Si farà a Marsala il processo avviato a Trapani contro Vittorio Sgarbi per diffamazione al maresciallo dei carabinieri Giovanni Teri. Il giudice monocratico di Trapani Franco Messina ha, infatti, accolto l’eccezione sollevata dall’avvocato difensore del critico d’arte ed ex sindaco di Salemi, dichiarandosi “territorialmente incompetente” e disponendo il trasferimento del fascicolo alla Procura di Marsala.
Si vedrà, poi, se questo procedimento verrà riunito a quello già avviato a Marsala davanti al giudice Maria Pia Blanda. Un processo, quest’ultimo, che oltre a Sgarbi, vede alla sbarra, sempre con l’accusa di diffamazione in danno dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Salemi, l’ex vice sindaco Antonella Favuzza.
I fatti contestati dall’accusa nel processo che da Trapani si trasferisce a Marsala risalgono al 2013, quando Vittorio Sgarbi, nel corso di una conferenza stampa, tenuta dopo essere stato sentito come teste nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico dell’ex deputato regionale Giuseppe Giammarinaro, dichiarò: “Mai nessuno delle istituzioni è venuto a dirmi di stare attento a Giammarinaro, né il maresciallo dei carabinieri di Salemi che mi risulta andava a cena con Giammarinaro e che Giammarinaro veniva presentato come l’amico di Giovanni”.
A Marsala, intanto, il legale di parte civile Mariella Martinciglio ha chiesto, come risarcimento danni, un milione di euro a Sgarbi e 500 mila euro alla Favuzza. Secondo l’accusa, il noto critico d’arte, quando era sindaco, e la Favuzza avrebbero “in più occasioni” rilasciato dichiarazioni “tendenti a gettare discredito sull'operato” dell'allora comandante della locale stazione dei Carabinieri. Il maresciallo Teri aveva svolto attività di pg nell’ambito dell'indagine che in seguito verrà battezzata “Salus Iniqua” e in altre che poi furono alla base del provvedimento sfociato nello scioglimento del Comune di Salemi per infiltrazioni mafiose. Il sottufficiale, tramite il suo legale, ha preannunciato l’intenzione di costituirsi parte civile contro entrambi gli imputati, ai quali chiederà il risarcimento dei danni. Le “offese alla reputazione” del sottufficiale sarebbero state poste in essere attraverso varie dichiarazioni, comunicati stampa, interviste rilasciate su quotidiani o su emittenti televisive locali. Nove sono le frasi contestate all'ex sindaco Sgarbi, solo una invece alla Favuzza. Oltre al maresciallo Teri, a denunciare Sgarbi e Favuzza, sempre per diffamazione, è stato anche l’ex consigliere comunale Melchiorre Angelo, che era stato eletto in una delle liste a sostegno dell’ex sindaco Sgarbi. Angelo, rappresentato dall’avvocato Francesco Salvo, ha chiesto “solo” 100 mila euro.