Carlo Ronzino, ex comandante della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura di Trapani, ha recato un danno d’immagine all’Arma dei Carabinieri. Per questo motivo la sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei Conti ha respinto il ricorso contro il pronunciamento con il quale i giudici di primo grado lo hanno condannato al pagamento di 10 mila euro come risarcimento.
Per i giudici della Corte, Ronzino, quale comandante della sezione di pg, ha chiesto e ottenuto dall’imprenditore Vincenzo D’Angelo, la somma di 2.500 euro. “Ha recato un danno gravissimo – si legge nelle motivazioni della sentenza – all’Ente e un vantaggio per il cittadino che ha ritenuto di poter comprare il favore del pubblico ufficiale”.
Ronzino, che è stato prima sospeso e poi espulso dall’Arma, è stato indagato per la prima volta nel 2007, quando fu accusato di aver intascato una tangente dall’imprenditore di Alcamo Vincenzo D’Angelo per chiudere un’indagine a suo carico. E’ stato accusato inoltre di aver presentato falsi preventivi per ottenere dall’Inpdap un finanziamento per la ristrutturazione di una casa. Nel 2009 è stato rinviato a giudizio e nel 2011 è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione per concussione. La sentenza è divenuta definitiva a marzo del 2015.
Con la condanna passata in giudicato, la Procura regionale della Corte dei Conti ha citato in giudizio Carlo Ronzino, chiedendo il pagamento al ministero della Difesa, di 25 mila euro, somma dovuta per il danno d'immagine oltre alla rivalutazione, agli interessi legali e alle spese di giudizio. La richiesta però è stata accolta solo in parte dal collegio che ha deciso per 10 mila euro.
“Gli elementi necessari per poter esperire l’azione risarcitoria – hanno scritto i giudici nella sentenza – sono molteplici e non si limitano al discredito subito dall’amministrazione in conseguenza della conoscenza, da parte dell’opinione pubblica, della notizia della commissione di un reato da parte di un pubblico funzionario, dato che il danno può porsi a carico del dipendente solo se la notizia sia fondata e, cioè, se il fatto addebitato sia stato accertato”.
Respinta dai giudici contabili la prescrizione sollevata dalla difesa dell'ex sottufficiale. I giudici della Corte dei Conti hanno evidenziato condanna definitiva è stata emessa dalla Corte di Cassazione il 23 marzo del 2015 e che l'invito a dedurre del pm contabile era stato notificato il 4 giugno dello stesso anno.