Prima di scendere nei dettagli di quanto accaduto all'assemblea di ieri sera, chi scrive ha il diritto ed il dovere di difendere il proprio operato e quello della Ttstata che egli rappresenta, ed allo stesso tempo ha il dovere di fare un passo indietro e precisare meglio un concetto espresso nel nostro articolo di ieri, lunedì 24 luglio 2017.
Sebbene erano pervenuti a tutti gli operatori dell'informazione due distinti Comunicati Stampa con due differenti orari di convocazione, l'assemblea pubblica svoltasi è stata unica, con Giuseppe Milazzo e Luigi Vinci seduti allo stesso tavolo, fianco a fianco. Come andremo ad approfondire nel corpo dell'articolo, per riutilizzare una metafora usata ieri, nessuno dei due sposi è scappato all'altare. Nonostante le furibonde e grosse divergenze, il matrimonio si è fatto, con la speranza che duri davvero a lungo. I co-presidenti Milazzo e Vinci (in ordine puramente alfabetico) hanno asserito che era necessaria la doppia convocazione: se l'ASD Marsala Calcio 2017 doveva convocare gli organi di stampa a questa sorta di assemblea di presentazione, lo Sport Club Marsala 1912 (ormai morto) doveva convocare gli stessi, a quella che fondamentalmente era la propria "messa funebre", dovendo, secondo il loro punto di vista, rendere conto alla cittadinanza della sorte finale della storica compagine azzurra.
Se tutto questo potrebbe anche avere una propria (contorta) logica, di certo non ha logica la colposa divergenza fra i due orari (19:15 la convocazione di Vinci, 20:30 quella di Milazzo) e parimenti non è logico il "mutismo" che ha caratterizzato entrambe le società. Sarebbe bastato comunicare lo stesso orario e spiegare in maniera stringata nello stesso il perché della convocazione.
Ovviamente, il doppio comunicato dal doppio orario non è stato l'unico campanello d'allarme a portarci a scrivere di una rottura fra le due società e del fallimento del "progetto Di Girolamo". Tutto il movimento sportivo locale era allo sbando, tutti avevano dedotto che le assemblee sarebbero state due distinte, e che quindi anche le squadre calcistiche sarebbero continuate ad essere due, tutti tranne quel pugno di ben informati interni alle due società, delle quali nessuno si è premurato a fare chiarezza se non alle 20:00 di ieri sera, quando è cominciata l'unica assemblea. Ci occorre inoltre sottolinerare che alcune fonti che in passato si erano poi sempre rivelate estremamente attendibili ci avevano riportato la rottura in extremis fra il gruppo Milazzo ed il gruppo Vinci, fonti che, fortunatamente, questa volta hanno avuto torto (sebbene lo stesso Milazzo in assemblea ha ammesso le forti discussioni e contrapposizioni intercesse fra lui e Luigi Vinci).
Allora, Fedeli Lettori, è giusto rimanere fedeli alla propria deontologia professionale che in questo caso impone di fare un passo indietro, ammettere l'errore e correggere il tiro. Avendo già spiegato la nostra totale buona fede e avendo ammesso l'errore, ci occorre rispondere a mezzo pubblico ad entrambi i neo-presidenti. A Luigi Vinci vogliamo rigettare le goffe e banali offese riservate alla nostra Testata dal pulpito dell'assemblea. Gli ricordiamo parimenti che la stampa sportiva è spesso espressione della cittadinanza e della tifoseria e mai si nutre di interessi o ambizioni personali e/o economiche. Gli operatori di informazione fanno il loro rispettabile lavoro e qualche volta possono sbagliare, come vuole una delle maggiori regole vincolanti della razza umana, ma mai ha in sé altro obiettivo se non quello del buon andamento del sodalizio sportivo in oggetto, di cui prima di essere addetti ai lavori, siamo tifosi dalla culla. Lo stesso non si può dire per chi ha amministrato questa società negli ultimi sette anni, e se la stampa avesse scelto in alcuni casi di dire una parola in più rispetto alla scelta di dirne una in meno, forse non si sarebbero toccate le bassezze a cui si è arrivati. Con la speranza che da questo momento in avanti non si scenda più nelle banali offese da quattro soldi, le auguriamo con la massima serenità buon lavoro.
