L’ex sindaco di Campobello Daniele Mangiaracina è stato “prescritto”, in un caso, e assolto, in un altro, dall’accusa di diffamazione in danno di un altro ex primo cittadino, Cirò Caravà.
I fatti sono relativi al gennaio/febbraio 2010, quando Mangiaracina diffuse alcuni volantini in cui contestava a Caràvà il mancato funzionamento del depuratore fognario. Ad emettere la sentenza, accogliendo la richiesta del pm Ignazia Uttoveggio (“Fu polemica politica”), è stato il giudice monocratico di Marsala Francesca Maniscalchi.
Il “non doversi procedere” per prescrizione del reato è stato sentenziato per il volantino diffuso in gennaio e l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per quello di febbraio.
In questo secondo caso, è stato riconosciuto l’esercizio del “diritto di critica”. I volantini, almeno quelli oggetto del processo, furono trovati in un salone da barbiere di Campobello.
Nel primo si affermava: “Il depuratore comunale non funziona ed inquina in quanto le acque reflue non trattate vanno a finire direttamente a mare”, ipotizzando inoltre che l’amministrazione avesse interesse a favorire qualche azienda locale a danno della salute dei cittadini. Nel secondo, invece, dopo la replica del sindaco Caravà, era scritto: “Le affermazioni del sindaco che il depuratore è funzionante ed è costantemente monitorato dagli uffici preposti del Comune e dall’Arpa sono false e contraddittorie, poiché il depuratore non ha funzionato nel settembre 2009 a causa di un furto di fili dell’alta tensione”. A difendere Mangiaracina è stato l’avvocato Calogera Falco, mentre legale di Caravà, costituitosi parte civile, è stato Ezio Di Marco.