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24/09/2017 06:00:00

Mafia e affari, nuova indagine sui Niceta e sul centro commerciale Forum di Palermo

Una nuova inchiesta coordinata dalla Procura di Palermo su appalti, affari e riciclaggio aggravato dal metodo mafioso è stata avviata dai finanzieri del Gico di Palermo attorno alla costruzione del Centro Commerciale Forum di Brancaccio costruito nel 2009. A finire sotto inchiesta, ancora una volta sono gli imprenditori Niceta, Massimo, Piero e Michelangelo. I militari oltre ad una perquisizione nell’attività commerciale sono stati nelle abitazioni dei Niceta e del boss Giuseppe Guttadauro e i fratelli Carlo e Filippo. Il centro commerciale è gestito da una società che non è coinvolta nelle indagini anche se i finanzieri hanno acquisito una serie di documenti per ricostruire i passaggi contabili.

Le ipotesi di reato - Il centro commerciale è nato su terreni dei Guttadauro e l’ipotesi degli inquirenti è che anche i lavori di costruzione del centro potrebbero essere stati realizzati da imprese collegate al clan mafioso legato al boss Giuseppe, ex chirurgo dell'ospedale Civico. Una volta costruito il centro, i Guttadauro avrebbero anche influito nell'assegnazione degli spazi commerciali. Ci sarebbe stato anche un favoreggiamento per i Niceta che al Forum avevano un punto vendita, adesso chiuso dopo la sentenza del tribunale di Palermo che ha disposto il sequestro del patrimonio.

Le dichiarazioni di Angelo Niceta - Ci sono le dichiarazioni di Angelo Niceta, cugino di Piero e Massimo e nipote di Michelangelo alla base di questo nuovo fascicolo d’indagine. Angelo, sotto processo per bancarotta fraudolenta, dopo un lungo periodo di digiuno per protestare perché senza protezione da parte dello Stato ha ottenuto lo status di testimone di giustizia con la protezione e il trasferimento in una località segreta.“I miei cugini Piero e Massimo hanno sempre mantenuto i rapporti con la famiglia Guttadauro. Qualche anno fa discussero a lungo del centro commerciale a Brancaccio. E mio cugino Piero mi disse: 'Oggi facciamo la festa ma anche business'. So che si discusse con i Guttadauro per l'apertura di un nuovo centro commerciale a Brancaccio. Vicino a un campo di bocce, si aprirono le planimetrie e mio cugino Massimo disse a Francesco Guttadauro: 'Già vi siete presi 40 milioni di euro per la vendita dei terreni. Lui rispose che i soldi se li dovevano spartire in tanti e che erano già finiti". E sempre Niceta aveva aggiunto che i Guttadauro “avevano incassato grazie a prestanome vari ben 40 milioni per la vendita dei terreni e decidevano loro chi doveva entrare.

I Niceta si difendono dalle acccuse -  "Sono solo fantasie mosse da interessi personali quelle di Angelo Niceta" – sostengono i cugini – che lo hanno pure denunciato per diffamazione e calunnia.  Per loro è mosso da rancore personale dopo che il suo destino imprenditoriale si è diviso da quello di Mario Niceta, padre di Massimo e Piero. “Vogliamo essere processati e giudicati in fretta. E vogliamo pure essere messi nelle condizioni di difenderci”, dicono i due cugini.

Riguardo alle nuove accuse del cugino, che ha riferito della presenza di Francesco Guttadauro, figlio del boss Filippo, al matrimonio di Massimo Niceta, dicono che è notizia falsa, e che a dirlo non sono loro, ma i carabinieri del Ros, i quali hanno scritto che era presente Francesco Guttadauro, figlio di Giuseppe (boss di Brancaccio e non di Filippo, che si chiama anche lui Francesco, ma era con la futura moglie a Lampedusa. “Nessun membro della nostra famiglia è a conoscenza di questa vicenda del riciclaggio, nessuno di noi sa di chi erano questi terreni, chi li ha venduti, quando e a quale cifra, non conosciamo chi ha eseguito i lavori e in nessun circostanza abbiamo partecipato a fatti relativi a queste vicende”.

Alle accuse di favoreggiamento sugli spazi commerciali del Forum replicano così: Ma quali privilegi, la società Pmb, costituita da noi e da un gruppo di Siracusa, prese in affitto dalla Multi Veste (la società che gestisce il Forum) lo spazio espositivo al prezzo di mercato. L’affitto prevede per tutti che venga versato il 7% del fatturato. È un paletto inderogabile. Ci sono pure delle e mail con cui trattavamo, senza successo, un accordo migliore con la responsabile della Multi Veste. Sono stati loro a dettare le condizioni".

I guai giudiziari dei Niceta - Sono iniziati alcuni anni fa con il ritrovamento di un pizzino in cui Matteo Messina Denaro scriveva al boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, per ringraziarlo di una vicenda che riguardava il “mio amico Massimo N.”. Secondo gli inquirenti quel “Massimo N.” era Massimo Niceta anche se successivamente dissero che non c'era certezza alcuna sull'identificazione e neppure sull'autore. “Non a caso questa inchiesta è stata archiviata, Massimo N non sono io”, afferma Massimo Niceta.

Altra causa d’indagine sui Niceta è  il rapporto con Francesco Guttadauro - Figlio di Filippo (uomo di fiduca di Bernardo Provenzano), nipote di Messina Denaro e oggi detenuto per mafia come il padre. Nelle intercettazioni sarebbero emersi interessi commerciali comuni nel centro Belicittà: “Francesco Guttadauro era un semplice impiegato, messo in regola e di certo la sua presenza non ci ha fatto avere dei favori - spiegano i Niceta -. Ci dovevano dare 1500 metri quadrati di esposizione che alla fine sono diventati 290 e al prezzo di mercato. Ah, dimenticavamo, il punto vendita era al primo piano, lontano dal supermercato, nel posto peggiore del centro commerciale”.