizzata con il coinvolgimento delle cantine locali di Marsala, ma che servirà anche per imbottigliare i vini prodotti nei vigneti confiscati alla mafia: simbolo di rinascita e riscatto, dei terreni un tempo appartenuti alle cosche mafiose e delle comunità locali che ci vivono e lavorano, ma anche perché seduti attorno ad una bottiglia si può ricordare e riflettere, ancora una volta anche il vino torna a dare il suo contributo per non dimenticare il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e dei suoi cinque agenti di scorta, uccisi 25 anni fa da Cosa Nostra, il 19 luglio 1992, nell’attentato di Via d’Amelio a Palermo, poche settimane dopo la strage di Capaci in cui morirono il collega e amico magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.
L’idea di un concorso per la realizzazione di un’etichetta “Un vino per Borsellino” è stata lanciata dall’Associazione Nazionale Magistrati di Marsala, nel ricordo della strage, ieri nella città-simbolo del vino siciliano, con l’adesione del Comune e dell’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto al fenomeno delle mafie anche attraverso Libera Terra e le sue cooperative (www.liberaterra.it), che, dalla Sicilia alla Campania, dalla Puglia alla Calabria, valorizzano territori stupendi ma difficili, perché liberati dalle mafie, favorendone il recupero sociale e produttivo attraverso l’agricoltura e il vino.
“L’insegnamento fondamentale di Borsellino - ha detto Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Marsala, che fu uno dei sostituti di Borsellino quando era a capo della Procura di Marsala, riporta l’Ansa - è stato quello di essere persone semplici. Lui aveva sempre un entusiasmo quasi fanciullesco”, e, riferendosi all’azione di contrasto alla mafia, ha aggiunto: “mi piacerebbe dire, parafrasando Falcone, che “abbiamo risolto il problema”, ma purtroppo, anche se abbiamo dato duri colpi all’’ala militare di Cosa Nostra, non è ancora così. Sia perché non sono state attuate quelle politiche sociali che avrebbero dovuto sostenere la Sicilia dal degrado economico, sia perché non sono state attuate le politiche per sostenere l’Isola dal degrado morale”.