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11/08/2017 06:00:00

Abusivismo in Sicilia, i Cinque Stelle: "Salviamo gli abusivi per necessità"

 "Salviamo gli abusivi per necessità". E' quanto sostengono i Cinque Stelle, impegnati in tour elettorale in Sicilia. Di Battista e Di Maio stanno girando l'isola, in tour che toccherà anche la provincia di Trapani. Con loro Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della Sicilia. Proprio Cancelleri, in uno degli ultimi incontri, parlando di abusivismo ha tracciato un netto distinguo tra l’abusivismo che “ha invaso le coste oppure insiste in zone di inedificabilità assoluta, e che non è accettabile” e “un abusivismo di necessità perché non sono stati fatti i piani casa in questa Regione, perché l’Iacp non ha dato la casa a chi ne aveva bisogno. A Bagheria abbiamo fatto un regolamento comunale, il nostro sindaco non sta buttando giù le case della povera gente, quelle che però non insistono nei 150 metri o nelle zone di inedificabilità assoluta”.

La dichiarazione ha suscitato diverse polemiche. Commenta l'ex deputato Francesco Forgione: "Mentre viene sfiduciato un bravo e onesto sindaco che ha fatto demolire le costruzioni abusive lungo la costa di Licata, Di Maio Di Battista e Cancelleri difendono l'abusivismo ma dicono quello di necessità! Esattamente come diceva Totò Cuffaro quando gli abusivi da lui sostenuti facevano i cortei dietro lo striscione "Forgione uguale demolizione". Ecco la differenza tra la legalità praticata e la parola onestà urlata come slogan a casaccio. Sinistra se ci sei batti un colpo".

Il riferimento di Forgione è al Sindaco di Licata, Angelo Cambiano, passato alle cronache politiche come il "Sindaco anti - abusivi". E' stato sfiduciato dal suo consiglio comunale. 

Angelo Cambiano, il sindaco anti-abusivi di Licata (Ag) che vive scortato perché minacciato più volte e contro cui ci sono state diverse intimidazioni compreso l’incendio di due case di famiglia, è stato sfiduciato ieri sera dal consiglio comunale. Ventuno i voti a favore della sfiducia, uno in più del quorum necessario. La mozione era stata presentata da 16 consiglieri comunali che gli contestano scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali. «Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo», replica Cambiano, pronto a tornare al suo mestiere quello di insegnante di matematica dopo essere diventato il simbolo della lotta contro l’abusivismo nella costa di Licata, dove sono in corso le demolizioni su ordine della magistratura in un clima di costante tensione. Cambiano, eletto meno di due anni fa, ha annunciato che impugnerà l’atto perché «le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie».

«Sono deluso e amareggiato. Se questa è la fine che fanno gli amministratori che fanno solo il loro dovere, ho avuto minacce di morte, proiettili, due case incendiate». Parla così al microfono di Radio Capital Angelo Cambiano. «Vuol dire che è una classe politica inadeguata, alla ricerca solo del consenso elettorale e non accetto chiamate e solidarietà a posteriori - aggiunge - Sono amareggiato dalla politica e dalla sua falsità alla ricerca solo del consenso. La mia non è stata una scelta politica quella di demolire immobili. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate». E prosegue: «Mi rimbombano le parole del ministro Alfano che da capo del Viminale venne a Licata, c’ha messo la faccia è vero, quando disse: `è finito il tempo della politica che coccola gli abusivi´. Mercoledì però i i consiglieri comunali di Alternativa Popolare hanno votato la sfiducia». «Licata però non è una città di delinquenti - sostiene Cambiano - È stata solo troppo in silenzio ad aspettare di vedere cosa poteva accadere. E ora, il mentore della mia sfiducia Carmelo, che ha annunciato la sua candidatura all’Ars alle prossime elezioni regionali con l’Udc, potrà strizzare l’occhio agli abusivi promettendo un condono per un pugno di voti in più. Ho 36 anni, sono padre da 9 mesi, sono abituato alla paura, vivo sotto scorta. Per ora dalla prefettura non ho sentito nessuno. Vorrei riappropriarmi solo della mia vita».