Elevati e rapidi guadagni fanno sì che il comparto del gioco, anche il settore legale, sia di elevato interesse per la criminalità mafiosa. "Le indagini, anche quelle di quest'anno, mettono in evidenza una forte capacità delle mafie di inserirsi nella articolazioni verso il basso della filiera del gioco", afferma Diana De Martino, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia (Dna) nel corso del convegno sull'antiriciclaggio, organizzato da Aira e Codere, che si è svolto nella sala Pininfarina di Confindustria.
"In alcuni casi - spiega De Martino - viene creato un sistema parallelo, non tracciabile, del tutto clandestino rispetto la gioco autorizzato dallo Stato". Negli ultimi anni è soprattutto la mafia siciliana a mettere le mani sul settore gioco, così come si osserva "una convergenza di interessi tra varie organizzazioni: gruppi mafiosi si saldano insieme. Inoltre, molte indagini mostrano un respiro trasnazionale dell'attività".
"A partire dagli anni 2000 l'offerta di gioco è cresciuta in modo esponenziale - afferma De Martino -. La raccolta è aumentata da 20 miliardi a 96 miliardi ma non abbiamo diminuito la pressione della criminalità organizzata che opera in maniera sempre più sofisticata non solo nel settore illegale ma anche in quello legale con estorsione a danno di esercizi commerciali o diffusione di video slot, oppure con infiltrazioni nelle società o nelle sale gioco".
"Poi c’è tutta l'attività di gioco illegale come la raccolta abusiva di scommesse in assenza delle concessioni previste che sono collegate a bookmaker esteri, con una enorme possibilità di riciclare il denaro; le macchinette alterate, schede di gioco con software che consentono l'abbattimento del conteggio delle partite", continua De Martino. Il gioco d'azzardo consente "guadagni enormi" per la criminalità organizzata con "grossi danni sul tessuto sociale" e "alterazione delle regole di mercato".
"Gli operatori del gioco devono fare politiche di antiriciclaggio più di altri", sottolinea il professor Ranieri Razzante, docente di Legislazione antiriciclaggio all'Università di Bologna e presidente Aira - Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio a giudizio del quale "fare riciclaggio e fare usura fa male all'impresa del gioco" e "lo Stato deve fare la lotta al riciclaggio e non al settore dei giochi". Ma il comparto dei giochi è attrezzato contro il riciclaggio. "I punti di forza della legge antiriciclaggio sottolinea - sono quelli della tracciabilità delle vincite, della limitazione la contante per i pagamenti, un sistema articolato per le segnalazioni delle operazioni sospette che continuano a crescere" e la maggiore responsabilità di esercenti e distributori, "ovvero la violazione della normativa non è solo a carico dei concessionari. C'è stata dunque una armonizzazione".
"Non mi pare che una regolamentazione organica del settore giochi ci sia ancora. È una delle ambizioni che Aira ha, non solo nell'antiriciclaggio. Manca un testo unico dei giochi e serve una normativa condivisa", afferma Razzante.
"In dieci anni le segnalazioni delle operazioni sospette sono aumentate se nel 2007 erano 12.000, alla fine del 2016 sono oltre 100.000 dato che verrà confermato anche per quest'anno. Un incremento pari a otto volte se non di più", afferma Claudio Clemente, Direttore Unità di informazione finanziaria per l'Italia (Uif) che durante il convegno ha illustrato la IV direttiva antiriciclaggio. "Le ispezioni della Uif nel settore gioco sono partite nel 2014 per aiutare a comprendere in modo puntuale quali sono gli obblighi antiriciclaggio. Sono state attivate procedure sanzionatorie e abbiamo identificato criticità, per esempio nel gioco a distanza".
"Il gioco illegale ha fatto innalzare di molto la valutazione del rischio di riciclaggio nel comparto del gioco: da 'normale' a 'rilevante'. E' questo è uno dei motivi che ha consentito di avere un insieme di presidi, di regole e un ruolo di governance dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli più importante che consenta di valutare una serie di comportamenti non solo dei soggetti obbligati", dice Davide Diamare, direttore Ufficio centrale Accertamento e Riscossione - Ufficio Analisi e Strategie di Controllo Agenzia delle dogane e dei monopoli. Sull'antiriciclaggio "l'agenzia sta lavorando per emanare linee guida ufficiali", aggiunge.
"Il Sistema Gioco Italia ha messo al centro delle proprie politiche la sicurezza del gioco che parte dal contrasto di qualsiasi illegalità. Nel tempo abbiamo sviluppato una serie di misure, tuttavia consapevoli che tanto è stato fatto ma tanto deve essere ancora fatto. Unendo le forze questo è possibile e il contributo di ciascuno è importante. Auspico una più ampia diffusione della cultura antiriciclaggio", afferma Stefano Zapponini, presidente Sistema Gioco Italia in apertura del convegno. Secondo Zapponini "la circolazione delle informazioni può fare molto" contro l'illegalità. "La IV Direttiva antiriciclaggio consegna al settore nuovi elementi di forza", aggiunge.
Dopo i relatori prende la parola Imma Romano, responsabile Relazioni Istituzionali Codere Italia che presenta la campagna 'L’usura non è un gioco' che da domani partirà in tutte le Gaming Hall Codere. "Il progetto nasce a inizio 2017 con l’obiettivo di analizzare se le procedure e le attività poste in essere dalla nostra azienda fossero tali da preservare i clienti delle sale Codere dal rischio di divenire preda di usurai e di soggetti coinvolti con la criminalità - spiega -. A questa attività si è affiancata poi una vera e propria formazione rivolta agli operatori delle sale sparse sul territorio nazionale per renderli più sensibili e pronti ad individuare l’eventuale presenza di attività di usura, estorsione o riciclaggio ed a porre in essere le dovute misure”.
Il progetto prevede, inoltre, un’attenta campagna di comunicazione rivolta ai clienti delle Gaming Hall Codere. Il protagonista è sempre Salvo il guarda spiaggia, diventato ormai il testimonial di tutta l’attività di Gioco Responsabile e attraverso il quale Codere Italia mette in guardia i suoi clienti da possibili attività illecite o comportamenti a rischio Gap.