Ancora sentenze, penali e civili, che riconoscono il comportamento poco corretto di alcune banche nei confronti di alcuni loro correntisti. L’ultimo caso è quello che ha visto l’agenzia di via Roma del Monte dei Paschi di Siena addirittura pignorato per quasi 164 mila euro a seguito della condanna penale, ormai definitiva, emessa a Marsala per anatocismo (la cosiddetta “usura bancaria”) in danno di una coppia di commercianti marsalesi e la successiva condanna civile, in questo caso solo in primo grado, sentenziata dal Tribunale di Siena.
A difendere i due commercianti è l’avvocato Salvatore Fratelli, che dichiara: “E’ una vittoria che apre una breccia nel sistema bancario, anche se non è detta l’ultima parola. L’istituto di credito, infatti, ha presentato ricorso in appello, nonché istanza di inibitoria avverso la provvisoria esecutività della sentenza del Tribunale di Siena”.
Intanto, sulla base della sentenza dei giudici toscani, pur trattandosi di sentenza di primo grado, adesso l’avvocato Fratelli si è presentato, insieme ad un ufficiale giudiziario, all’agenzia marsalese di via Roma del Mps per eseguire il pignoramento della somma (circa 137 mila euro più interessi e spese legali, per un totale di quasi 164 mila euro) riconosciuta dal Tribunale di Siena ai due correntisti.
“E’ stata come la vittoria di Davide contro Golìa - commenta l’avvocato Fratelli - vittoria, in questo caso giudiziaria, per una famiglia marsalese che ha resistito in giudizio contro il Monte dei Paschi di Siena, ottenendo, in esecuzione della sentenza di primo grado, la restituzione di circa 137.000 euro, oltre interessi e spese legali”. Il legale si presentato in banca nella doppia qualità di difensore e procuratore della coppia marsalese. “E per una volta – prosegue - è stato l’istituto di credito a soccombere, staccando quattro un assegni circolari per il complessivo importo di quasi 164.000 euro che sono stati depositati nella cancelleria civile del tribunale di Marsala in attesa dell'assegnazione ai suoi beneficiari”. La vicenda giudiziaria ebbe inizio con fallimento dei due commercianti e con l’azione da loro intrapresa, prima del fallimento, per “l'accertamento e la declaratoria di nullità delle clausole anatocistiche del conto corrente”. L'azione proseguita dalla curatela del fallimento vedeva l'istituto bancario soccombente in tre gradi di giudizio. Nelle more processuali, la coppia di commercianti riusciva, comunque, a risanare la posizione debitoria, ottenendo la revoca del fallimento e rientrando, di conseguenza, nel pieno esercizio dei propri diritti. Negli anni scorsi, anche altre banche (ex Sicilcassa e Unicredit) sono state condannate, a Marsala, per anatocismo in danno di alcuni loro clienti