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16/10/2017 03:07:00

Amarezza azzurra, trionfo "albiceleste" con Alejandro Martinotti

Alejandro Martinotti, 32enne argentino (ma di chiari origini italiane) di Pilar, è il nuovo Campione del Mondo di Biliardo (specialità 5 Birilli).
Si è appena concluso, nella fonda notte italiana di lunedì 16 ottobre, il 23° Campionato del Mondo svoltosi al mitico Club Rivadavia di Necochea.
Il torneo, dedicato e intitolato alla leggenda vivente del biliardo argentino (e italiano) Nestor Gomez ( che a 76 anni ha raggiunto gli ottavi di finale della manifestazione) si è concluso con un epilogo drammatico, la finalissima per la medaglia d'oro fra Martinotti e Michelangelo Aniello, 41 anni oggi, di Mola di Bari (BA). 
In un infuocato e stracolmo Club Rivadavia (ribattezzato per l'occasione da tutti gli addetti ai lavori "La Bombonera"), l'argentino sospinto dal suo popolo è riuscito ad imporsi a sorpresa per 4-3 sul pugliese, in una partita vietata ai deboli di cuore (60-57; 60-55; 50-60; 47-60; 31-60; 60-33; 60-49). Martinotti, migliora (eccome!) il sesto posto centrato al Mondiale di Milano nel 2015 vincendo il titolo iridato, scucendolo dal gilet del 29enne fiorentino Matteo Gualemi, eliminato negli ottavi di finale.
E' il decimo titolo mondiale per l'Argentina (rimangono quindici, fra Mondiale e Coppa del Mondo, gli "iridi" vinti dall'Italia), e l'incandescente "garra" dei Club argentini rimane inviolabile per gli azzurri. L'ultimo successo in terra argentina, infatti, è quello di Gustavo Zito, proprio al Rivadavia di Necochea nel 1999. Zito, però, è argentino naturalizzato italiano; prima di lui l'unico italiano a riuscire a vincere il Titolo in sudamerica era stato Fabio Cavazzana, a Bolivar (Argentina) nel 1993.

La giornata si è aperta con i quarti di finale: nel primo incontro, quello più importante, Andrea Quarta aveva avuto la meglio del conterraneo Crocefisso Maggio per 4-2. Nel secondo quarto, il terzo pugliese, Aniello, aveva battuto col medesimo punteggio la sopresa del torneo, il tedesco Toni Rosemberg. Martinotti aveva aperto il giorno più bello della propria vita battendo all'ultimo tiro (4-3) il connazionale Dario Emanuelle. Infine, anche l'ultimo "superstite" delle qualificazioni (l'altro era Emanuelle), Dario Cortes, era stato eliminato dal pescarese Carlo Diomajuta (4-2).
La prima semifinale ha visto Aniello, Campione del Mondo a Siviglia nel 2006 (lo stesso giorno del trionfo azzurro di Berlino) battere nettamente Diomajuta (4-0) ed approdare in finale. Carlo Diomajuta, quindi, si "accontenta" di una delle due medaglie di bronzo, pareggiando quindi il risultato di papà Paolo (due volte bronzo, a Spoleto nel 1985 e a Ferrara nel 1998). Nell'altra semifinale accadeva l'incredibile: Andrea Quarta, il giocatore più vincente della storia di questo sport, Campione del Mondo a Sarteano nel 2008, si portava agilmente in vantaggio sull'ultimo argentino superstite Martinotti per due set a zero; a Martinotti andava il terzo set, al "Cannibale" il quarto. Quando ormai il Mondiale sembrava dovesse rimanere in Italia con Quarta che doveva "semplicemente" vincere uno dei tre set rimanenti, accadeva l'incredibile: Martinotti se li aggiudicava tutti e approdava in finale, chiudendo i conti sul 4-3. Al campione di Carmiano (LE), rimarrà a lungo il rimpianto di non aver chiuso i conti sul finire della sesta partita, quando ha sbagliato un facile "traversino", facendo cambiare l'inerzia dell'incontro.