Al presidente Milazzo, invece, tendiamo serenamente la mano ed accogliamo il suo sincero invito alla collaborazione e cooperazione fra società e organi di informazione, sperando che sia un motivo di stimolo per entrambe le parti a fare sempre un lavoro migliore, auguriamo anche a Lei un buon lavoro.
Nasce il nuovo Marsala Calcio, che sarà ai nastri di partenza del girone A dell'Eccellenza Sicilia 2017/2018 sotto la co-presidenzadell'avvocato Giuseppe Milazzo e di Luigi Vinci. In panchina andrà a sedere Ignazio Chianetta ed il parco giocatori allestito è da far tremare i polsi alle altre concorrenti alla vittoria del campionato. La squadra (che in pochi giorni cambierà denominazione da Riviera Marmi Custonaci 2015 a Associazione Sportiva Dilettantistica Marsala Calcio 2017) andrà a sostituire lo storico e blasonato Sport Club Marsala 1912, che rinuncerà all'iscrizione al campionato di Promozione e annullerà la richiesta di ripescaggio al campionato di Eccellenza, vedendo conseguentemente la terminazione della propria matricola FIGC e della propria matrice sociale.
Ieri sera alla presenza del sindaco Alberto Di Girolamo (vero e proprio "regista" dell'operazione di "fusione") è avvenuta la tanto attesa assemblea pubblica (una ed una soltanto, come ampiamente spiegato nel "corsivo" di apertura) di presentazione. La conferenza stampa, nella quale gli operatori avranno finalmente la possibilità di dibattere ed argomentare, è fissata per la prossima settimana.
In apertura di assemblea, il moderatore Dario Piccolo ha presentato alla cittadinanza i tre oratori: oltre al primo cittadino erano presenti Luigi Vinci e Giuseppe Milazzo, i co-presidenti della neonata ASD Marsala.
Il primo a prendere la parola è stato proprio il sindaco (che ricordiamo, al momento ricopre anche la carica di assessore allo sport ad interim, ndr) che ancora una volta ha espresso che a suo parere nessuna delle due squadre sarebbe stata in grado di concludere il campionato e che quindi l'amalgama dei due gruppi societari era necessaria oltre che auspicabile. Di Girolamo si è detto felice dei risultati ottenuti e pronto, con il resto dell'amministrazione, a rimanere vicino al nuovo progetto.
La parola poi è passata a Luigi Vinci, che ha spiegato che la scelta di dare fiducia al progetto del primo cittadino era stata sofferta ma giusta.
Vinci ha tranquillizzato la piazza dicendo che farà tutto quello che è in suo potere affinché in futuro la squadra possa recuperare il simbolo e la denominazione legale di Sport Club Marsala 1912, ed ha chiuso dichiarando la propria assoluta convergenza di intenti con Milazzo.
A questo punto ha preso la parola proprio l'avvocato Milazzo, il protagonista più atteso dei tre, colui che in questi lunghi mesi era rimasto silente pur avendo continuato a lavorare sotto traccia.
