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22/09/2017 11:30:00

Selinunte, apre il Museo di Baglio Florio con la mostra Thois Theiois.

Conclusi i lavori di completamento ai fini museali di Baglio Florio a Selinunte. La grande struttura industriale Ottocentesca un tempo destinata alla produzione del vino, dal 22 settembre alle ore 17,30 aprirà le sue porte ai visitatori nella sua nuova veste di museo archeologico, grazie alla chiusura dei lavori finanziati con il programma europeo PO FESR 2007-2013.

Alla cerimonia di apertura saranno presenti l’Assessore regionale ai Beni Culturali Aurora Fratoianni, la Dirigente Generale Maria Elena Volpes e il Direttore del Parco archeologico di Selinunte Enrico Caruso. Saranno presenti, inoltre, Pietro Sciortino, Commissario straordinario del C.d.A. del Parco, il Prof. Clemente Marconi e, inoltre, la Console Generale USA per il Sud Italia, Mary Ellen Countryman.

La Mostra dal titolo Thois Theiois. Selinunte e le forme della fede: Architettura e riti dall’Età arcaica all’ellenistica, frutto della fattiva collaborazione tra alcune delle più importanti istituzioni e Università che da anni operano nel Parco di Selinunte, sarà ospitata nel vasto ambiente caratterizzato dai grandi archi acuti e presenterà le più recenti acquisizioni in campo archeologico.
Ideata dal direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, Arch. Enrico Caruso, la mostra presenterà importanti aspetti che caratterizzavano la fede religiosa dell’antica città greca: l’architettura sacra e i riti in onore degli Dei.

Particolarmente vistosa sarà la presenza della più antica architettura dorica, il Tempio Y, un tempio periptero di dislocazione sconosciuta i cui resti riusati nelle fortificazioni di Porta Nord sono da oggi assemblati in fondo alla vasta sala, incorniciati dagli archi trasversi. Il progetto immaginato dal Prof. Dieter Mertens, oggi direttore emerito del DAI – Istituto Germanico di Roma – è stato portato a compimento dal Direttore dei Lavori arch. Carmelo Bennardo, la cui opera è stata eseguita con il coordinamento amministrativo dal RUP, Arch. Luigi Biondo.

Un secondo aspetto di assoluta novità su Selinunte, dall’Età arcaica all’ellenistica, sarà quello studiato dai Prof. Clemente Marconi e Rosalia Pumo dell’Institute of Fine Arts dell’Università di New York. Grazie ai prestigiosi e copiosi ritrovamenti archeologici effettuati dalla missione americana nel più antico tempio in pietra della città, il tempio R, possiamo conoscere i riti di fondazione di un tempio in una città greca di frontiera, testimoniati tra le altre cose, dalle punte di lancia incrociate infisse nel terreno dai primi coloni proprio al momento della presa di possesso del territorio.

Un antico vaso corinzio datato proprio al momento dell’insediamento sul sito, usato nella copertina della mostra, dialoga con l’aulos, uno strumento a fiato in osso che testimonia l’esistenza di cerimonie religiose ritmate dal suono nelle feste in onore della divinità cui il tempio sembra fosse dedicato, la Dea Demetra, come attestano i ritrovamenti di sacrifici animali, arieti e maiali principalmente, nonché le lucerne legate ai riti notturni, generalmente osservati in onore della Dea.

La mostra si concluderà con uno sguardo sui tetti dei templi selinuntini, studiati dalla Prof. Maria Clara Conti dell’Università di Torino, caratterizzati dalla presenza di grandi cornici in terracotta, quasi sempre di grandi dimensioni, che decoravano le sommità dei templi. Le parti aeree degli edifici sacri si distinguevano allora per una fitta, vistosa e ricca policromia, espressione originalissima dell’arte selinuntina in onore degli Dei; le cornici testimoniano oggi la ricchezza e l’inventiva degli artigiani della città i quali, pur rifacendosi a stilemi della Grecia continentale, seppero donare alle loro opere non solo una dimensione inusitata ma anche una forza ed una magnificenza che trova ben pochi confronti tra le colonie greche di Sicilia.