In un Rivadavia infuocato, si è arrivati così all'atto finale. Il pronostico, sulla carta, era tutto per il barese Aniello, ma il fattore ambientale e lo straordinario ribaltone operato in semifinale facevano riposizionare in equilibrio l'ago della bilancia. Martinotti, sulle ali dell'entusiasmo, si portava subito avanti di due set; Aniello però ribaltava completamente la situazione aggiudicandosi le successive tre partite. Ancora una volta, il Mondiale sembra prendere la via di ritorno sull'aereo italiano, ma il Dio dello Sport sta dipingendo un altro finale. Nel sesto set, Martinotti vince agevolmente. Si arriva dunque alla settima e decisiva partita (come due anni prima a Milano), e Martinotti completa l'impresa storica, facendo esplodere il Rivadavia e tutta l'Argentina sportiva. 
Per l'Italia rimane tanta amarezza, essendo arrivata all'appuntamento, come sempre, coi favori del pronostico. Gli azzurri, che portavano con sé in dote sei titoli mondiali distribuiti per cinque atleti ( due N. Gomez, Maggio, Aniello, Quarta e Gualemi), fanno ritorno dalla spedizione (a cui hanno preso parte il Consigliere Federale Antonio Sirianni ed il Commissario Tecnico Stefano Gibertoni) "soltanto" con un argento e due bronzi.

Per dovere di cronaca, va detto che infuria la polemica in questi minuti fra gli italiani "nottambuli" che hanno seguito in diretta streaming le ultime battute del Torneo. Agli argentini, e quindi al responsabile dell'organizzazione nonché Presidente Federale argentino Gustavo Torreggiani, viene contestato l'eccesso di entusiasmo nei confronti di Martinotti. Alcuni arrivano ad accusare il pubblico di palese ostruzionismo ogni qual volta erano gli italiani (Quarta in semifinale ed Aniello in finale) ad apprestarsi al tiro.
Certamente gli argentini, seppur quasi tutti di sangue italiano, interpretano il biliardo in maniera diametralmente opposta dalla nostra.
Se in Italia siamo pressocché abituati a giocare nella massima concentrazione e quindi nel silenzio assoluto (un po' come nel tennis, ad esempio), in Argentina il biliardo viene vissuto come la stragrande maggioranza degli altri sport (calcio su tutti): con un tifo da stadio. Noi italiani, che il gioco dei birilli lo abbiamo inventato, e poi esportato in sudamerica con i nostri migranti, abbiamo anche la memoria corta: nella partita di biliardo più famosa di tutti i tempi, la finalissima del 10° Campionato del Mondo a Milano, disputatasi fra la nostra leggenda, il messinese Carlo Cifalà, e la leggenda (allora, oggi italiana) argentina, (ovviamente) Nene Gomez, l'atteggiamento del pubblico del Belpaese fu esattamente identico a quello del pubblico argentino di questa notte.

Martinotti, quindi, vince a sopresa ma con pieno merito il suo primo Titolo Mondiale. Finisce questa notte quindi una infinita, bellissima quanto estenuante stagione sportiva 2016/2017, stagione sportiva che ha visto anche Matteo Gualemi vincere il Titolo Europeo, l'Italia vincere il Titolo Europeo a squadre, Crocefisso Maggio laurearsi Campione italiano dei Professionisti ed i cerdesi del "Black Jack" vincere il Titolo italiano a squadre.
Riposo? Questo sconosciuto. Sabato prossimo (21 ottobre) comincia la stagione 2017/2018, che seppur priva di manifestazioni internazionali sarà ricchissima di novità e graditi ritorni. Va' in pensione la B.T.P., che si trasforma in Circuito Pro e Circuito Open (si comincia sabato con la prima prova in programma all' Eco Resort Le Sirenè di Gallipoli (LE) ). Si ripete il torneo dei "Principi del Biliardo", dopo la prima e sperimentale edizione dell'anno scorso. Ritorna, dopo tre anni di assenza, la gara più bella ed importante al mondo dei 9 birilli, il Grand Prix di Goriziana di Saint Vincent (AO). 
Tantissime le novità sull'attività nazionale, ma anche su quella regionale siciliana (una sorta di "Anno Uno" dopo le dimissioni dello storico Responsabile Roberto Minutella) e provinciale trapanese. Noi di Tp24 ed RMC 101 siamo già pronti a raccontarvi tutto, con la stessa passione di sempre.