Né mafia, né complotto. Attilio Manca fu ucciso da una dose di eroina che gli venne ceduta da Monica Mileti, una donna romana condannata a 5 anni e 4 mesi. Lo scrive nelle ventidue pagine di motivazione di quella sentenza, il giudice del tribunale di Viterbo, Silvia Mattei. Il contenuto delle motivazioni sul “Caso Manca” urologo di Barcellona Pozzo di Gotto, trovato morto a Viterbo, sono anticipate da Tusciaweb che ha letto gli atti ufficiali.
Motivazioni che non convincono la famiglia di Attilio e le associazioni antimafia che dal 2004, quando il medico fu trovato morto, sostengono che si tratti di un delitto di mafia. Secondo la loro tesi, infatti, l’urologo dell’ospedale di Belcolle è stato ucciso, a soli 35 anni, dopo aver visitato e curato il boss della mafia Bernardo Provenzano. Una tesi, questa, destinata a non trovare conferma nelle aule di giustizia, alla luce anche dell’imminente richiesta di archiviazione della procura antimafia di Roma che stava indagando, contro ignoti, per omicidio.
“Le testimonianze raccolte – scrive il giudice Mattei – conducono univocamente a individuare in Mileti la fornitrice di stupefacenti di Manca che, è chiaramente emerso, era da circa quindici anni assuntore di stupefacenti, dal prima del tipo leggero e successivamente di eroina. La circostanza ha trovato conferma anche nell’esame tricologico, nonché nella frequentazione con l’imputata che non risulta avesse avuto altri motivi per rapportarsi con il medico”. Per il giudice, del “vizio di Manca non si ha motivo di dubitare. Gli unici elementi seriamente provati in atti sono quelli che inducono a ritenere che sia deceduto per overdose a seguito dell’assunzione volontaria di eroina acquistata da Mileti“.