Erano privi di documenti e alla richiesta di due poliziotti di dimostrare, carte alla mano, la loro identità hanno avuto una reazione a dir poco isterica: spintoni, pugni e sputi agli agenti. Avrebbero reagito così quattro giovani nigeriani, due uomini e due donne, che adesso sono indagati, in concorso, per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Di resistenza sono accusati Benjamin Ugbo, di 23 anni, e Racheal Isioma, di 18, mentre di oltraggio devono rispondere Ola Abbas, di 23, e Lilian Ehondor, di 21. Ai quattro è stato notificato l’avviso conclusione indagini preliminari, un atto che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
I fatti contestati risalgono allo scorso 7 maggio, quando alla stazione ferroviaria di Mazara due poliziotti chiesero loro i documenti, ma essendone privi la reazione dei quattro giovani africani fu piuttosto violenta. Ugbo e Isioma avrebbero spintonato l’assistente capo Francesco Calamia, mentre la Isioma avrebbe sferrato un pugno al braccio dell’assistente Pietro Miceli, tentando di strappargli le manette.
Gli altri due, invece, alla presenza di più persone, avrebbero sputato sul giubbotto di Miceli. A difendere tre dei quattro indagati è l’avvocato marsalese Vito Cimiotta. Il sostituto procuratore Niccolò Volpe è, invece, il titolare del fascicolo. Ed è pressoché scontato che chiederà il rinvio a giudizio dei quattro giovani nigeriani.