Inizierà il 3 ottobre prossimo a Trapani il processo con rito abbreviato che vede imputato per tentativo di "strage aggravata" il 31enne sudanese Nuh Hassan Kacem, che lo scorso 20 giugno ha cercato di suicidarsi mentre si trovava a bordo di un autobus dell'Autoservizi Salemi che percorreva l'autostrada A29 in direzione Palermo, cercando di farlo uscire di strada da un viadotto.
Il difensore di Hassan, l'avvocato Luca Russo, ha chiesto il rito abbreviato e una perizia psichiatrica per il suo assistito: "Si trova nel carcere di San Giuliano e sta male, ha avuto diversi provvedimenti disciplinari e con gli agenti della polizia penitenziaria. Le sue condizioni di salute - ha detto il legale - non sono idonee con la reclusione in carcere". Quel giorno, sull’autobus partito da Marsala e diretto a Palermo c’erano una trentina di passeggeri.
Hassan dopo aver superato la galleria di Segesta e precisamente nei pressi del viadotto di fronte al Castello di Calatubo, si è alzato dalla propria poltrona e ha cercato di aggredire l’autista, per prendere il controllo del volante e fare uscire di strada il mezzo. L’autista per fortuna è stato bravo a neutralizzarlo, a fermare l'autobus e, grazie all'intervento di due militari, uno dell’Aeronautica Militare e uno dell’Esercito Italiano, sono riusciti a bloccarlo.
Il 31enne sudanese, che stava andando a Palermo per rinnovare il permesso di soggiorno, in questi mesi ha raccontato di aver fatto quel gesto perché disperato. Ha confermato di aver gridato "voglio morire", perché si trovava da giorni in difficoltà, aveva perso il lavoro di bracciante agricolo e poco prima gli era morta la madre.