Costano parecchio, a noi contribuenti, i viaggi del Ministro degli Esteri Angelino Alfano in Sicilia, terra dove ha il suo bacino elettorale. Lo racconta un articolo de Il Giornale:
"Il suo andirivieni, con la flottiglia del 31° Stormo dell'Aeronautica militare è, nei dettagli, tutto rendicontato sul portale della presidenza del Consiglio dei ministri alla voce voli di stato. È stato capace di partire da Roma per approdare a Palermo e, dopo qualche ora, ritornare a Roma. Alla stessa stregua ha volato anche da Roma alla volta di Catania per ritornare nella Capitale in giornata. E così anche l'indomani. Insomma registrazioni e carte di imbarco fanno invidia a un pilota di medio raggio. Se a dicembre scorso, quando Angelino Alfano ricopriva ancora l'incarico di ministro dell'Interno, i voli nella Penisola e nell'isola potevano essere in qualche modo giustificati a oggi, da titolare della Farnesina, l'unica giustificazione è la campagna elettorale in Sicilia per aggiudicarsi la poltrona alta di Palazzo d'Orléans.
A gennaio scorso Alfano è volato in Sicilia, sotto la dicitura motivazione istituzionale e sicurezza, ben 6 volte. Esattamente quanto a dicembre 2016. A febbraio ha attraversato Scilla e Cariddi altre 2 volte, a marzo apparentemente non è mai atterrato in Sicilia. Ad aprile però sono 4 i voli per Catania mentre, a maggio, ha ripiegato altre 3 volte anche su Palermo. A giugno, quando le prime trattative con i politici del parlamentino regionale siciliano si sono intensificate per la tornata elettorale del prossimo 5 novembre, Alfano, ha sfruttato per ben 10 volte i velivoli militari: da gennaio già 39 voli da e verso l'Isola. Ma il ministro degli Esteri non utilizza per approdare nella sua terra natia soltanto gli aeromobili dell'Esercito piuttosto ha un debole per i jet privati, senza stemmi né livrea. Preferibilmente quelli della C.A.I. (Compagnia aeronautica italiana Spa in convenzione alla presidenza del Consiglio). Riservatissimi".