Una società di distribuzione alimentare che imponeva ai bar le forniture, bibite e quant'altro, e ancora pollerie, pizzerie e quant'altro. Affari che i boss palermitani gestivano dal carcere da anni, tramite prestanomi. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, eseguendo un provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, hanno sequestrato beni per circa un milione e 600mila euro a boss e gregari di Cosa nostra.
Tra i boss c'è Giovanni Bosco, ex reggente della famiglia mafiosa palermitana di "Boccadifalco - Passo di Rigano", in carcere dal 2001 per associazione mafiosa. Dalle indagini, era emersa la partecipazione di Bosco a riunioni con boss di Cosa nostra del calibro di Giulio Caporrimo, Cesare Lupo, Antonino Sacco e Giuseppe Calascibetta, assassinato nel 2011.
Le indagini del G.I.C.O. di Palermo hanno, inoltre, individuato altri soggetti responsabili di aver accumulato ingenti patrimoni illecitamente. Si tratta di Giacomo Vaccaro, Girolamo Celesia e Pietro Mansueto. Tra i beni sequestrati ci sono un grande terreno con una costruzione in viale Regione Siciliana, di Mansueto; una società di distribuzione di bevande di Girolamo Celesia, un villa a Campofelice di Roccella di Giacomo Vaccaro.