Sui migranti stagionali arrivati a Campobello di Mazara per la raccolta delle olive, ci sono delle novità rispetto agli anni precedenti.
Intanto il numero: più di mille. Si parla addirittura di 1400 persone, ovvero più del 10 percento dell’intera popolazione residente.
Ma gli uliveti che saranno oggetto della loro manodopera sono distribuiti in un territorio molto più ampio, che comprende anche Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo.
Cittadine vicine, che usufruiranno di questa forza lavoro e che indubbiamente sono meno soggette alla pressione emergenziale dei problemi relativi all’alloggio dei lavoratori.
Insomma, sono tutti a Campobello. E le criticità, a vari livelli, finiscono tutte sulla testa del sindaco Giuseppe Castiglione.
Quella più preoccupante (almeno in termini di ordine pubblico) riguarda l’intollerenza di una parte della cittadinanza che emerge prepotentemente dal tenore dei commenti sui social. Oltre all’attrito con i residenti di contrada Erbe Bianche, che abitano le palazzine popolari a toccare con l’accampamento dei migranti. Quest’anno infatti, nel parcheggio dell’ex oleificio Fontane d’Oro (bene confiscato alla mafia, dove negli anni recenti erano stati accolti i migranti stagionali), non c’è nessuno. E sembra che si siano fatti dei passi indietro rispetto all’accoglienza negli ultimi tre anni, ritornando alle condizioni proibitive del 2013, emerse dopo il tragico incidente dell’esplosione di un bombola da cucina in cui perse la vita il giovane senegalese ventiseienne Ousmane Diallo.
Da gennaio del 2017, un tavolo tecnico della prefettura si sta occupando del problema insieme ad istituzioni ed associazioni. E dopo varie considerazioni, si è stabilito che la capacità massima di accoglienza dell’area di Fontane D’Oro è di 250 persone.
Oggi, sono tutti in contrada Erbe Bianche, dove il disagio dei residenti, amplificato dai comportamenti incivili di uno sparuto gruppo, pare abbia portato gli stessi migranti (e qualche residente) a chiedere al Comune di garantire sufficienti condizioni igienico sanitarie.
Sabina Lazzara, sindacalista del Cna, ha già raccolto un bel po’ di firme. “Non le presenteremo al Comune. Serviranno a rafforzare un esposto che presenteremo alla Procura della repubblica, descrivendo i fatti e la situazione. I migranti stagionali – ha aggiunto - devono vivere decentemente, in condizioni igienico sanitarie sufficienti. Così non ha senso, né per loro, né per i residenti che abitano nelle palazzine a pochi metri dal campo. La gente è esasperata da comportamenti inaccettabili che per carità, saranno anche relativi ad una minoranza, però non si può tollerare il tizio che viene a fare la pipì proprio davanti a chi è affacciato al balcone di casa sua”.
Ieri mattina, un gruppo di migranti e qualche residente di contrada Erbe Bianche, ha manifestato davanti al comune di Campobello. Dopo l’ascolto delle rispettive delegazioni, ieri pomeriggio c’è già stato un primo incontro con il prefetto Darco Pellos e ce ne sarà un altro nel pomeriggio di oggi, in cui parteciperanno istituzioni, parti sindacali ed associazioni di volontariato. Lo scopo potrebbe essere duplice: attivare l’area di Fontane d’Oro e contemporaneamente migliorare le condizioni del campo di Erbe Bianche.
Il sindaco di Campobello Giuseppe Castiglione, grazie anche ai volontari che negli ultimi tre anni si sono occupati del campo di Fontane d’Oro, non ha mai avuto grane a causa di incidenti che si sarebbero potuti verificare e dei quali sarebbe stato l’unico responsabile.
Ma tutto questo non poteva durare molto, soprattutto alla luce dell’aumento del numero dei migranti. Ecco perché, da gennaio, si è aperto un tavolo tecnico con i vari enti istituzionali: prefettura, questura, carabinieri, commissariato di polizia, protezione civile, croce rossa, vigili del fuoco, Asp, ufficio provinciale del lavoro e associazioni sindacali (sia dei lavoratori che delle aziende agricole).
E fino allo scorso agosto si era concordato di non costituire nuovamente il campo di accoglienza, stabilendo un protocollo per consentire alle imprese agricole e ai lavoratori di iscriversi in un elenco al quale fare riferimento per le assunzioni, con la possibilità di avere uno sgravio di 4 euro al giorno sui contributi da versare all’Inps, prevedendo l’accoglienza dei lavoratori all’interno delle proprietà dei datori di lavoro, o anche con le stesse tende, da ubicare nelle vicinanze dei terreni.
