La Regione Siciliana tenta per l'ennesima volta la riforma dei Consorzi di bonifica, veri e propri carrozzoni mangiasoldi. La giunta regionale ha approvato la riforma dell’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici: toccherà al supercommissario Franco Greco, che da qualche tempo guida tutti gli undici enti, condurla in porto.
La riforma parte dalla riunificazione di tutti gli 11 consorzi in due grandi enti, Sicilia occidentale e orientale. Secondo gli ultimi dati forniti in giunta, sono 2.112 i dipendenti di cui 1.158 a tempo indeterminato (di questi 623 sono in ufficio, gli altri sono operai) e 954 stagionali che, come i forestali, sono suddivisi in tre categorie: ci sono quelli che svolgono 151 giornate di lavoro l’anno, quelli che ne fanno 101 e quelli con contratti da 51 giornate l’anno. Il costo complessivo è di 62 milioni di euro l'anno. La loro giornata di lavoro costa 120 euro contro i 90 dei forestali. Hanno il compito di curare la distribuzione dell'acqua nei terreni agricoli ma da anni sono commissariati e continuano ad accusare perdite in bilancio. In loro soccorso arriva la Regione che ogni anno stanzia circa 50 milioni di euro, ma i debiti sono talmente tanti che le somme non bastano mai. Solo nei confronti dell'Enel ammontano a 20 milioni di euro.
Negli oltre 60 milioni di euro di spese per il personale rientrano gli stipendi dei direttori.
La riforma prevede l’accertamento dei debiti e il ripianamento, dove possibile, tramite i canoni riscossi. Sarà un decreto del presidente della Regione a dare il via libera alle operazioni. Greco avrà 60 giorni di tempo.
Effettuata la ricognizione il Commissario straordinario, avvalendosi della struttura amministrativa del Consorzio, dovrà predisporre un piano di riorganizzazione funzionale e finanziario. Laddove la massa passiva risulti di entità tali da non poter essere estinta con il solo gettito della contribuenza consortile o da altre entrate, il Commissario dovrà trasmettere all’Assessore regionale all’ Agricoltura, una dettagliata relazione sugli esiti delle verifiche e degli accertamenti operati e sull’ipotesi di piano formulato. A quel punto l’Assessore al ramo dovrà sottopone alla Giunta regionale un programma di intervento finanziario e normativo per il relativo ripianamento.