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05/10/2017 06:00:00

Miserendino, il re dei beni sequestrati in provincia di Trapani. Ecco l'elenco

 Luigi Miserendino, finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su Ferdico, è un curatore giudiziario da anni molto presente anche a Trapani. Per affidamenti di sequestri di mafia è  un significativo riferimento per il sostituto  Andrea Tarondo oltre che della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani oggi coordinata da Piero Grillo.

Alcuni beni sono riferibili al settore primario: terreni agricoli, impianti di trasformazione di cereali, uva da vino e olive da olio. I sequestri più importanti dell’agro ericino negli ultimi otto anni sono tutti appannaggio di Miserendino: a cominciare dai beni di Michele Mazzara, che a Dattilo era così ricco da essere chiamato "Berlusconi", fino a Vito Marino, figlio dello storico boss pacecoto "Mommu u nanu". Più recentemente Miserendino ha avuto anche la gestione dei beni di Salvatore Angelo di Salemi.

Per i terreni agricoli affianca in un primo momento l’agronomo Piero Trapani, palermitano come lui. I terreni agricoli, qualche centinaio di ettari coltivati a seminativi, vigneti ed ulivi rappresentano una difficolta gestionale di non poca importanza: la redditività delle colture è notoriamente bassa e non mancano episodi di danneggiamenti, specie sui cereali, con frequenti incendi.

La percezione del mondo agricolo è che le buone gestioni in quelle aziende siano ormai un ricordo, vuoi anche per i maggiori costi che le curatele affrontano, dato che gli amministratori, non essendo imprenditori (e soprattutto, non essendo imprenditori agricoli) non sono tanto esperti nel creare procedure snelle o  nel generare economie. Purtroppo non c'è stato mai un dibattito serio sulla qualità della gestione, perchè ogni critica è stata censurata in nome dell'interesse superiore - la lotta alla mafia - alla base dei provvedimenti di sequestro. 

Quanto agli stabilimenti l’elenco dei manufatti andati a male è molto ricco: il caso principale è Cereal Seed in c.da Gencheria a Trapani, un impianto sofisticatissimo di selezione di sementi di cereali, con utilizzo del freddo per il trattamento bio delle sementi stivate senza uso di insetticidi. Arriva al sequestro appena completato, e da allora parte una progressiva distruzione del sito.

I Carabinieri intervengono più volte per intercettare usi impropri del bene, addirittura i capannoni vengono utilizzati per mettere al riparo dal rigore del freddo invernale greggi di ovini o gli agnelli messi all’ingrasso. L’Enel ad un certo punto decide di portare via le cabine realizzate a servizio dell’impianto. Non serviranno più e sono destinati ad essere rubate. Oggi le condizioni in cui versa sono tali che ridargli destinazione produttiva può essere anti economico.

Poi c'è Vigna Verde in c.da Moschitto, a pochi chilometri dalla periferia di Trapani: è una cantina vinicola realizzata dai cugini Marino nel quadro del patto territoriale Trapani Nord: 32 miliardi delle vecchie lire il costo di realizzazione con 25 miliardi di finanziamento.

Il complesso arriva a Miserendino completo nella parte strutturale ma mancante delle macchine per il funzionamento. Oggi è affidato al Luglio Musicale Trapanese che custodisce lì impianti scenici ma i tetti stanno cedendo e erbacce e incuria regnano attorno al sito. Qualche curioso arriva a pubblicare sui social foto degli immensi portoni in legno massiccio che qualcuno ha forzato ed aperto anche se poi vengono dopo un po’ richiusi.

A Paceco incappa nel sequestro Marino la Cantina Sociale Rinascita. Era la cooperativa vinicola dei viticoltori dell’area pacecota. Miserendino la affida ad una cooperativa, TERRE di GIAFAR.  Il presidente è un funzionario dell’ Assessorato Regionale all'Agricoltura, tale Antonino Spezia, che opera con pochi soci svolgendo tanta attività di conto lavorazione fatturando, fra gli altri, questo servizio fino a pochi anni fa all’ azienda Abate Franca Alba riferibile alla nota famiglia mafiosa dei Minore di Trapani. Contiguo alla cantina sociale un oleificio con un'insegna che ancora campeggia sulla statale 113: OLEARIA PACHECO. Ai tempi del sequestro funzionava ma presto scompaiono per furto le attrezzature a corredo. Con la gestione Miserendino non sarà mai operativa.

Con i vigneti dell’azienda di Salvatore Angelo di Salemi, affidati da Miserendino alle cure del coadiutore dott. Piero Trapani non va meglio. I vigneti a spalliera costeggiano la provinciale n. 29 Trapani Salemi nella c.da Giarretta. I  viticoltori che vanno su e giù da Trapani osservano negli anni cure colturali approssimative e riferendosi alla gestione dei terreni tirano fuori, purtroppo,  la solita frase: “era meglio quando era peggio “. Perchè la sensazione è che con l’antimafia si abbandona tutto. Insomma obiettivo delle gestioni agricole sembrano essere i contributi comunitari per la gestione in biologico e per la PAC. Per percepire questi aiuti non per forza ci vogliono vigneti verdeggianti o seminativi con rese importanti, quindi gestione sparagnina e utili che arrivano direttamente alle aziende sequestrate con gli accrediti dell’ente erogatore: l’AGEA.