Appiccavano il fuoco e simulavano richieste di soccorso al 115 per guadagnare 10 euro l'ora, quanto lo Stato paga i volontari dei Vigili del fuoco. E' l'accusa contestata dalla Polizia di Stato di Ragusa a un'intera squadra di 15 pompieri ausiliari indagata per truffa; alcuni di loro rispondono anche di incendio. Il capo del gruppo è stato arrestato e posto ai domiciliari.
Dalle indagini della squadra mobile di Ragusa è emerso che il capo del gruppo durante il turno come volontario si assentava, con la complicità dei colleghi, per andare con il suo furgoncino ad appiccare incendi per poi uscire con l'autobotte a spegnere le fiamme e percepire così le indennità. Le indagini sono state avviate da una segnalazione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Ragusa, che aveva notato delle anomalie sul numero di interventi effettuati da una squadra rispetto alle altre.
Le indagini riguardano il Distaccamento di Santa Croce Camerina.
I poliziotti della Squadra Mobile ragusana hanno arrestato il capo del gruppo, D.D.V.
Tutti i 15 volontari, provenienti dalla provincia di Ragusa, sono indagati per truffa ai danni dello Stato italiano ed una parte di essi per incendio.
UN ALTRO CASO A VENDICARI. L'hanno visto con l'accendino in mano, mentre appiccava il fuoco nella riserva di Vendicari, un'oasi di macchia mediterranea nella Sicilia orientale. E sono bastati pochi minuti per capire che il piromane era un operaio antincendio, ingaggiato per fronteggiare la stagione delle fiamme. L'unico che si era assentato dal posto di lavoro per “motivi di famiglia”.
L'arresto di Giovanni Conforto sembra confermare i peggiori sospetti sulla fabbrica dei roghi: gli incendi scatenati solo per giustificare il rinnovo dei contratti alle squadre destinati a spegnerli. Lui è stato particolarmente sfortunato. Una pattuglia del Corpo forestale di Siracusa stava controllando proprio l'attività della squadra di operai che doveva difendere il tesoro verde di Vendicari, una riserva che unisce lo splendore del mare siciliano al patrimonio di vestigia archeologiche e di animali rari. Il capoturno ha spiegato agli agenti che uno dei suoi uomini era rimasto a casa. Ma poco distante i forestali hanno notato un automobile parcheggiata, con una persona chinata a terra che stava accendendo il fuoco. Quando ha capito di essere stato scoperto, Conforto è salito sulla sua vettura e ha cercato di fuggire. L'hanno bloccato nel giro di pochi minuti: un arresto in flagranza di reato, con l'aggravante di avere colpito nella riserva.
«È inammissibile che chi deve tutelare il nostro patrimonio boschivo, lo danneggi», ha dichiarato il presidente della Regione Rosario Crocetta: «Il licenziamento deve essere immediato, per fare comprendere che su queste cose non ci possono essere sconti per nessuno». Solo il 31 luglio l'amministrazione siciliana ha varato un accordo per dare lavoro a 1400 operai stagionali, destinati alla lotta contro le fiamme.
Sull'efficacia di queste misure non mancano le critiche. La scorsa settimana sul Monte di Erice, uno degli angoli più belli del Trapanese, il fuoco ha divorato boschi per ventiquattro ore di fila. E da anni si ripetono le accuse sul ruolo degli operai stagionali.