Originale ed eterogeneo convengo sulla legalità a Campobello di Mazara. C’era un “pubblico numeroso e attento”, riportano le fastose cronache, domenica scorsa a Campobello di Mazara nell’ex Chiesa dell’Addolorata. L’occasione era importante. Si parlava di legalità, in una città al centro di un territorio che rimane lo zoccolo duro di Cosa nostra, in un convengo dal titolo “Oltre la comunità, esperienze a confronto” organizzato dall’associazione (che in realtà è una cooperativa) “La svolta per la rinascita”.
L’occasione era data anche l’inaugurazione di una casa comunità per ex carcerati proprio in un bene confiscato. "Un gruppo di detenuti viene assegnato a questa cooperativa per l'integrazione nella nuova società allorquando finiranno di svolgere il loro servizio di carcerazione", dice con alate parole il Sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.
C’erano Girolamo Lo Verso, prof. dell’Università di Palermo, l’arciprete di Campobello, Don Nicola Patti, il coordinatore regionale del Servizio Tossicodipendenza, Guido Fallace. E c’era anche Libera, rappresentata da Leo Narciso, si legge in un comunicato degli organizzatori, che avevano inserito in locandina in realtà il nome del coordinatore provinciale Salvatore Inguì (“Ma io non ho mai confermato la partecipazione” ci ha dichiarato).
Leo Narciso era stato sospeso da Libera nel 2015, quando il suo nome era finito,per quella che lui poi definirà "una leggerezza" nelle carte dell’operazione antimafia Eden 2. Cliccando qui, potete leggere l'articolo.
C’era anche Valeria Grasso, “imprenditrice antiracket”, così definita dalle cronache, pronta a candidarsi nelle liste del Megafono di Crocetta alle prossime elezioni regionali di Novembre.
Ospite d’onore Don Antonio Coluccia, qualificato come “prete coraggio”, perché ha trasformato una villa confiscata alla banda della Magliana in una comunità e vive sotto scorta per le minacce subite. E Antonio Coluccia ha parlato di legalità e “dell’importanza di utilizzare i beni confiscati alla criminalità per scopi e finalità sociali”. E ha anche esaltato il ruolo dell’”antimafia sociale”. "Un prete simbolo della lotta alla criminalità organizzata" lo ha esaltato il Sindaco Castiglione.
Tanti gli applausi e i complimenti dei presenti. E della padrona di casa. A fare da moderatrice dell’incontro, infatti, è stata Doriana Licata. Che in famiglia, di beni confiscati, ne avrà probabilmente sentito parlare. Licata è infatti nipote di Carmelo Patti, l’imprenditore, defunto, sul quale pende la richiesta di sequestro di beni per mafia più alta mai effettuata in Italia: cinque miliardi di euro. La storia di Carmelo Patti l'abbiamo raccontata diverse volte. Una buona sintesi la trovate qui.
E anche di politica e legalità, Doriana Licata, qualcosa avrà sentito dire. Ex assessore provinciale, ex consigliere comunale a Campobello di Mazara, Doriana Licata alle ultime elezioni regionali, nel 2012, tentò il grande salto all’Ars. Che non le riuscì, nonostante il fratello Aldo avesse promesso dei soldi in cambio dei voti per lei.
La vicenda ormai è accertata con una sentenza con la quale Aldo Licata, fratello di Doriana, è stato condannato per corruzione elettorale, in primo grado. Un anno di reclusione, pena sospesa.
Autista di Licata era Pietro Luca Polizzi, 37 anni, anche lui di Campobello di Mazara. Era lui, secondo l’accusa, a vendere i voti a 50 euro cadauno (15.000 euro per un pacchetto di 500 voti, c’era lo sconto). Polizzi è stato anche sorpreso dalle intercettazioni mentre si vanta di avere accompagnato Messina Denaro a Catania. Polizzi junior era il factotum di Aldo Licata, il fratello di Doriana. "Questi possono solo andare a buttarli i soldi", diceva il boss ai suoi amici. "Questi mantengono gli impegni presi e di qualsiasi tipo".
Doriana Licata non riuscì ad essere eletta. Fece però un pieno di voti nel territorio di Campobello: 828 dei 1.537 ottenuti dalla lista in quel comune. In totale, Doriana Licata ne ha avuti 4.686.
“Grazie per essere qui in un territorio difficile come Campobello di Mazara, in questo presidio di legalità” ha detto Doriana Licata, durante l'incontro di domenica scorsa.
E da Campobello, anche questa volta, è tutto.