Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
06/10/2017 11:15:00

Mazara, peschereccio "Anna Madre". Interrogazione alla Commissione Europea del M5S

Il Movimento Cinque Stelle e gli attivisti del Meetup di Mazara del Vallo hanno presentato una interrogazione alla Commissione europea sul caso del peschereccio siciliano "Anna Madre", sequestrato il 16 settembre dalle autorità tunisine. "Facciamo appello anche a tutti gli eurodeputati italiani a sostenere un atto parlamentare che non deve avere colore politico - afermano in una nota i sottoscrittori -. Il peschereccio mazarese adesso si trova nel porto di Sfax e a bordo sono rimasti i responsabili del natante, ovvero il capitano Giacomo Giacalone e il macchinista Salvatore Scalia i quali, a quanto è dato sapere, non possono lasciare la Tunisia in base a un provvedimento amministrativo emesso dalla Commissione interministeriale di Tunisi, che ha disposto un'ammenda di 69 mila euro per il rilascio dell'imbarcazione e le figure responsabili. I due sono entrati in sciopero della fame.

Le "vicende giuridiche" che hanno caratterizzato sino ad oggi i rapporti fra l'Italia e la Tunisia riguardanti il "Mammellone", ovvero il tratto di mare su cui la Tunisia vanta pretese, non possono essere negoziate dall'Italia bilateralmente poiché spetta all'Unione europea farlo quando ci sono in ballo eventuali nuovi accordi con gli Stati extracomunitari in materia di politica e indirizzi di pesca. A questo punto chiediamo ancora all'alto rappresentante Federica Mogherini se intende avviare accordi che facciano valere le ragioni e i diritti dei pescatori italiani in acque internazionali, se non giudichi il ricorso alla forza armata contro i pescherecci siciliani nelle acque internazionali come una violazione del diritto internazionale e se intende sollevare la questione nell'ambito delle sue relazioni con le autorità tunisine e condannarla quale atto suscettibile di compromettere le relazioni con l'Ue".