Milazzo si è presentato alla cittadinanza, dichiarandosi uno storico tifoso del Marsala Calcio. E' poi entrato nel vivo della questione spiegando che nel mese di marzo, mentre il Marsala navigava con una zattera nella più burrascosa tempesta oceanica immaginabile, aveva prospettato di dare una mano in prima persona. Dopo una serie di colloqui con il notaio Salvatore Lombardo, già noto sindaco di Marsala (1993-2001), attuale presidente del Consiglio Nazionale del Notariato e già alto dirigente sportivo (presidente nazionale AIA dal '92 al '97 e vicepresidente della Lega Professionisti dal '92 al '97), si era convinto a "bussare" alle porte delle altre squadre della provincia militanti nel Campionato di Eccellenza per sondare eventualmente il terreno per un eventuale trasferimento a Capo Boeo. Grazie all'intercessione di Cosimo Tumbarello, direttore sportivo del Marsala nei due recenti campionati di Eccellenza vinti (2010 e 2015), è entrato in contatto con il Riviera Marmi di Custonaci. L'amministratore unico custonacese Mario Sugamiele ha subito manifestato la disponibilità alla cessione della proprietà allo stesso Milazzo, cosa poi concretizzatasi (ad oggi, in attesa del placet dell'ufficio di presidenza della FIGC che arriverà a giorni, Milazzo è ancora proprietario del Riviera Marmi).
Milazzo ha poi dichiarato che da cinque mesi sta lavorando intensamente assieme ai propri collaboratori, professionisti ed imprenditori che in numero via via crescente lo hanno affiancato nel progetto, e che lo ha fatto in tutta riservatezza per motivi di opportunità. Lavoro che finalmente è venuto alla luce e a cui hanno contribuito molti uomini di calcio già noti alle cronache sportive locali (i cui nomi sono stati anticipati da Tp24.it in esclusiva più di un mese fa) come Ignazio Chianetta, Enzo Domingo, Giuseppe Chirco, Nicola Sciacca, Mimmo Li Causi ed Ignazio Bonafede.
Allo stato attuale, il gruppo societario e dirigenziale dell'asd Marsala conta ben 28 elementi, che hanno già messo mano al proprio portafoglio per coprire i costi dell'iscrizione in Eccellenza e per creare il corposo budget per il mercato e per il monte ingaggi.
Milazzo successivamente ha voluto, in un momento piuttosto emotivo, ricordare molti atleti che hanno indossato la maglia azzurra nel corso nel secolo scorso, atleti marsalesi e non, molti, troppi dei quali prematuramente scomparsi.
Milazzo ha poi asserito che nei prossimi giorni, in maniera concordata con l'amministrazione, faranno richiesta alla LND Sicilia per vedersi assegnato come impianto di gioco il Municipale Nino Lombardo Angotta. Ha convenuto con Vinci sull'intenzione di recuperare il prima possibile la denominazione ed il marchio dello storico sodalizio azzurro aggiungendo che proveranno in tutti i modi di applicarne il logo già nelle maglie della stagione che sta per cominciare.
Milazzo ha poi tranquillizzato la tifoseria toccando due punti sensibili. In prima battuta ha dichiarato che nessuno dei 28 soci/dirigenti ha intenzione di intascare un soldo dal Marsala e che ogni singolo centesimo fatturato dalle sponsorizzazioni sarà gravato, come legge e pulizia morale prevede, di IVA, tramite il noto modello F24 dell'Agenzia delle Entrate. Ha continuato dicendo che nessuno dei fornitori e dei tesserati avrà modo di reclamare crediti a fine anno (Luigi Vinci aveva in precedenza ricordato che quasi tutte le vertenze poste da ex tesserati del 1912 sono state chiuse).
In seconda battuta ha platealmente ed esageratamente posto fine alle "insinuazioni" su una possibile crisi con Vinci (pur, come detto, ammettendo le incomprensioni ed i litigi, cattivo sangue tra l'altro mai nascosto dallo stesso Vinci durante l'assemblea pubblica del Marsala 1912 del 21 luglio alla Fiumara del Sossio) e lo ha fatto chiamando Vinci "mio fratello Luigi" sporgendosi verso questi per un appariscente abbraccio.
