11,00 - «Tre incendi in venti giorni, un rogo ogni dieci. Tra sabato e domenica l’ennesima profonda ferita causata dall’incendio che ha gravemente danneggiato la riserva naturale dello Zingaro, nostro inestimabile patrimonio naturale, purtroppo non colpito per la prima volta. Tanta amarezza, paesaggio spettrale e pericoloso: il 2 luglio, con l’incendio che ha mandato in fumo 150 ettari di bosco su monte Inici, ho lanciato l'allarme alluvioni per il rischio idrogeologico; pericolo quintuplicatosi con l’incendio del 12 luglio quando in zona Fraginesi abbiamo dovuto evacuare circa 100 famiglie con 550 ettari bruciati e abitazioni danneggiate. Un disegno criminale che questa volta ha avuto come obiettivo una tra le nostre più grandi ricchezze, cioè la riserva dello Zingaro. Un fronte di fuoco vastissimo ha bruciato la vegetazione nell’area a sud ma non la zona che arriva fino al mare. Circoscritto, e alla fine definitivamente domato e spento, con l’intervento di tre canadair. Un danno enorme che è stato limitato grazie all’unità di crisi che ha lavorato ininterrottamente ed in maniera encomiabile. Dobbiamo reagire per ridare sicurezza ai luoghi colpiti. Il territorio di Castellammare e Scopello sarà capace di lavorare per riprendere il suo progetto di sviluppo turistico che non può essere interrotto dall'opera di qualche delinquente». Il sindaco Nicolò Coppola si dice amareggiato ma invita a reagire dopo il chilometrico rogo che per oltre 24 ore ha bruciato una considerevole fetta della riserva naturale orientata dello Zingaro, arrivando a lambire l’area del bosco di Scopello dove, a scopo precauzionale, nel pomeriggio di sabato, sono state evacuate alcune villette ed attività ricettive. Domenica mattina con l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici e la direttrice della riserva Rosa La Barbera, il sindaco Nicolò Coppola ha effettuato un sopralluogo nelle zone colpite dall’imponente incendio. «Abbiamo avuto chilometri di fuoco alimentato dal vento di scirocco e nella zona del bosco di Scopello, unitamente a polizia e carabinieri ed a tutte le forze presenti, abbiamo temuto per alcune villette ed alcuni bed and breakfast. Abbiamo deciso di evacuare la zona, allontanando circa 200 persone ma l’allarme è rientrato dopo poche ore -racconta il sindaco Nicolò Coppola-. Ringraziamo attività, albergatori e residenti di Scopello che hanno collaborato. Fortunatamente nella notte il vento ha cambiato direzione e non ha più alimentato i roghi. Vigili del fuoco, polizia municipale e volontari della protezione civile hanno lavorato senza sosta e grazie a personale forestale di Castellammare che conosce bene i luoghi, in zona del castello di Baida sono state piazzate le squadre in punti precisi così da arginare il propagarsi delle fiamme. Nella mattinata di domenica il rogo è stato definitivamente spento con l’ausilio di un altro canadair. Ho già chiesto interventi urgenti a tutela della città per il pericolo alluvioni, scrivendo alla prefettura, protezione civile, genio civile, assessorato regionale al Territorio e ai vigili del fuoco. Negli anni 70, dopo un incendio su monte Inici, una alluvione causò morti e danni all’abitato. La storia insegna e chiedo ancora una volta -conclude il sindaco Nicolò Coppola- interventi urgentissimi di messa in sicurezza del centro abitato»
07,00 - Assalto criminale allo Zingaro. La più antica tra le riserve siciliane, a San Vito Lo Capo, un patrimonio unico, è per metà ridotta in cenere a causa di un devastante incendio doloso durato trenta ore e partito da quattro punti diversi. Per spegnere l'incendio sono stati utilizzati ben tre Canadair.
Secondo una stima approssimativa si parla di oltre tremila ettari tra zona boschiva, territorio della riserva e macchia mediterranea distrutti dalle fiamme.
Per quanto riguarda la Riserva vera e propria gli ettari in fumo sono 800, la metà circa rispetto all'estesione totale, 1650 ettari. La Riserva era stata colpita da altri incendi nel 2008 e nel 2012, ma non sono stati così devastanti come quello di ieri, che ha raggiunto le zone più impervie della Riserva, rendendo difficilissimi i soccorsi di vigili del fuoco, volontari, forestali, protezione civile.
L'incendio è scoppiato sabato intorno a mezzogiorno nella zona di Contrada Biro, a Custonaci. Ma è stato solo il primo focolaio, dato che si contano almeno quattro inneschi diversi: una vera e propria stategia criminale.
Sul posto il Sindaco di Castellammare, Nicola Coppola. Evacuate una struttura ricettiva e alcune abitazioni. Le fiamme hanno anche colpito la zona nei pressi della frazione balneare di Castelluzzo a San Vito Lo Capo. Lì sono state evacuate 15 villette e un b&b: circa duecento le persone che hanno dovuto abbandonare le abitazioni. Paura anche lungo la statale che da San Vito lo Capo conduce a Trapani perché ad un certo punto le fiamme hanno messo pericolo gli automobilisti. Poi il fuoco si è spostato a nord, e ha colpito Contrada Sughero, cuore dello Zingaro, e Monte Sparacio, mentre la temperatura ieri si aggirava intorno ai 40 gradi in tutta la Provincia.
Altre zone colpite: Balata di Baida a Castellammare del Golfo e Cala della Disa.
Intanto è sempre grave e ricoverato a Palermo, al centro grandi ustionati dell'ospedale Civico di Palermo Benedetto Li Causi, l'operaio della Forestale investito dalle fiamme mentre era intento nelle operazioni di spegnimento.
"Ieri sera ho visto l'inferno - racconta lo scrittore Giacomo Pilati - . Ci sono passato vicino. Ho respirato il suo puzzo immondo. Tornavo da San
Vito, potevano essere le 23,15. Le creste dei monti che orlano Castelluzzo erano ferite dalle fiamme, che oltraggiavano il cielo. Poi sempre più basse, fino a sfiorare la strada. Il fumo denso. Mi viene incontro. Avvolge la macchina. Un tunnel di fumo. Il crepitio del fuoco. Il tonfo di un ulivo incandescente sulla strada. Il fumo. Ora dal cielo piove cenere. Ora lacrime di fuoco. Non so se posso tornare indietro. Vedo fiamme dietro di me. La nebbia fitta. Provo a chiamare i vigili, la polizia. Le linee assenti. Faccio inversione. Dribblo un tizzone acceso sull'asfalto. Trattengo il respiro, il fumo entra nell'auto. Sento che si surriscalda. Ce la posso fare. Le lingue di fuoco. Sono li accanto a me. Devono finire il loro lavoro. Non deve restare più nulla. Torno a San Vito. Chiamo il 113. Le fiamme illuminano l'orizzonte. È una tragedia.E ha dei colpevoli. Ora so cos'è l'Inferno".