Non hanno fatto in tempo, nella coalizione del centrodestra, a dargli una eventuale delega all'istruzione con tanto di assessorato, in caso di vittoria del candidato presidente Nello Musumeci, che Roberto Lagalla si lancia nell'ordine delle cose della Sanità. Del resto lui fu assessore alla Sanità con l'allora governatore Totò Cuffaro. Una delega che venne più esercitata dallo stesso Cuffaro che dall'assessore delegato.
Il professore Lagalla, ex rettore, ha avuto un po' di tentennamenti prima di arrivare a scegliere il centrodestra. Ha ipotizzato una sua candidatura autonoma, a guida della Regione, poi si è avvicinato al centrosinistra, partecipò alla Leopolda, infine ha baciato Musumeci.
Ma Lagalla è anche componente del consiglio di amministrazione del CNR nazionale. La sua nomina è stata perfezionata in quota renziana, quando si dice la coerenza.
Così è passato dalla Giunta Cuffaro, a uomo del Nuovo Centro destra di Alfano a renziano, adesso torna alla destra di Musumeci.
Non sarà un politico ma è certamente un equilibrista.
A Lagalla l'assessorato che gli hanno proposto va stretto, vorrebbe quello alla Salute, ed eccolo a parlare di trapianti cardiaci pediatrici. Secondo lui non sarebbero ancora eseguiti in Sicilia: “È necessario affidare questa delicata attività sanitaria ad una struttura all’avanguardia come l’IRCSS/ISMETT di Palermo, che ha già grande esperienza in materia”.
Lagalla è stato disattento, o fuori sede, la cardiochirurgia pediatrica si appresta a tornare a Palermo, è già avvenuta la selezione del cardiochirurgo, la dottoressa Sonia Albanese, la prima donna in Italia a realizzare un trapianto cardiaco in ambito pediatrico. E non è vero che non c'era in Sicilia, Taormina non si trova fuori dall'Isola. Questione di geografia.
Insomma Lagalla, in un incontro a Catania ebbe a dire: “Sono regista di me stesso e non cerco altri registi”. E menomale, verrebbe da dire.
La rivoluzione della Sanità passa dalla Rete Ospedaliera che ha visto la luce con l'attuale assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, dopo anni di immobilismo dovuto a politiche frenetiche e clientelari fino ad arrivare allo stop da Roma. Una rete che permette non solo le assunzioni ma che applica un approccio innovativo e moderno per la Sicilia. Le assunzioni avverranno seguendo i fabbisogni specifici sui numeri degli specialisti mancanti rispetto alle necessità reali. Non come in passato, insomma. E quell'assessorato non è partito con i conti in ordine ma con un buco di circa un miliardo di euro, oggi questi conti sono stati risanati. La matematica non è un'opinione, l'economia nemmeno.
Sarebbe opportuno preoccuparsi, invece, e da ex rettore e da aspirante assessore Lagalla potrebbe farlo, della ripresa dell'istituzione sanitaria fortemente legata all'informazione.
E' il centrodestra, quello nuovo, quello che si è compattato, che ha portato alla ribalta percentuali risicate di movimenti che da soli arriverebbero al 2,5%.
E' il centrodestra che convoglia su Musumeci con i franchi tiratori dentro la coalizione.
Il candidato, e leader di Diventerà Bellissima, non è l'ultimo arrivato, conosce bene meccanismi e fenomeni delle alleanze, sa che dovrà lavorare doppio rispetto ai suoi compagni di viaggio. E duemila persone hanno accolto sabato sia Musumeci che i vertici dell'UDC, il cui commissario regionale è Antonio De Poli: “Ci posizioneremo con l’obiettivo di conquistare la Sicilia, in modo costruttivo, trasparente e soprattutto inclusivo. Abbiamo già avviato nelle nove provincie siciliane un’analisi delle criticità. Porteremo in Parlamento le istanze dei cittadini”. Lo stesso Musumeci, prendendo parola, ha dichiarato: “La politica è il frutto dell’attività umana. La vera ricchezza non è il denaro pubblico, ma l’investimento nelle aziende, nelle imprese che devono essere poste al centro delle attività politiche. Siamo qui uniti, con gli stessi principi e valori per chiudere la triste pagina del precariato siciliano”.
E nella giornata di ieri ha preso ufficialmente il via la campagna elettorale di Fabrizio Micari, candidato per il centrosinistra. Ampia platea, all'Astoria Palace, per Micari che richiama all'unità della coalizione e alla bella atmosfera che ha già incontrato in giro per la Sicilia.
Il lavoro è tutto dei partiti, PD in testa. A loro il compito di impostare la campagna elettorale e di rendere il candidato Micari conosciuto agli elettori.
C'è un altro candidato presidente nell'area di sinistra: Claudio Fava. Voluto dall'area bersaniana, Fava, che finalmente ha capito i termini entro cui prendersi la residenza in Sicilia, previa la nullità della candidatura stessa, parla di divergenze di idee con il PD che vivrebbe una sorta di crisi di identità. Sarà anche diventato psicologo? Introspezione partitica.
