La condanna a due anni di carcere è stata invocata dal pubblico ministero Niccolò Volpe per un poliziotto in servizio al Commissariato di Marsala, l’assistente Luigi Nesta, 43 anni, originario di Corato (Ba), accusato di sequestro di persona aggravato e violenza privata in danno della moglie (T.I., di 38 anni).
Con il poliziotto, sotto processo sono pure i suoi suoceri (i genitori di T.I.), Giovan Battista Ingianni, di 72 anni, e Anna Renda, di 66, anche loro accusati, in concorso con Nesta, di sequestro di persona e violenza privata.
Di quest’ultimo reato deve rispondere anche Giuseppe Di Girolamo, di 57 anni, accusato anche di lesioni personali (in danno dell’amante di T.I.) insieme con Ingianni e Renda. L’amante (I.V.) fu, infatti, picchiato in una via del centro di Marsala, riportando lesioni al volto e alla cervicale giudicate guaribili in 30 giorni. Per i coniugi Ingianni e Renda il pm ha chiesto un anno e 10 mesi ciascuno, mentre un anno è stato invocato per Di Girolamo.
La violenza privata è stata contestata perché la moglie fedigrafa, dopo la scoperta della tresca amorosa, sarebbe stata costretta ad andare da un notaio per firmare una procura speciale in favore del Di Girolamo, suo cugino, al fine di cedere al marito la sua quota di proprietà dell’appartamento in cui vivevano in città, mentre il sequestro di persona deriva dal fatto che la donna fu chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l’amante. A liberarla furono i militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare (il primo le sarebbe stato sottratto), è riuscita a inviare degli sms a due amiche. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone. Legale di parte civile, per I.V., è Fabio Spanò, mentre a difendere gli imputati sono gli avvocati Edoardo Alagna e Salvatore Baldanza, che terranno le loro arringhe nell’udienza del 13 dicembre. I fatti contestati risalgono al settembre 2014.