Un peschereccio di Mazara del Vallo è stato sequestrato nella notte da una motovedetta tunisina mentre si trovava, sembra, in acque internazionali.
L'imbarcazione "Anna Madre", battente bandiera italiana, si trovava a sud di Lampedusa quando è stata fermata da una motovedetta tunisina. A bordo del pescherecio sono saliti cinque uomini armati che hanno rinchiuso il comandante Giacomo Giacalone in cabina e hanno preso il comando della nave, dirigendosi verso la Tunisia, forse Sfax o un altro porto.
Secondo i tunisini il peschereccio si trovava in acque tunisine mentre l'armatore Giampiero Giacalone dice che era in acque internazionali. Anche la Marina Militare è subito intervenuta con un elicottero.
"La stessa imbarcazione è già stata minacciata più volte dalla dogana tunisina", ha detto all'Adnkronos Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto Pesca in Sicilia che si sta occupando della vicenda. L'imbarcazione sequestrata appartiene alla società "Pesca giovane srl" ed era già sfuggita a quattro tentativi di abbordaggio, in alcuni casi con spari in aria da parte della Guardia costiera tunisina. Stando all'armatore, a bordo del peschereccio c'era solo pesce congelato, gamberi e pesce misto di specie che non si trovano nelle acque tunisine.
“Questo sequestro è tutto da esaminare a fondo perchè ha tutta l'aria di una ritorsione essendo stato lo stesso natante già oggetto di precedenti tentativi di sequestri".
Lo dice il Sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi in merito al sequestro del motopesca Anna Madre avvenuto questa notte mentre si trovava in pesca in acque internazionali.
"È l’ennesimo atto ostile che i nostri natanti subiscono nel Mediterraneo. E ciò non è più tollerabile. Non è possibile -aggiunge Cristaldi - che in acque internazionali, nelle quali tutti possono pescare, un natante venga sequestrato, con il rischio per la sicurezza degli uomini a bordo e danni economici ingenti. Il Governo italiano intervenga immediatamente per il rilascio dell’equipaggio e del natante. Questa è la priorità. Ma non è più rinviabile un tavolo di concertazione con i Paesi rivieraschi per evitare simili episodi”.
Secondo il racconto dell’armatore Giampiero Giacalone, poco dopo la mezzanotte il peschereccio Anna madre, già vittima di precedenti tentativi di sequestro, si trovava in acque internazionali quando 5 militari tunisini sarebbero saliti a bordo prendendo il comando del peschereccio e chiudendo il comandante Giacomo Giacalone e i 10 uomini di equipaggio sotto chiave nei locali sottostanti la cabina e invertendo la rotta per dirigersi nel porto di Sfax. Il natante è ancora in navigazione verso il porto di Sfax e si auspica che un intervento diplomatico efficace possa far tornare sui propri passi le autorità tunisine.
L’armatore ha inoltre sottolineato che nella stiva del peschereccio al momento del sequestro vi erano circa 3 tonnellate di gamberi e 100 kg di pesce misto, qualità che non si pescano nelle acque tunisine, a riprova del fatto che il natante aveva operato in acque internazionali.