Poi, ha toccato en passant uno dei tasti dolenti volutamente tralasciati durante l'assemblea, quello riguardante la reale possibilità della riacquisizione del marchio S.C. Marsala 1912. Milazzo si è appellato ai "colleghi di società di Luigi", riferendosi a coloro che ancora oggi detengono il 46% di proprietà di tale marchio e tale società, pregandoli di farsi da parte il prima possibile ("domani mattina") e consentire a lui stesso e a Vinci di poter riacquisire il marchio.
Già, perché a livello legale il destino del blasone azzurro è legato a Pino Occhipinti e a Salvatore Mannone.
Il marchio, infatti, potrebbe essere riacquisito da un'altra società solo nel momento in cui la stessa venisse messa in liquidazione. Ma la messa in liquidazione di una Società a Responsabilità Limitata quale il "1912" avviene se e solo sè viene approvata dai due terzi della proprietà.
Allo stato attuale, fra il 54% e spicci di Vinci ed il 66,67% richiesto "balla" ancora un 12% per il quale, per forza di cose, bisogna trovare un accordo con almeno uno dei due maggiori azionisti di minoranza fra i quattro rimasti in società riconducibili a quello che fu il Bosco 1970.
Pino Occhipinti nelle settimane precedenti si era detto "tradito da Vinci" quando quest'ultimo aveva espresso la volontà di confluire nel progetto Milazzo e aveva promosso di "opporsi in tutte le maniere". Tradimento, va detto, gridato non solo da Occhipinti, ma anche da un altro ex proprietario, quel Salvatore Stabile che due giorni prima aveva gratuitamente ceduto la propria fetta di proprietà a Vinci.
Salvatore Mannone non si esprime pubblicamente ormai da due anni, ma privatamente e a mezza bocca continua a riferire che non farà un passo indietro finché non si vedrà restituita la somma da lui personalmente anticipata per far fronte all'iscrizione al campionato nazionale di serie D 2015/2016.
Milazzo ha fretta, vuole che si defilino subito, ma ci sarà tempo per convincerli.
Infine, passiamo finalmente al campo, sperando di farlo una volta e per tutte.
L'assemblea si è chiusa con la presentazione di parte della rosa (roster ancora da completare) che già ha iniziato la preparazione precampionato agli ordini di Chianetta e del preparatore Enzo Cerami. Il parco giocatori allestito da Milazzo e soci, fa impressione per la categoria. Tantissimi i nomi di spessore, con Giovanni Maltese e Mario Lo Iacono (ex Riviera Marmi) in porta, Benny Calaiò, Gino Giardina e Valerio Genesio per quanto riguarda i difensori, a centrocampo il clamoroso ritorno in maglia azzurra per Nagib Sekkoum che dopo diciotto anni torna nella sua città natale dopo una straordinaria carriera fra serie C2 e serie D. E poi ancora Maiko Candiano già a Marsala in serie D dal settembre al dicembre 2015 in serie D, con tanti campionati in Lega Pro alle spalle, il giovanissimo Simone Falsone ex Folgore, il marsalese Tony Scarpitta, tanti anni in D e nell'ultimo anno nella trionfale vittoria di Paceco. In attacco, i botti sono ancora più incandescenti: Domenico Bettini, ex Mazara con varie esperienze in C ed in D; Corrado Montalbano, talentuoso trequartista autore di 8 reti in serie D al Gela nella scorsa stagione; Davide Testa, bomber marsalese purosangue al ritorno in azzurro che negli ultimi tre anni ha vinto per tre volte la classifica dei capocannonieri del girone A di Eccellenza Sicilia.
Dulcis in fundo, il nuovo direttore sportivo Renzo Calamia (ex Folgore Castelvetrano e Mazara) e lo stesso avvocato Milazzo in prima persona, stanno per concludere il colpo più importante: vicinissimo alla firma Giovanni Amodeo, trentacinquenne centravanti marsalese che negli ultimi quindici anni è "emigrato" in giro per l'Italia a dispensare gol (quasi 200 fra serie C e serie D).