“Era nata anche – ci racconta il sindaco Castiglione - la proposta di distribuire la sistemazione dei migranti stagionali anche in altre cittadine vicine, utilizzando magari qualche bene confiscato alla mafia, nelle disponibilità dei comuni. Ma nessuno di tutti i beni confiscati è risultato idoneo allo scopo. E allora, data la mancanza di alternative, il 29 agosto si è deciso di riaprire Fontane D’Oro”.
Problema risolto. Se non fosse che per riaprirlo con tutti i crismi si sarebbe dovuto separare l’edificio (diventato intanto sede di uno Sprar) dal resto del piazzale con una recinzione, creare le opportune soste, risistemare l’impianto di illuminazione e i bagni. Cosa che il comune di Campobello ha fatto con i fondi del ministero per l’immigrazione: 53 mila euro. E’ stata chiesta anche la partecipazione del comune di Castelvetrano, che però non ha potuto impiegare la stessa tipologia di fondi (116 mila euro, secondo quanto riferitoci da Castiglione) per infrastrutture in un comune diverso. Poi, ci racconta il primo cittadino di Campobello, a causa di esigenze di bilancio, la proposta della commissione straordinaria di Castelvetrano si sarebbe attestata a 23 mila euro per l’acquisto di 10 corpi illuminanti che, dopo l’utilizzo, sarebbero stati riconsegnati. Un apporto reputato poco conveniente, in base al fatto che il comune di Campobello avrebbe dovuto provvedere alle opere di installazione e a quelle di sradicamento prima della restituzione.
Alla fine, la compartecipazione pare sia stata dedicata alla pulizia e bonifica al termine della stagione lavorativa.
Le domande ancora senza risposta sono tante. La prima arriva dallo stesso Castiglione: “Ho chiesto al commissario Caccamo di Castelvetrano se può parlare col Prefetto per permettere l’uso degli spazi di Fontane d’Oro per i migranti, anche se le torrette elettriche con i punti luce (così come prescritto dai vigili del fuoco) non sono ancora state realizzate”.
Ma senza quelle, l’Asp non fornirà mai alcuna autorizzazione.
Poi ci sono altri punti interrogativi, ammesso che Fontane d’Oro divenisse disponibile: chi gestirebbe i 250 “fortunati”? Chi controllerebbe i contratti di lavoro e i permessi di soggiorno all’ingresso? E se con le carte in regola ce ne fossero 500? Con quali criteri si potrebbe dire “tu puoi entrare e tu no”?
L’Assessore alle politiche sociali Lillo Dilluvio aveva suggerito, insieme al sindaco di Campobello, alcuni siti a Castelvetrano, come la cantina abbandonata in via Tagliata o lo spazio esterno dell’ ex Gruppo 6, di circa 12 mila metri quadri: “Se noi abbiamo usato il trasferimento ministeriale di 53 mila euro per le opere di adeguamento dell’area esterna di Fontane d’oro, Castelvetrano avrebbe potuto usare una parte dei fondi dello stesso tipo per garantire uno spazio simile in aggiunta – ha affermato Dilluvio - Stessa cosa a Partanna o Mazara del Vallo. Questo non è stato possibile e di fatto siamo stati lasciati soli. Spero che avremo la possibilità di poter installare dei bagni chimici. Ci conforta almeno che la Croce Rossa di Castelvetrano ci abbia rappresentato la possibilità di intervenire attraverso la fornitura di coperte ed altro. La speranza è che a breve si possa utilizzare anche Fontane d’Oro. In tal modo, la concentrazione ad Erbe Bianche diminuirebbe e ci sarebbe qualche difficoltà in meno ”.
Salvatore Inguì, referente provinciale di Libera, una delle associazioni con cui eventualmente stipulare una convenzione per la gestione del campo presso Fontane D’Oro, conviene sul fatto che il numero dei migranti sia aumentato sensibilmente rispetto agli anni scorsi: “Ci sono tante persone nuove a noi sconosciute e sconosciute agli stessi lavoratori storici con cui abbiamo avuto sempre a che fare. Di loro noi non sappiamo nulla ed assumerci responsabilità anche per loro non è facile”.
Ma l’apporto di Libera e delle altre associazioni, potrebbe anche non limitarsi ai confini di Fontane D’Oro: “Adesso stiamo cercando di capire se nel campo di Erbe Bianche ci sarebbe la possibilità di poter mettere dei bagni chimici o far arrivare l’acqua in maniera più funzionale”.
Certo, anche senza le formali autorizzazioni, ma con l’impegno delle associazioni la situazione del campo potrebbe migliorare, riducendo gli attriti con i residenti e garantendo condizioni igienico sanitarie più accettabili.
Egidio Morici