Ventiquattro anni fa a Palermo veniva barbaramente ucciso Padre Pino Puglisi. Era il giorno del suo 56° compleanno.
Nel quartiere Brancaccio, dilaniata dalla guerra delle cosche mafiose, portava la parola di Dio riuscendo a strappare i giovani alla criminalità, mostrando loro che esisteva un’altra strada, che potevano diventare uomini e donne migliori.
È stato beatificato il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli. “Padre Pino Puglisi – ha detto papa Francesco – è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto”.
Padre Pino Puglisi, che a Palermo era nato, conosceva bene la città. Sapeva che mafia e criminalità cercano manovalanza nei quartieri più difficili, dove vivono persone, a motivo della loro condizione economica e culturale, escluse dalla società.
Il Centro Padre Nostro, da lui fondato ed aperto il 29 gennaio del 1993, è stato – ed è tutt’oggi – la casa dei giovani, un posto dove recuperare la cultura della legalità, dove chiunque poteva ricevere conforto, consigli, aiuto. La lotta di Padre Puglisi alla mafia, che lo condannò a morte, fu chiara e coraggiosa.
Figlio di un calzolaio e di una sarta, Padre Puglisi entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953, all’età di 16 anni, e viene ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi. Nel 1963 è nominato cappellano presso l’istituto per orfani “Roosevelt” e vicario presso la parrocchia Maria SS. ma Assunta a Valdesi. Sin da questi primi anni segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.
Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo – segnato da una sanguinosa faida – dove rimane fino al 31 luglio 1978.
Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del seminario minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro diocesano vocazioni. Nel 1983 diventa responsabile del Centro regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole. Ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal ’78 al ’93. A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui: Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame. Dal marzo del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la “Casa Madonna dell’Accoglienza” dell’Opera pia Cardinale Ruffini in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
Il 15 settembre 1993, intorno alle 22,45 venne ucciso davanti al portone di casa in Piazzale Anita Garibaldi. Sulla base delle ricostruzioni, don Pino Puglisi era a bordo della sua Fiat Uno di colore bianco e, sceso dall’automobile, si era avvicinato al portone della sua abitazione. Qualcuno lo chiamò, lui si voltò mentre qualcun altro gli scivolò alle spalle e gli esplose uno o più colpi alla nuca. Una vera e propria esecuzione mafiosa. I funerali si svolsero il 17 settembre. A sparargli su ordine dei boss di Brancaccio, i fratelli Graviano, fu Giuseppe Grigoli che era insieme ad un altro killer, Gaspare Spatuzza. Al suo assassino Padre Puglisi disse: “Vi stavo aspettando”.
Ricordiamo Don Pino Puglisi con una bellissima canzone a lui dedicata di Pippo Pollina, che potete vedere e ascoltare nel player accanto a questo articolo. Qui sotto il testo:
Chi è lei che ha sfiorato il sagrato con pane e coraggio con sguardo lontano? Chi è lei che ha baciato il suo giuda lo ha guardato negli occhi, gli ha tenuto la mano? Chi è lei senza spada e divisa a scortare la notte spergiura e indifesa? Chi è lei? Ce lo dica Don Pino chè di eroi abbiam bisogno per capire il mattino. Chi è lei che ha raccolto speranze nell'oscuro confine tra nascita e addio? Chi è lei ostinato a cantare un inno alla vita ai senza voce ai senza dio? Chi è lei che ha saziato di gioia ogni fame ogni sete ogni dolore ogni noia? Chi è lei? Ma ce lo dica Don Pino ché di eroi ci nutriamo per riempire quel vuoto quel niente che siamo. Chi è lei che ha sfidato i potenti col sorriso dei giusti col coraggio dei matti? Chi è lei che il suo tempo era un dono e il suo corpo un ricordo stoffa di bandiera? Chi è lei le parole di vento che spiravano forte anche quando non c'era? Chi è lei? Ma chi e lei che ha capito il segreto che nasconde lo sguardo innocente del mondo? Chi è lei che ha sentito un afflato venire dal basso dal fondo del fondo? Chi è lei,quell'impavido gesto lo sberleffo alla morte quello sguardo intravisto? Chi è lei? Ma ce lo dica Don Pino che di eroi abbiam bisogno... Ma chi è lei? Ce lo dica Don Pino che di eroi ci nutriamo per riempire quel vuoto, quel niente che siamo.