In via di definizione le liste con i candidati deputati, ultime limature sia per le liste di centrodestra che per quelle di centrosinistra.
A livello locale, a far sentire la sua voce politica per la competizione delle elezioni regionali è Massimo Grillo. L'ex candidato ha la speranza che venga eletto un candidato marsalese: “Il mio auspicio è che nei prossimi giorni, nell'interesse primario della città e per evitare dispersioni elettorali, i potenziali candidati alle regionali possano riuscire a fare sintesi e convergere su un'unica candidatura, in maniera tale da aumentare sensibilmente le possibilità di successo del candidato e della città. Se, insieme, dunque, si definisse un progetto politico forte, che valorizzi le migliori risorse umane locali presso livelli istituzionali importanti come l'Assemblea Regionale Siciliana, la Camera dei Deputati e la Provincia Regionale di Trapani, si compirebbe un'operazione politica esemplare”.
A quale progetto si riferisce Grillo? A chi chiederebbe un passo indietro nel nome della sintesi politica? Voci indicano già come suo candidato Stefano Pellegrino, di recente le riunioni si sono susseguite anche con Paolo Ruggieri. Potrebbe essere quest'ultimo a lasciare spazio a Pellegrino? E' un progetto ad ampio respiro quello a cui si riferisce Grillo, è pur vero che i campanilismi servono ad alzare muri in un collegio, come legge elettorale prevede, con espressione di voto in tutti e 24 i comuni della provincia. E' un discorso obsoleto, se ogni singola cittadina dovesse votare, unicamente, il proprio candidato di appartenenza allora in molti resterebbero a casa propria.
Grillo è al lavoro: “Per quanto mi riguarda, qualora si dovesse riuscire in questa opera di sintesi, sono disponibile a fare convergere il mio consenso in favore di un candidato unitario della città. Perché, a scanso di equivoci, è bene dirlo chiaramente: in questo momento storico, l'unica cosa che conta davvero per la città di Marsala è riuscire ad esprimere una candidatura che le permetta di ritrovare la centralità istituzionale che si confà alla sua storia e al suo prestigio, a prescindere dagli schieramenti politici”. Non fa nomi, non indica chi potrebbe lasciare il passo a chi, Eleonora Lo Curto è al lavoro da due anni per questa candidatura alle regionali, difficilmente la convinceranno.
Si intravede un'operazione di voto disgiunto nelle parole di Grillo: “È chiaro, poi, che per la elezione del Governatore mi sentirei libero di orientarmi secondo le mie personali valutazioni”. Quindi, se il suo candidato ufficiale dovesse essere Pellegrino il candidato presidente che voterà non sarà Musumeci ma quello più vicino alla sua area, Micari.
Arriva dentro Forza Italia, ufficializzazione delle ultime ore, Giovanni Lo Sciuto. Indiscrezioni, però, darebbero Lo Sciuto candidato in lista con Diventerà Bellissima, nel collegio trapanese, i cui altri candidati dovrebbero essere Francesco Salone, Paolo Ruggieri e la quota rosa, tra cui a trattare pare ci sia Eleonora Lo Curto. La lista così composta risulterebbe molto competitiva. A pochi passi dalla chiusura la lista di Forza Italia: Giuseppe Guaiana, Stefano Pellegrino, Toni Scilla sono i tre frontman a darsi battaglia.
Sicilia Futura schiera l'ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala, il parlamentare socialista Nino Oddo, Ida Veneziano di Castelvetrano, per il resto ci sono lavori in corso, dice Scala.
Una formazione politica che si è rafforzata, sia a Trapani che ad Erice, e ha costituito già il comitato del partito: Vincenzo Scontrino, Luisa Rancatore, Daniela Del Giudice, Ninetta Tartamella, Giovanni Ciaravino, Aldo Bassi, Norberto Mazzeo, Fabio Sammartano, Peppe Licata, Francesco Lombardo e Giuseppe Maurici.
Nell'incontro sono stati illustrati i punti programmatici del candidato alla presidenza della Regione, il Rettore Fabrizio Micari, che vertono sopratutto sulla valorizzazione del territorio anche attraverso la sua tutela che, insieme agli altri punti programmatici quale lavoro, innovazione, imprese, cultura e centralità delle autonomie locali, rappresentano alcune delle parole chiavi del programma di governo.
Il Partito Democratico schiera l'attuale assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, l'ex sindaco di Erice Giacomo Tranchida, il parlamentare uscente Paolo Ruggirello. Una battaglia forte, sul filo dei voti e delle capacità territoriali di ognuno di loro.
Lo abbiamo scritto tante volte, lo ribadiamo, sono elezioni politiche difficili e complicate, servono i numeri e non i listini. Bisogna dimostrare, verificando la democrazia interna a ciascun partito di appartenenza, di esserci senza protezione alcuna e senza surrogati di candidature dentro listini che hanno creato situazioni imbarazzanti. Senza numeri e senza sintesi di capacità politica, non si può piangere nemmeno con un occhio.